“Il Global Compact si basa su due semplici idee. La prima, che la migrazione è sempre esistita, ma in un mondo dove diventa sempre più inevitabile e necessaria dovrebbe essere gestita e sicura, non irregolare e pericolosa. La seconda, che è molto più facile che le politiche nazionali siano efficaci quando si appoggiano alla cooperazione internazionale”. Così il segretario generale ONU Antonio Guterres, da Marrakech, ha parlato ai leader dei Paesi (164) giunti a firmare il patto sulle migrazioni negoziato sotto l’egida delle Nazioni Unite. Un patto assurto all’onore delle cronache nazionali negli ultimi giorni, con la notizia che il governo Conte, nonostante precedenti rassicurazioni in sede internazionale, avesse deciso di non firmarlo, e di rimettere la decisione nelle mani del Parlamento. Senza partecipare, dunque, a quell’appuntamento marocchino che Guterres ha definito “lo stimolante risultato di sforzi scrupolosi e accurati”.
Un discorso, quello del Segretario Generale, duro e diretto, perché elenca “le falsità” (così Guterres le ha chiamate) che sono state raccontate riguardo all’accordo. Non è dato, invece, sapere da chi, esattamente, siano state diffuse queste fake news, perlomeno attenendosi al discorso stesso e alle diplomatiche parole del portavoce del Segretario Generale, a cui, durante il tradizionale press briefing all’ONU, abbiamo chiesto delucidazioni. Restano, invece, ben in evidenza i quattro miti che Guterres ha voluto sconfessare davanti ai partecipanti alla Conferenza Intergovernativa. Per lanciare – chissà – un messaggio a chi invece non c’era.
Il primo:
Il Compact consentirà alle Nazioni Unite di imporre delle politiche migratorie agli Stati membri, infrangendo la loro sovranità. Falso. Il Compact non è un trattato. In più, non è legalmente vincolante. È un quadro generale per la cooperazione internazionale, che affonda le proprie radici in un processo negoziale intergovernativo condotto in buona fede, che specificamente riafferma i principi della sovranità dello Stato, compreso “il diritto sovrano degli Stati di determinare le proprie politiche migratorie nazionali e le proprie prerogative per governare l’immigrazione entro la loro giurisdizione, in conformità con la legge internazionale.
Il secondo:
Il Compact stabilirebbe un nuovo diritto di migrare, consentendo a chiunque di scegliere dove e quando spostarsi. Falso. Il Compact riafferma soltanto che i migranti dovrebbero poter godere del riconoscimento dei loro diritti umani, indipendentemente dal loro status. Sarebbe paradossale se, nel giorno in cui commemoriamo il 70esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, pensassimo che i migranti debbano essere esclusi dallo scopo di quel documento.
Il terzo:
La migrazione è essenzialmente un movimento di persone dal Sud del mondo al Nord globale. Falso. Le migrazioni da Sud a Sud sono oggi molto più ampie che da Sud a Nord. Per esempio, ci sono più migranti africani in Africa che in Europa.
Il quarto:
Ai Paesi sviluppati non serve la migrazione. Falso. Nei molti luoghi dove la fertilità è in declino e l’aspettativa di vita si sta alzando, senza immigrazione le economie stagneranno e la popolazione ne soffrirà. Vi faccio un esempio. Mia madre in Portogallo ha 95 anni e ha bisogno di assistenza 24 ore al giorno. Quando vado a trovarla a Lisbona, raramente vedo un portoghese prendersi cura di lei. Lo fanno generalmente migranti, 24 ore al giorno, a giorni alterni, e, come sapete, il Portogallo non è il Paese più ricco al mondo.
Dopo aver sconfessato i falsi miti, Guterres ha sottolineato che “l’immigrazione non regolata ha un enorme costo dal punto di vista umano: un costo in vite perdute in viaggi pericolosi nel deserto, in oceani e fiumi; un costo in vite rovinate per mano dei trafficanti, di datori di lavoro senza scrupoli e di altri sfruttatori”. Soprattutto, ha puntualizzato, “che il loro spostamento sia forzato o no, e che i migranti abbiano ottenuto o meno una formale autorizzazione a condurlo, si devono rispettare i diritti umani e la dignità di tutti gli esseri umani”. “Negarli”, ha proseguito, “e denigrare un gruppo di persone è la strada alla disumanizzazione e all’orrore”.
Parole chiare, dove manca, però, ogni riferimento ai responsabili della denunciata diffusione di falsi miti sul Global Compact e sull’immigrazione e della stessa negazione dei diritti dei migranti. Come ci era già capitato di scrivere su questo giornale in altra circostanza, Guterres, insomma, dice il peccato ma non il peccatore.