Il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha detto che le sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran sono “tornate in vigore” e ha minacciato “conseguenze” se gli Stati membri dell’ONU non le rispettano. “Oggi gli Stati Uniti accolgono con favore il ritorno di praticamente tutte le sanzioni ONU in precedenza revocate contro la Repubblica islamica dell’Iran”.
Lo ha annunciato con un post su Twitter: “Sono tornate in vigore tutte le sanzioni contro l’Iran, principale sponsor di Stato del terrorismo e dell’antisemitismo. Ciò comprende un’estensione permanente dell’embargo sulle armi. Questa è un’ottima notizia per la pace nella Regione”.
Gli Stati Uniti un mese fa avevano avviato un processo di 30 giorni al Consiglio di Sicurezza, in scadenza il 21 settembre, lo stesso giorno della 75° Assemblea generale delle Nazioni Unite, che porta alla restituzione delle sanzioni delle Nazioni Unite contro l’Iran, il cosiddetto “snapback”, e impedirebbe anche la scadenza di un embargo sulle armi convenzionali a Teheran il 18 ottobre.
Washington è però isolata dalle altre grandi potenze, e anche gli alleati europei insistono sul fatto che la mossa di Washington sia priva di effetti giuridici, poiché Pompeo ha utilizzato un meccanismo concordato nell’ambito di un accordo nucleare del 2015 tra l’Iran e le potenze mondiali, che gli Stati Uniti hanno abbandonato nel 2018.
Regno Unito, Francia e Germania hanno dichiarato venerdì al Consiglio di Sicurezza che resteranno impegnate per la piena attuazione del JCPoA e che le sanzioni delle Nazioni Unite per l’Iran continueranno ad essere revocate, mentre l’Iran continuerà ad essere responsabile del rispetto dei suoi obblighi.
“Non ci uniremo a questo fallimento della leadership” aveva affermato Pompeo lo scorso 21 agosto, accusando gli alleati europei di “schierarsi con gli ayatollah”. In un incontro con l’ambasciatrice americana Kelly Craft, gli USA avevano ricevuto il sostegno di Israele: “il Consiglio di Sicurezza sta fuggendo dalla sua missione e dal suo mandato, e sta aprendo la strada a un Iran nucleare che minaccerà l’intera comunità globale” aveva dichiarato l’Ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan.
Il viceambasciatore russo delle Nazioni Unite Dmitry Polyanskiy ha risposto su Twitter: “Ad agosto abbiamo detto chiaramente che le affermazioni degli Stati Uniti di attivare lo snapback sono illegittime. Washington è sorda?”
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha dichiarato sabato al Consiglio di Sicurezza che non può intraprendere alcuna azione su una dichiarazione degli Stati Uniti secondo cui tutte le sanzioni dell’ONU contro l’Iran sono state reimpostate perché “sembrerebbe esserci incertezza” sulla questione.

Washington sostiene che abbia innescato il ritorno delle sanzioni, perché una risoluzione delle Nazioni Unite sancisce un patto che gli permette il diritto di eseguire lo snapback. “So che russi e cinesi cercheranno di offuscare quanto scritto, usando le loro tattiche di disinformazione… Nessuna risoluzione può essere modificata unilateralmente da alcun paese, né dall’Iran, né dalla Russia, né dalla Cina, né dagli Stati Uniti. Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza possono essere modificate solo da successive risoluzioni”.
Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha affermato che il mondo dovrebbe opporsi alle sanzioni statunitensi oppure prima o poi dovrà aspettarsi lo stesso. “Gli americani di regola agiscono da prepotenti e impongono sanzioni… La comunità mondiale dovrebbe decidere come comportarsi nei confronti del bullismo”, ha detto alla televisione di stato iraniana poche ore prima della mossa degli Stati Uniti.
L’ambasciatore iraniano delle Nazioni Unite Majid Takht Ravanchi ha poi dichiarato su Twitter: “La falsa e illegale ‘scadenza’ statunitense è arrivata e se n’è andata… Nuotare contro le correnti internazionali porterà solo un maggiore isolamento”.