Ha sfondato la drammatica quota dei 10 milioni il numero di ucraini costretti a lasciare il proprio Paese in seguito all’aggressione russa, in quella che è ormai la peggiore crisi umanitaria europea dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
A riportarlo è uno studio pubblicato martedì dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), secondo cui dall’inizio della guerra – iniziata all’alba del 24 febbraio – si sono verificati almeno 10.107.957 attraversamenti di frontiera dall’Ucraina verso i Paesi vicini.
Di questi, secondo il conteggio onusiano, almeno 6,1 milioni di migranti hanno trovato rifugio in Polonia, Romania, Moldavia, Ungheria, Russia, Slovacchia e Bielorussia, con un numero sostanzialmente analogo a quello degli sfollati interni (6,3 milioni). Trattasi in quest’ultimo caso di quanti hanno dovuto lasciare il proprio luogo di residenza per trasferirsi nelle zone occidentali o centro-occidentali dell’Ucraina, lontano dagli intensi combattimenti attualmente in corso nel Donbass. Quattro milioni hanno inoltre già fatto richiesta per una residenza temporanea in una nazione vicina.
Tra le destinazioni preferite c’è la Polonia, che ha finora accolto circa 1,25 milioni di ucraini tanto nelle strutture di accoglienza provvisorie (alcune delle quali nella capitale Varsavia, soprattutto nelle stazioni di arrivo) quanto nelle abitazioni private degli abitanti del luogo. Una gigantesca dimostrazione di solidarietà e generosità, quella polacca, che è stata dovutamente sottolineata da Felipe González Morales, relatore speciale ONU sui diritti umani dei migranti. Il quale, tuttavia, ha bacchettato il Governo di Varsavia per non aver riservato lo stesso trattamento ai migranti provenienti da Medio-Oriente e Africa attraverso il confine bielorusso, quasi sempre rispediti dall’altra parte del confine con la forza dalla polizia.
Eppure, quello dei rifugiati ucraini non è un flusso esclusivamente diretto verso Occidente (geografico e politico). Secondo i calcoli ONU quasi due milioni di persone avrebbero trovato rifugio in Russia, e altre centinaia di migliaia in Bielorussia. Conseguenza, questa, dell’apertura di corridoi umanitari verso i due Paesi nemici di Kyiv, nonché del trasferimento in Russia di intere famiglie russofone residenti nei territori conquistati dalle truppe di Mosca.
Peraltro, oltre a vittime innocenti della guerra, i rifugiati ucraini potrebbero presto diventare il bersaglio di propaganda xenofoba nei Paesi di accoglienza. A lanciare l’allarme sono state le ONG umanitarie WorldVision e Warm Welcomes, Lurking Tensions, secondo cui col passare delle settimane i migranti potrebbero ritrovarsi oggetto di fake news da parte di movimenti estremisti, che potrebbero artatamente sostenere l’ingiustizia di destinare più fondi agli ucraini rispetto agli abitanti del luogo, stigmatizzando i nuovi arrivati e sottolineando i casi di criminalità.
Il report UNHCR sottolinea, più in generale, come quest’anno più di 100 milioni di persone siano state costrette a lasciare il proprio Paese, con le situazioni peggiori registrate proprio in Ucraina, Burkina Faso e nel Myanmar recentemente tornato sotto la giunta militare.