Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Lifestyles
August 23, 2020
in
Lifestyles
August 23, 2020
0

Reazioni e conseguenze dell’assalto di Trump all’Arctic National Wildlife Refuge

Nonostante gli avvertimenti delle Nazioni Unite, il Presidente USA concede i diritti di trivellare ampie zone dell’Alaska vicine all’Artico

C.Alessandro MauceribyC.Alessandro Mauceri
Reazioni e conseguenze dell’assalto di Trump all’Arctic National Wildlife Refuge

Area of the Arctic National Wildlife Refuge coastal plain, looking south toward the Brooks Range mountains (Wikimedia/U.S. Fish and Wildlife Service)

Time: 6 mins read

L’ “Artico” è una riserva protetta e tutelata dalle Nazioni Unite che hanno più volte respinto le richieste dei vari paesi di accedere alle immense risorse di cui dispone. La tutela e la salvaguardia delle Nazioni Unite è costante: l’ultimo documento, pubblicato solo poche settimane fa, parla di minacce tra le quali anche il semplice spostamento di persone e merci e la debolezza dell’ecosistema cartina di tornasole dei cambiamenti climatici in atto. 

Per questo motivo, ha sorpreso non poco la decisione del presidente degli USA, Donald Trump (sempre in cerca di voti e di appoggi da parte delle grandi imprese, specie visto che appare un po’ in affanno nella corsa per il secondo mandato), di concedere i diritti di trivellare ampie zone dell’Alaska vicine all’Artico. L‘Arctic National Wildlife Refuge è una riserva protetta nella zona nord-orientale dell’Alaska. È il più grande dei 16 National Wildlife Refuge dell’Alaska (circa 78mila chilometri quadrati). Rimasta inviolata per oltre 30 anni grazie all’approvazione, nel dicembre del 1980, dell’Alaska National Interest Lands Conservation Act (ANILCA) da parte del Congresso (poi chiamata Arctic National Wildlife Refuge). 

La legge indicò buona parte della riserva (circa 30mila chilometri quadrati) “area selvaggia”. Solo una piccola parte lungo la costa, circa 6mila chilometri quadrati, nota come “sezione 1002”, fu lasciata aperta alla ricerca (seppure limitata) di gas e petrolio. I ricercatori ritengono che sotto le foreste incontaminate della riserva si nascondano enormi riserve di petrolio ancora non sfruttate: alcuni studi parlano di  giacimenti di petrolio sufficienti a riempire miliardi di barili. É per questo che, nel tempo, sono state presentate numerose richieste di concessione del diritto di trivellare l’area. Istanze ogni volta respinte seccamente dal Congresso guidato dai democratici. Nel 2017, però, la nuova maggioranza repubblicana al Congresso ha deciso di cambiare atteggiamento e ha, di fatto, aperto le porte alle estrazioni nell’Arctic National Wildlife Refuge. Un percorso durato anni che, nei giorni scorsi, con un tempismo quasi sospetto, ha portato David Bernhardt, Segretario degli Interni, a dichiarare che l’amministrazione Trump ha finalmente definito i dettagli per i contratti per l’estrazione di idrocarburi nell’Arctic National Wildlife Refuge entro il 2021. Dovrebbero essere messe all’asta le autorizzazioni per esplorare due zone distinte, da 400mila acri ciascuna (circa sette volte la Lombardia) i cui permessi di trivellazione scadrebbero nel 2024.

Si tratta di una decisione molto delicata che potrebbe avere enormi ripercussioni sia interne che sul piano internazionale. Gli oppositori hanno criticato la decisione del Congresso e del Presidente definendo anacronistico questo passo indietro, proprio ora che il mondo deve ridurre l’uso di combustibili fossili per affrontare il riscaldamento globale. In realtà, da sempre l’amministrazione Trump ha ignorato gli inviti a ridurre il consumo di combustibili fossili e le emissioni di CO2 anche a costo di causare un drastico peggioramento dei cambiamenti climatici. Le conseguenze di queste scelte azzardate sono sotto gli occhi di tutti. Ma prima ancora degli americani: nei giorni scorsi, nella Death Valley, in California, è stata registrata la temperatura record di 54,4 gradi Celsius (129,9 gradi Fahrenheit). A segnalare il dato spaventoso è stata la stazione automatizzata del Servizio meteorologico nazionale degli Stati Uniti, a Furnace Creek, quasi al confine con il Nevada. Secondo il meteorologo Bob Henson dell’American Geophysical Union “possiamo dire con grande sicurezza che, se confermata, quella raggiunta ieri è la temperatura più alta osservata sulla Terra in quasi un secolo”. 

Un’emergenza che ha costretto le autorità ad adottare misure estreme: per la prima volta dal 2001, lo stato della California ha imposto blackout programmati a rotazione per affrontare il boom della domanda elettrica causato dalle elevate temperature, che spingono a un uso incessante di aria condizionata e ventilatori. Una decisione che, però,  non è bastata a impedire il divampare di numerosi incendi: il governatore della California, Gavin Newsom, ha dichiarato lo stato di emergenza a causa del caldo e delle decine di incendi che stanno devastando lo stato: “Stiamo mettendo in campo tutte le risorse disponibili per garantire la sicurezza delle comunità alle prese con i roghi durante queste estreme condizioni climatiche”, ha annunciato, “continuiamo a lavorare per affrontare la sfida e rimanere vigili davanti al persistere di condizioni meteo pericolose”.   Temperature a tre cifre (Fahrenheit) sono state raggiunte anche a Redding nel nord a El Centro vicino al confine. Una situazione che ha costretto il National Weather Service ad emettere numerosi avvisi di allerta: “Si prevede un leggero raffreddamento nel corso della settimana ma le temperature rimarranno al di sopra della norma fino all’inizio della prossima settimana”.
Ma questa evidenza non è bastata a convincere il tycoon della Casa Bianca (per quanto tempo ancora?) che l’uso dei combustibili fossili deve essere limitato e non incoraggiato.

Taciturna l’Unione Europea e i suoi governi, zitta anche la piccola Greta, l’ultima speranza per l’ambiente potrebbero essere i giudici: un gruppo di avvocati ambientali avrebbe presentato un ricorso affermando che l’amministrazione Trump è stata negligente nei controlli e che avrebbe ignorato alcuni requisiti chiave stabiliti dal Congresso quando, nel 2017, diede il via libera all’esplorazione petrolifera. “Il Congresso ha approvato una legge che diceva di utilizzare le entrate dei ricavi della locazione della pianura costiera”, ma l’amministrazione Trump avrebbe adottato “un approccio massimalista” e, così facendo, avrebbe “violato altre leggi come il National Environmental Policy Act e l’Endangered Species Act”, ha detto Erik Grafe, vice procuratore responsabile dell’ufficio di Earthjustice in Alaska. Gli avvocati sostengono che l’analisi dell’agenzia e altre utilizzate per supportare la decisione ANWR non soddisfano i requisiti stabiliti dall’Endangered Species Act o dal National Environmental Policy Act, che richiedono studi ben più approfonditi. 

Dello stesso avviso David Hayes, vice segretario dell’Interno durante l’amministrazione Obama e ora alla School of Law della New York University, che ha ricordato che si tratterebbe di un lotto troppo grande: secondo il disposto della legge fiscale del GOP del 2017 che ha autorizzato le vendite in leasing, tutte le infrastrutture per la perforazione – le piazzole dei pozzi, i pali di sostegno per le condutture fuori terra, quattro piste di atterraggio – non devono occupare più di 2.000 acri. Invece, l’amministrazione Trump avrebbe messo in vendita quasi 1,6 milioni di acri. “Quei 2.000 acri non sono mai stati basati su prove. È stata un’invenzione retorica che ha preso piede al Congresso che si potrebbe effettivamente fare un grande sviluppo di petrolio e gas nell’Artico per meno di 2.000 acri”, ha detto Hayes.

Al di là dei cavilli legali, a destare la preoccupazione degli ambientalisti,- e a essere la chiave per le molteplici cause previste dopo la decisione dell’ANWR – sarebbe la totale mancanza di una seria valutazione dell’impatto sulla fauna selvatica da parte dell’amministrazione Trump. “Non è riuscito ad analizzare adeguatamente gli effetti sugli orsi polari sia sull’impatto di una fuoriuscita di petrolio su una specie che sull’impatto dell’attività sismica su una specie che potrebbe schiacciare tane e uccidere gli orsi polari e i loro cuccioli”, ha detto Kristen Monsell, avvocato del Center for Biological Diversity.

Jared Huffman, deputato della California e firmatario, nel 2019, di un disegno di legge del Congresso che vietava la perforazione ANWR (in seguito bloccato nel Senato), ha definito la decisione di Trump una “analisi fondamentalmente imperfetta”. “Attraverso il lavoro di addetti ai lavori politici e interessi speciali ben collegati, i funzionari di Trump hanno annullato e ignorato la scienza che dimostra i pericoli per gli orsi polari e i loro cuccioli causati dallo sviluppo di petrolio e gas”, ha detto Huffman, che ha lottato per far sì che il linguaggio della trivellazione fosse aggiunto alla legislazione fiscale del 2017, ha definito la decisione di Interior parte di un “approccio metodico e mirato”.

“I suggerimenti secondo cui  [il verbale della decisione] non riflette la legge – o che in qualche modo è la fine del processo di approvazione prima che lo sviluppo abbia luogo – sono semplicemente imprecisi”, ha detto la senatrice Lisa Murkowski (R-Alaska).

L’amministrazione Trump non sembra vederla in questo modo: in riferimento ai commenti sui piani di trivellazione ANWR ha ribadito che “non è d’accordo che lo sviluppo proposto sia incompatibile con il mantenimento di un pianeta vivibile (cioè, non c’è una crisi climatica)”.

Due aspetti non sono stati approfonditi. Il primo è di natura tecnica ma al tempo stesso ambientale ed economica. Il petrolio estratto in Alaska potrebbe essere simile a quello canadese, ovvero “sporco” estremamente costoso da trattare e con enormi conseguenze per l’ambiente dovute proprio ai processi di lavorazione (che, tra l’altro richiedono consumi idrici enormi). Il secondo aspetto  è che questo petrolio sarebbe estremamente costoso e quindi poco conveniente specie in considerazione dei prezzi attuali del grezzo di importazione.

Resta, quindi, da capire se la decisione di Trump sia solo la volontà di mantenere una promessa fatta ai propri sostenitori già durante la propria campagna elettorale per il primo mandato o se, invece, non sia l’estremo tentativo di mostrare i suoi “muscoli” agli americani e magari di recuperare qualche punto percentuale sull’avversario democratico che lo ha superato, ma non di molto.

Share on FacebookShare on Twitter
C.Alessandro Mauceri

C.Alessandro Mauceri

Sono nato a Palermo, città al centro del Mediterraneo, e la cultura mediterranea è da sempre parte di me. Amo viaggiare, esplorare la natura e capire il punto di vista della gente e il loro modus vivendi (anche quando è diverso dal mio). Quello che vedo, mi piace raccontarlo con la macchina fotografica o con la penna. Per questo scrivo, da sempre: lo facevo da ragazzino (i miei primi “articoli” risalgono a quando ero ancora scolaro e dei giornalisti de L’Ora mi chiesero di raccontare qualcosa). Che si tratti di un libro, uno studio di settore o un articolo, raramente mi limito a riportare una notizia: preferisco scavare a fondo e cercare, supportato da numeri e fatti, quello che c’è dietro. Poi, raccontarlo.

DELLO STESSO AUTORE

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

Tornano gli sfollati, ma a quanto pare riconoscere quelli dell’Ucraina conviene

byC.Alessandro Mauceri
Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

Sahel, Libia e Tunisia: dove dovrebbe essere puntato lo sguardo strategico dell’Italia

byC.Alessandro Mauceri

A PROPOSITO DI...

Tags: #climatechangeambienteArticoCambiamento climaticoclimaDonald TrumpDonald Trump 2020
Previous Post

Sacco e Vanzetti, quando la propaganda razzista era rivolta contro gli italoamericani

Next Post

“Semina il vento”: uno sguardo positivo sui giovani che non si rassegnano

DELLO STESSO AUTORE

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

Cop26 chiude in ritardo: sul clima i governi sono ancora credibili? Il tempo lo dirà

byC.Alessandro Mauceri
Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

Cop26 come nei film: -1 sull’orologio dell’apocalisse, via al vertice sul clima

byC.Alessandro Mauceri

Latest News

Donald Trump Appoints Fox News Host Jeanine Pirro Interim U.S. Attorney for D.C.

Donald Trump Appoints Fox News Host Jeanine Pirro Interim U.S. Attorney for D.C.

byDavid Mazzucchi
SWAIA Native Fashion Week 2025: la moda indigena conquista Santa Fe

Native American Fashion Takes Over Santa Fe at SWAIA Fashion Week 2025

byFilomena Troiano

New York

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

“Trump Effect” Tanks Tourism in New York City: 400k Fewer Visitors in 2025

byDaniele Di Bartolomei
Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
“Semina il vento”: uno sguardo positivo sui giovani che non si rassegnano

"Semina il vento": uno sguardo positivo sui giovani che non si rassegnano

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?