Il Generale Claudio Graziano, Presidente del comitato militare dell’Unione Europea, durante la sua visita al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York, ha incontrato membri della stampa per rispondere ad alcune domande. Facendo riferimento alle prospettive di far ripartire il progetto Europeo con una difesa comune, il Generale ha detto che “l’Europa degli ultimi anni ha fatto notevoli progressi nell’ambito della difesa e sicurezza, nel 2016 è stata emanata la cosiddetta “Global Strategy”, un progetto per dare concretezza allo sviluppo della politica di sicurezza e difesa, tutto ciò con l’obiettivo di creare una capacità autonoma Europea di gestione delle crisi”. Secondo Graziano questa autonomia comporta la potenzialità, da parte dell’Unione, di portare a termine missioni di proprio interesse, senza però suscitare sentimenti di separazione dalle altre organizzazioni globali. Il presidente del Comitato militare ha poi sottolineato l’importanza ed il valore della cooperazione tra gli stati membri dell’Unione Europea con enti internazionali come le Nazioni Unite, ma in questo caso più in particolare con la NATO, risultando in fuoriuscite più favorevoli e progressi più rapidi.
Spesso l’Europa si affida a poteri esteri per esercitare opere militari, assumendo un ruolo più attivo in ambiti sociali ed economici, trascurando gli eventuali benefici apportati da una forza comune ed autonoma. Sempre in argomento, il Generale Graziano ha aggiunto, “l’Europa si trova in condizioni particolarmente idonee per svolgere missioni, come quelle in corso in Africa, in Mali, in Centrafrica, in Somalia, missioni di addestramento dirette alla ricostruzione delle forze locali”. Queste missioni tendono a conferire risposte integrate in prospettiva della strategia globale, e secondo il Generale, “l’Unione Europea è in una condizione ideale per dare questo tipo di risposta perché può mobilitare risorse che non sono solo militari ma anche economiche, diplomatiche e di cooperazione, contribuendo a mettere questi paesi in condizioni di operare autonomamente”.
Il Presidente del comitato militare ha ribadito la necessità di mantenere un stretto rapporto lavorativo con le varie missioni dell’Onu per dare la base giusta ad un “pilastro Europeo di sicurezza”, il quale è stato impropriamente denominato “esercito Europeo”. Il Generale ha poi parlato dell’importanza di informarsi riguardo problematiche prevalenti del dialogo sociale moderno, dicendo di aver atteso due conferenze tenute negli ultimi giorni, la prima intitolata “Women, Peace and Security”, e la seconda “Women in Uniform”, prontamente evidenziando, “più possiamo coinvolgere il personale femminile, più abbiamo dei modelli da presentare, più coinvolgiamo l’altra metà della società, e in cambio si vedranno risultati più efficaci, contribuendo anche alla lotta contro le ingiustizie”.
In conclusione è stata posta una domanda sulle eventuali strategie adoperate per combattere la nuova ondata di terrorismo post-ISIS, che si è sviluppata in modo frammentario, ma pur sempre crescente, nel corso degli ultimi anni. Il Generale Graziano ha affermato, “queste nuove forme ci sembrano sconosciute proprio perché lo sono. Il terrorismo è magmatico e mutevole, in prospettiva storica ha spesso sorpreso perché è cambiato più velocemente della nostra capacità di cambiare”. È proprio per questo motivo che un sistema di difesa comune Europeo, capace di agire in risposta a possibili focolai e prevenire attacchi, sia di fondamentale importanza nel futuro dell’Unione Europea. Come affermazione finale, il Generale ha ribadito: “il terrorismo non è assolutamente sconfitto, dobbiamo seguirlo in continuazione e sarà una sfida per i prossimi decenni, dobbiamo imparare a contrastarlo addestrando forze locali, ma anche comprenderlo, perché se il terrorismo dovesse divenire ancora più sofisticato sarebbe in grado di mobilitare la povertà, trasformarsi in forme insurrezionali, trasformarsi in terrorismo cibernetico, e noi dobbiamo essere pronti a prevenirlo”.