Nonostante i molti disaccordi tra le varie fazioni libiche e i leader globali, la Conferenza sulla Libia di Parigi ha permesso diversi punti d’incontro tra le varie parti.
La conferenza, organizzata da Nazioni Unite, Italia, Francia e Germania, ha posto al primo posto le elezioni politiche che dovrebbero avvenire in Libia il 24 dicembre. Il processo politico che porterebbe alle elezioni, infatti, è stato supportato dalle Nazioni Unite e potrebbe porre fine al conflitto libico, durato dieci anni, e permettere la rimozione delle forze straniere dal territorio.
“La Libia oggi è più vicina che sia mai stata negli ultimi anni a risolvere la sua crisi interna, spezzando il ciclo di continue transizioni politiche. Non possiamo perdere questa opportunità,” ha dichiarato António Guterres, Segretario Generale dell’ONU.
Insieme a Guterres, che ha partecipato alla conferenza in maniera telematica, si sono riuniti a Parigi la vicepresidentessa USA Kamala Harris, il Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah, Mario Draghi, il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ed i capi di diplomazia di Russia, Cina, Giordania, Svizzera, Algeria e Marocco.
Potrebbe aver diminuito l’efficacia dell’incontro, però, la mancata presenza del portavoce del governo turco, dovuta probabilmente proprio alla volontà del governo libico e degli stati coinvolti di rimuovere mecenati e militari turchi, che ad oggi controllano l’esercito di Tripoli, dal territorio.
I leader presenti hanno accettato di aderire a tre punti, che dovrebbero garantire le elezioni e la conseguente pace. In primo luogo le Nazioni Unite sanzioneranno chiunque provi a boicottare il voto, in modo da garantire l’equità del processo politico. Il secondo punto consisterà in una spinta a livello internazionale per liberare la Libia dalle forze militari straniere. Infine, le diverse fazioni libiche si sono impegnate ad accettare l’esito del voto.
Dopo un incontro privato con il Primo Ministro Dheibah all’ambasciata italiana di Parigi, Draghi ha sottolineato quanto sia importante che venga redatta una nuova legge elettorale in Libia “con l’accordo di tutti, non nelle prossime settimane ma nei prossimi giorni.”