Il rapporto International Migration 2020 Highlights, pubblicato dal Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari economici e sociali (DESA), mostra che la pandemia potrebbe aver rallentato i flussi migratori di circa due milioni di persone, tagliando la crescita annuale prevista dal 2019 di circa il 27%.
Dall’anno 2000, c’è stato un forte aumento della migrazione. Quell’anno circa 173 milioni di persone vivevano al di fuori dei loro paesi di origine. Vent’anni dopo, la cifra era salita a 281 milioni. In una dichiarazione, Liu Zhenmin, Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali, ha dichiarato: “Il rapporto afferma che la migrazione fa parte del mondo globalizzato di oggi e mostra come la pandemia COVID-19 abbia avuto un impatto sui mezzi di sussistenza di milioni di migranti e le loro famiglie e ha minato i progressi nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.
La crisi economica, a seguito della pandemia, ha avuto un forte impatto sulle rimesse, i soldi che i migranti inviano a casa nei loro paesi di origine. La Banca Mondiale prevede che i trasferimenti di denaro ai paesi a reddito medio e basso potrebbero registrare un calo di 78 miliardi di dollari, circa il 14% dell’importo totale. Ciò influenzerà negativamente i mezzi di sussistenza di milioni di migranti e delle loro famiglie, specialmente in quei paesi con una grande diaspora. L’India, ad esempio, ha la più grande diaspora del mondo: 18 milioni di persone vivono fuori dal Paese. Altre nazioni con diaspore significative sono Messico, Federazione Russa (11 milioni ciascuna), Cina (10 milioni) e Siria (otto milioni).
Contrariamente ad alcune percezioni, la stragrande maggioranza dei rifugiati, circa l’80%, è ospitata in paesi a basso e medio reddito e costituisce circa il 12% di tutti i migranti internazionali. Il numero di rifugiati sta aumentando più rapidamente della migrazione volontaria: il numero di persone costrette a lasciare la casa a causa di conflitti, crisi, persecuzioni, violenze o violazioni dei diritti umani è raddoppiato da 17 a 34 milioni dall’inizio del XXI secolo.
Riconoscendo la necessità di gestire meglio la migrazione, l’Assemblea Generale ha adottato diversi accordi fondamentali, tra cui l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, la Dichiarazione di New York per i rifugiati e i migranti e il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare. DESA informa che i Paesi che al momento hanno iniziato ad adottare queste misure sono circa 60.