“La mancanza di soluzioni per i conflitti, unita all’insicurezza a livello globale, ha causato una quantità di sfollamenti e di necessità di aiuti umanitari ingestibile, al punto che vediamo oggi in Yemen.”
Lo ha dichiarato Angelina Jolie durante la conferenza odierna, a pochi giorni dal suo ritorno dallo Yemen, dove l’attrice produttrice ed inviata speciale dell’ONU ha fatto visita agli sfollati nei campi profughi.
“It is heartbreaking, infuriating & a man-made crisis. Aid relief without political solutions does not work – the two go hand in hand. Nothing is more important for Yemen than to end the conflict so people can life in safety & dignity”
– Angelina Jolie, #Yemen UN Pledging Event pic.twitter.com/lXau6uv9Q3
— Islamic Relief (@IRWorldwide) March 16, 2022
Dopo più di 7 anni di guerra, oltre alle centinaia di migliaia di morti, il paese e le organizzazioni umanitarie si sono trovate a gestire 4 milioni di sfollati e 23 milioni di persone che soffrono per via della fame, delle malattie e dei rischi dovuti al conflitto. Proprio per sopperire alla risposta della comunità internazionale alla crisi in Yemen, che a detta del Segretario Generale Antonio Guterres è stata “deludente”, l’ONU ha organizzato la conferenza di oggi con l’obiettivo di raccogliere 4.3 miliardi di dollari da usare nel 2022.
“Ho visitato un insediamento informale, che ospitava 130 famiglie. Solo 20 di queste ricevono aiuti sotto forma di cibo, e solo quando i fondi sono disponibili,” ha raccontato Jolie. “Questa è la realtà di una richiesta di aiuti umanitari drasticamente sotto finanziata, nel mezzo di un conflitto che continua da anni senza alcuna soluzione di tipo politico”.
Con l’attenzione puntata su altri conflitti, i fondi distribuiti ai cittadini bisognosi dello Yemen non sono mai stati cosi pochi. Se non si ottenessero ulteriori donazioni, 19 milioni di persone soffrirebbero la fame nella seconda meta di quest’anno.
“Si tratterà di una crisi della fame di dimensioni epocali, se non facciamo un passo avanti immediatamente,” ha detto il direttore esecutivo del World Food Programma (WFP) David Beasely. “Non avremo altra scelta che togliere il cibo agli affamati per darlo ai morti di fame”.
Proprio all’inizio di quest’anno, il WFP è stato costretto a ridurre le quantità di razioni distribuite ad 8 milioni di persone per via della mancanza di fondi.
Ad oggi, le Nazioni Unite hanno raccolto 14 miliardi di dollari, il 75% dei quali è stato fornito da Stati Uniti, Arabia Saudita, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti, Germania e dalla Commissione Europea. L’impatto di questi sei grandi donatori è stato “un successo importante”, come dichiarato dall’Emergency Relief Coordinator Martin Griffiths.
“Se c’è un messaggio che vogliamo mandare al resto del mondo è: non fermatevi adesso. Dobbiamo dimostrare che non essere più sulle prime pagine dei giornali non si traduce nel venire lasciati indietro,” ha detto Griffiths.
La richiesta delle Nazioni Unite ha incoraggiato ulteriori donazioni da parte delle potenze mondiali. La Commissione Europea ha promesso 172 milioni di dollari, la cifra maggiore mai donata da Bruxelles dall’inizio della guerra (nel 2014) ad oggi. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha annunciato un incremento di $585 milioni negli aiuti.
“Spero che tutti noi prenderemo un minuto per metterci nelle scarpe dei cittadini dello Yemen,” ha poi dichiarato Blinken. “Gli aiuti umanitari sono una parte dell’equazione. Non può funzionare in assenza di pace.”
Nelle prossime ore sapremo quanti paesi avranno deciso di aumentare le loro donazioni per la crisi umanitaria in Yemen, e se le Nazioni Unite avranno raggiunto l’obiettivo di 4.3 miliardi di dollari.
“Avete l’opportunità, in quanto governi, di affrontare questa disperata emergenza umana e puntare ad una fine urgente per il conflitto,” ha detto Jolie terminando il suo discorso. “Spero che la coglierete. Vi imploro di farlo, a nome del popolo dello Yemen, delle famiglie che ho conosciuto.”