“La proposta dell’Italia di inasprire le regole sull’immigrazione avrà un impatto serio sulle vite dei migranti e sono fonte di grave preoccupazione, hanno dichiarato gli esperti ONU di diritti umani, sollecitando il Governo a invertire la rotta”. Si legge così nel comunicato pubblicato alcune ore fa dall’ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani Michelle Bachelet, a proposito delle nuove politiche del Governo italiano in tema di migranti.
Nel mirino degli esperti dell’ONU, l’abolizione della protezione umanitaria prevista dal decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma anche “l’esclusione dei richiedenti asilo dall’accesso a centri di accoglienza orientati all’inclusione sociale” – cioè quelli che fanno parte del sistema Sprar –, e “la più estesa durata della detenzione nei centri di rimpatrio e negli hotspot”, che, secondo la relazione, “mina profondamente i principi internazionali dei diritti umani, e condurrà certamente alla violazione della legge umanitaria internazionale”.
Bachelet e i suoi esperti puntano il dito sul Governo del cambiamento: “Da quando si è insediato nel giugno 2018, il nuovo Esecutivo italiano ha implementato le misure anti-migranti e discriminatorie su cui aveva fatto campagna elettorale”. Misure, sostengono, che restringeranno di molto la possibilità da parte dei migranti di regolarizzare la propria permanenza in Italia, rendendoli peraltro vittime perfette di gruppi criminali e di trafficanti.
Una situazione – prosegue il documento – che potenzialmente “conduce a tensioni sociali e più insicurezza. Un approccio inclusivo avvantaggerebbe non solo i migranti, ma anche gli italiani”. L’Ufficio dell’Alto Commissario riconosce “le sfide che l’Italia affronta a causa dell’assenza di un efficace sistema di solidarietà europeo”, ma questo, afferma, non giustifica “le violazioni dei diritti umani”. “Il Governo deve rispettare i valori racchiusi nella Costituzione italiana, e gli impegni internazionali per cui ha firmato”. Tra questi impegni, il più recente è il Global Compact for Migration che verrà adottato alla Conferenza di Marrakech prevista per il 10 e l’11 dicembre, ma che resta un documento non legalmente vincolante.
Oltre alle politiche del Governo, target delle critiche dell’ONU anche “il clima di odio e discriminazione, che si abbatte sia contro i migranti e le altre minoranze che contro la società civile e i privati cittadini che difendono i diritti dei migranti”. Si parla, in particolare, di un “clima di intolleranza” nel periodo della campagna elettorale che “non può essere separato dagli episodi di odio contro gruppi o individui, anche bambini, sulla base della loro appartenenza etnica reale o percepita, del colore della pelle, o del loro status migratorio”. Prime vittime di questi episodi, persone di origine africana e rom. “Durante e immediatamente dopo la campagna elettorale di quest’anno, le organizzazioni di società civile hanno registrato 169 episodi di razzismo, 126 dei quali con discorsi d’odio e propaganda, anche in manifestazioni pubbliche. 19 casi sono stati segnalati come attacchi violenti e razzisti”.
Ultimo capitolo del documento riguarda la “continua campagna diffamatoria contro le organizzazioni della società civile impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo”, nonché la “criminalizzazione del lavoro di chi protegge i diritti dei migranti”, fenomeni particolarmente diffusi in Italia. “Il Governo italiano, tra gli altri, ha reso quasi impossibile per le navi delle Ong continuare a salvare migranti nel mar Mediterraneo”. Questo ha portato a più persone annegate o disperse. “Salvare vite umane non è un crimine. Proteggere la dignità umana non è un crimine. Gli atti di solidarietà e umanità non dovrebbero essere perseguiti”.
Non è la prima volta che Bachelet esprime preoccupazioni sulle politiche migratorie italiane. Alcuni mesi fa, aveva infatti ventilato l’invio di personale nel Belpaese per vigilare su crescenti episodi di intolleranza e razzismo. Prima di lei, il suo predecessore Zeid Raad Al Hussein aveva definito “inumano” l’accordo che il governo Gentiloni – ministro dell’Interno Marco Minniti – aveva negoziato con Tripoli per chiudere la rotta libica ai migranti. Ma quest’ultima sembra la presa di posizione assunta dall’ONU in assoluto più grave ed esplicita nei confronti dello stato dei diritti umani dei migranti nel nostro Paese. Si attende, a questo punto, la risposta ufficiale del Governo italiano.