Sono mesi che, non appena la fragile calma apparente tra Israele e Palestina si rompe sulla striscia di Gaza, i media internazionali parlano della “peggior escalation dal 2014 a questa parte”. È accaduto anche nelle scorse ore, quando la violenza è scoppiata nuovamente, secondo le ricostruzioni, dopo un’operazione sotto copertura delle forze speciali di Israele, che sono penetrate diverse miglia all’interno della Striscia. Hamas ha risposto lanciando centinaia di razzi oltre confine, a cui è seguita, a sua volta, la risposta di Tel Aviv, con bombe sganciate contro diversi siti, tra cui quello della stazione televisiva controllata da Hamas, Al-Aqsa TV.
Una ricostruzione, questa, non accettata dall’ambasciatore israeliano all’ONU Danny Danon, che, prima dell’inizio della riunione speciale del Consiglio di Sicurezza martedì, ha avvertito i suoi membri: “Non accetteremo un appello affinché entrambe le parti esercitino moderazione: c’è una parte che attacca e spara 400 missili contro le popolazioni civili, e c’è un’altra parte che protegge i suoi cittadini”. “Ogni membro del Consiglio di Sicurezza”, ha aggiunto, “dovrebbe chiedersi come reagirebbero dopo una raffica di missili sul loro Paese”.
Danon ha anche invitato a pensare alla reazione di adulti e bambini al suono del “red alert” che segna un raid aereo. “Alcuni membri moralmente corrotti del Consiglio di Sicurezza salteranno su per incolpare Israele, e altri che fingono di essere obiettivi richiederanno moderazione da entrambe le parti, ma vorrei essere chiaro: non ci sono ‘entrambe le parti’. C’è Hamas che spara 460 missili contro civili, e c’è Israele che protegge il suo popolo. Il Consiglio di Sicurezza deve condannare Hamas per il suo aggressivo attacco e infine designarlo come un’organizzazione terroristica”, ha aggiunto l’ambasciatore.
Anche Riyad Mansour, rappresentante permanente della Palestina all’ONU, ha parlato alla stampa al termine della riunione del Consiglio, richiesto da Kuwait e Bolivia. Mansour ha a sua volta condannato l'”aggressione” israeliana su Gaza e ha invitato il Consiglio di Sicurezza ad “assumersi le proprie responsabilità”. Secondo l’Ambasciatore palestinese, Israele “ha accelerato questo giro di violenza nelle ultime 48 ore”, quando soldati israeliani travestiti da civili sono entrati a tre chilometri da Gaza. A suo avviso, il Consiglio di Sicurezza è rimasto “paralizzato” a causa del rifiuto di un particolare Paese (gli Stati Uniti) ad intraprendere un’azione sulla questione. Mansour ha comunque sottolineato che la sua delegazione “continuerà a bussare alla porta del Consiglio di Sicurezza affinché si assuma le proprie responsabilità”.
L’ambasciatore palestinese ha espresso il suo apprezzamento per gli sforzi compiuti dall’Egitto per reintegrare il cessate il fuoco del 2014 e spera che gli sforzi possano continuare. Oggetto dei negoziati, ha specificato l’Ambasciatore, non è stato solo un cessate il fuoco, ma anche una roadmap per rimuovere il blocco israeliano su Gaza che ha descritto come “immorale, illegale” e “disumano”. Mansour ha ricordato che le persone a Gaza si trovano a vivere in una “situazione miserabile”.
A seguito dell’escalation, sono stati riportati 8 morti: 7 palestinesi e un soldato israeliano. Hamas e gli altri gruppi militanti hanno poi dichiarato di aver accettato il cessate il fuoco negoziato grazie alla mediazione egiziana, ma i combattimenti hanno seriamente rischiato di far deragliare gli sforzi di Nazioni Unite, Egitto e Qatar per negoziare una tregua di lungo periodo.
Il lancio di missili da parte palestinese è stato duramente condannato dalla portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather Nauert. “Condanniamo con la massima fermezza gli attacchi missilistici, missilistici e di mortaio che stanno avvenendo da Gaza verso Israele”, ha detto. “Chiediamo sospensione duratura di quegli attacchi, ci schieriamo con Israele nel momento in cui Israele si difende da questi attacchi ed è semplicemente inaccettabile colpire i civili”.