Al Palazzo di Vetro a New York il Segretario Generale, Antonio Guterres, ha reso noto che “questa non è l’estate della nostra giovinezza, non è quella dei nostri nonni”, ma piuttosto una vera e propria emergenza climatica.
Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale dell’Onu (OMM), nel 2019 si è registrato il mese di giugno più caldo della storia, con record infranti a livello globale. Anche luglio si sta già contendendo il titolo di mese più caldo mai registrato, con gli anni tra il 2015 e 2019 che molto probabilmente saranno i cinque anni più caldi della storia. “Se non interveniamo ora sui cambiamenti climatici”, ha dichiarato Guterres, “questi eventi meteorologici estremi sono solo la punta dell’iceberg. E anche quell’iceberg si sta sciogliendo rapidamente.”
In vena del Summit sull’Azione Climatica, che si terrà a New York il 23 settembre, il Segretario Generale ha affermato che il biglietto d’ingresso, per i governi, le imprese e le società civili, è “l’azione audace e ambizione molto maggiore”.
Questo è indispensabile affinché il mondo riesca a limitare aumenti di 1.5C, evitando gli effetti peggiori del cambiamento climatico, tagliando il 45% delle emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050.
Secondo Guterres è giunto il momento di fare il salto dalla dannosa economia “grigia”, per abbracciare l’economia verde, ribadendo: “Abbiamo bisogno di rapidi e profondi cambiamenti nel modo in cui facciamo affari, generiamo energia, costruiamo città e nutriamo il mondo”.
Per quanto riguarda un piano concreto presentato al summit con azione immediata il Segretario Generale ha avuto questo da dire, “venite con piani concreti, passi chiari per migliorare i contributi determinati a livello nazionale entro il 2020, e strategie per la neutralità del carbonio entro il 2050”.
Anche la tecnologia è ormai uno strumento indispensabile per la crescita rapida del settore dell’energia rinnovabile e secondo le parole di Guterres stesso, “la tecnologia è dalla nostra parte, fornire energia rinnovabile a costi molto inferiori rispetto all’economia basata sui combustibili fossili”, continuando, “l’energia eolica e terrestre sono oggi le fonti di energia più economiche in quasi tutte le principali economie”.
Il Segretario Generale ha poi brevemente accennato le tensioni legate alla politica globale, in particolare il Golfo Persico, al risentimento tra Cina e Stati Uniti e tra stati dotati di armi nucleari.
“Un piccolo errore di calcolo potrebbe portare a uno scontro di gran calibro”, ribadendo, “l’ultima cosa di cui il mondo ha bisogno è uno scontro nel Golfo che avrà conseguenze devastanti sulla sicurezza globale e sull’economia globale”.
Per quanto riguarda gli eventi nello stretto di Hormuz, Guterres ha dichiarato: “Sottolineo la necessità di rispettare i diritti e i doveri relativi alla navigazione attraverso lo stretto di Hormuz e le sue acque adiacenti conformemente al diritto internazionale”.
Guterres ha poi evidenziato le sue preoccupazioni sullo scontro economico tra Cina e Stati Uniti, “sono turbato dal crescente attrito tra le due maggiori economie globali. Dobbiamo imparare le lezioni della guerra fredda ed evitarne una nuova”.
“Con la leadership impegnata nella cooperazione strategica e nella gestione degli interessi concorrenti”, ha affermato, “possiamo guidare il mondo verso un percorso più sicuro”.
Sempre in vena degli armamenti nucleari Guterres ha concluso, “Incoraggio vivamente gli Stati Uniti e la Federazione Russa ad estendere il cosiddetto accordo “New Start” per fornire stabilità e il tempo per negoziare future misure di controllo degli armamenti”.
Dopo il suo discorso sono state poste domande riguardanti la situazione nel Golfo Persico, le recenti stragi ad Idlib in Siria, e sulla UNRWA (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees). Solo la domanda finale, posta da Pamela Falk di CBS news, ha rispecchiato il tema del giorno, incentrata sulle tempistiche nelle quali dovranno verificarsi cambiamenti concreti per invertire gli effetti, già visibili, del cambiamento climatico. In risposta a questa domanda molto diretta, il Segretario Generale ha avuto questo da dire, “penso che la scadenza sia ora. Ci sono molte cose che devono essere fatte ora. Ci sono molte cose che si stanno facendo ora, ma si verificherà un momento molto importante nel 2020.”
In chiusura è bene che questi temi sull’azione climatica siano trattati da organizzazioni quali le Nazioni Unite, ma il mancato coinvolgimento da parte dell’opinione pubblica, testimoniato dalle domande poco incentrate dei rappresentanti media, è un ulteriore ostacolo all’ottenimento di risultati tangibili, poiché il nemico maggiore della realizzazione di una società “verde” è il disinteresse stesso.