La situazione attuale in Siria continua ad allarmare tutto il mondo, e soprattutto le Nazioni Unite. Il Segretario Generale dell’ONU Antonio Guterres ha chiesto un cessate il fuoco immediato dato i combattimenti e le ostilità che continuano a crescere in Siria, mettendo in fuga 900,000 civili dall’inizio di dicembre. “Le ostilità si stanno avvicinando ora ad aree densamente popolate. Le persone si spostano a temperature gelide in cerca di sicurezza che è diventata sempre più difficile”, ha detto il segretario generale dell’ONU in una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce, Stephane Dujarric. “Non esiste una soluzione militare. L’unica strada per la stabilità è una soluzione politica facilitata dalle Nazioni Unite credibile e inclusiva ai sensi della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254 (2015)”, ha concluso la dichiarazione, facendo riferimento alla misura del Consiglio che ha approvato una tabella di marcia per un processo di pace in Siria.
Con le temperature climatiche che continuano a scendere e a causa degli incessanti bombardamenti, più di 900,000 civili nel Nordovest della Siria sono stati costretti a spostarsi in aree sempre più strette per cercare un posto sicuro, hanno confermato gli ufficiali dell’ONU per i diritti umani. “Nessun rifugio è sicuro ora” ha detto Rupert Colville, il portavoce dell’alta commissaria per i diritti umani dell’ONU Michelle Bachelet. “Mentre l’offensiva del governo continua e le persone vengono costrette a sacche sempre più piccole, temiamo che vengano uccise ancora più persone”. Sin dal primo gennaio, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) ha confermato 299 vittime ad Idlib, mentre il governo siriano continua la sua principale offensiva militare per riprendere l’ultima area del paese mantenuta dall’opposizione. “Circa il 93 percento di queste morti sono causate dal governo siriano ed i loro alleati” spiega Rupert Colville. Il rimanente sette percento delle fatalità sono attribuibili a gruppo armati non statali.
Durante il briefing del Consiglio di Sicurezza sulla situazione umanitaria nel nordovest della Siria tenutosi il 19 gennaio al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, il sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore di rilievo di emergenza Mark Lowcock ha lanciato questo messaggio. “La dottoressa Amani Ballour ha detto che ‘gli stessi bambini che ho curato a Ghouta dell’Est sono sfollati di nuovo ad Idlib. Sono ancora tutti sotto le bombe. Hanno ancora paura. Non hanno ancora un rifugio. Non possono andare a scuola. Questa non è vita’”. Lowcock ha continuato spiegando che ci sono almeno 50,000 persone rifugiate sotto ad alberi o spazi aperti, ed inoltre, report giornalieri confermano la morte di bambini per il freddo. “Immaginate il dolore di un genitore che è sfuggito alla zona di guerra con il loro bambino, solo per vederlo congelare a morte”.
Purtroppo, questa non è l’unica notizia di cui preoccuparsi. Mark Lawcock spiega: “la maggior parte dei mercati sono chiusi ed i prodotti di base sono disponibili ma costosi. Il prezzo dei beni di base è aumentato del 70% negli ultimi sei mesi. Da dicembre, 72 ospedali, centri di assistenza sanitaria di base, centri di assistenza specializzati e le cliniche mobili hanno cessato l’attività, sospendendo collettivamente i servizi di quasi 200 medici”.
Inoltre, l’inviato speciale dell’ONU per la Siria, Geir Pedersen, ha lanciato un messaggio speciale al Consiglio di Sicurezza: “Chiedo ancora una volta il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e un immediato cessate il fuoco a Idlib, in definitiva verso un cessate il fuoco a livello nazionale. Esorto i principali attori internazionali a continuare ed intensificare i loro contatti per ripristinare la calma”. Pedersen ha poi aggiunto: “Esorto tutti i membri di questo Consiglio a mettere saldamente il loro peso dietro la ricerca di una via politica da seguire. Come ci ha ricordato ieri il Segretario Generale Guterres, solo in questo modo possiamo veramente servire gli interessi del popolo siriano. La Turchia e la Russia, in quanto sponsor degli accordi di de-escalation di Idlib, possono e devono svolgere un ruolo chiave nel trovare un modo per ridurre la situazione adesso”.
Durante la riunione del Consiglio di Sicurezza, l’ambasciatrice degli Stati Uniti Kelly Craft ha rilasciato un messaggio per tutti i membri del Consiglio: “in effetti, ogni giorno che passa senza un vero cessate il fuoco danneggia ulteriormente la prospettiva di una soluzione politica facilitata dalle Nazioni Unite”. La Craft ha continuato parlando delle azioni militari in Siria che “mirano a mettere in disparte il Consiglio di Sicurezza ed impedire di attuare la risoluzione 2254. Una risoluzione mirata alla pace giusta e duratura, approvata dalla Federazione Russa”. L’ambasciatrice ha menzianato la Russia un’altra volta quando ha spiegato di voler vedere la fine al sostegno delle atrocità del regime di Assad e ad impegnarsi a trovare una soluzione diplomatica per il conflitto. Il discorso degli USA si è concluso con una domanda per il Consiglio intero: “E se non ripristiniamo la calma a Idlib, di cosa possiamo fidarci?”
L’ambasciatore russo Vassily Nebenzia era presente alle discussioni del Consiglio di Sicurezza e ha a sua volta lanciato il suo messaggio: “Ovviamente tutti noi vorremmo vedere progressi sull’andamento politico di questa situazione, ma spingere o imporre soluzioni già pronte violerebbe il principio su cui tutti siamo d’accordo. Il futuro della Siria deve essere deciso dal popolo siriano, e cercare di incoraggiare tutti i siriani ad essere costruttivi”. Dopo il messaggio degli Stati Uniti, l’ambasciatore russo ha voluto rispondere dicendo che la Russia sta solamente cercando di fermare le atrocità di questa guerra, e non vuole causare ulteriori problemi con i terroristi presenti nelle zone di guerra.
L’ambasciatore turco Feridun Sinirlioğlu ha chiesto di parlare al Consiglio di Sicurezza (la Turchia non ne fa parte), rilasciando un messaggio per la situazione in Siria. Dopo aver menzionato le vittime e gli errori commessi dai governi e forze militari durante questa crisi, l’ambasciatore turco ha aggiunto: “queste azioni costituiscono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. È urgente istituire nuovi campi per affrontare nuove ondate di sfollamento.” L’inviato del presidente turco Erdogan ha continuato portando l’attenzione sui siriani che affrontano la guerra giorno dopo giorno. “I siriani si sentono abbandonati dal mondo. Si aspettano che la comunità internazionale li aiuti, si aspettano che il Consiglio di sicurezza alzi la voce. Il messaggio che deve uscire da questo incontro è chiaro: il regime siriano deve smettere di uccidere il suo stesso popolo. Questo è un test per il Consiglio di sicurezza, questo è un test per tutta la nostra umanità. Non possiamo fallire” ha concluso l’ambasciatore turco.