Durante l’incontro del Consiglio di Sicurezza ONU di martedì, l’Inviato Speciale del Segretario Generale in Siria Geir Pedersen ha parlato delle conseguenze dei primi 10 anni di conflitto sulla popolazione siriana e dei cambiamenti che devono avvenire. Tanto per cominciare, ha commentato il recente annuncio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, che riportava le 350.000 vittime morte durante il conflitto dal 2011 ad oggi. Questo dato sembrerebbe, per altro, non includere le possibili vittime ancora sconosciute, e il numero potrebbe di fatto essere molto più alto.

Oltre alle morti, è importante parlare dei 12 milioni di sfollati e delle decine di migliaia di persone incarcerate, rapite o scomparse.
“Ho ricordato al Consiglio che abbiamo avuto 18 mesi di calma, ma è una calma fragile” ha dichiarato Pedersen. “Se si aggiungono a questa calma i problemi economici, le sfide umanitarie, il fatto che il 90% della gente siriana vive in condizioni di povertà e che più di 13 milioni necessitano assistenza umanitaria, ci dovremmo ricordare che questa crisi deve essere risolta subito e che questo è il momento per le iniziative politiche”.
L’Inviato Speciale crede, in particolare, nel bisogno dei cittadini siriani di assistere ad un processo politico guidato e posseduto dai siriani stessi, ma con un supporto internazionale sostenuto e ripetuto nel tempo. L’obiettivo dovrebbe essere, secondo Pedersen, di ripristinare l’unione e l’indipendenza siriana, permettendo agli abitanti del paese di determinare il proprio futuro.
Un altro tra i punti centrali annunciati durante l’incontro è stata la conferma di una sesta riunione, ad Ottobre, del gruppo volto a creare una nuova costituzione il paese, in cui sarà presente proprio l’Inviato Speciale Peterson. Al Comitato Costituzionale, che avrà luogo a Ginevra, verranno come al solito invitati i vari gruppi coinvolti nel conflitto: il governo, l’opposizione e la società civile.
“Sono convinto che Ginevra possa essere il luogo in cui i siriani impegnati per la pace duratura possano iniziare a lavorare l’uno con l’altro in maniera costruttiva” ha detto Pedersen. “È vero che siamo sviati e, la mia speranza, è che siamo di nuovo in carreggiata dopo 8 mesi di negoziazioni e che riusciremo a iniziare a buttare giù una bozza”.