Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Onu
August 2, 2018
in
Onu
August 2, 2018
0

Al Hussein, il Commissario per i Diritti Umani che pochi potenti rimpiangeranno

Zeid Ra’ad Al Hussein, famoso per le sue critiche pungenti, ha conversato con i corrispondenti all’ONU ormai al termine del suo mandato

La Voce di New YorkbyLa Voce di New York
Al Hussein, il Commissario per i Diritti Umani che pochi potenti rimpiangeranno

Zeid Raad Al Hussein, Alto Commissario per i Diritti Umani.

Time: 5 mins read

“Sono la voce globale in tema di diritti umani universali; sono stato eletto da tutti i governi, e li critico tutti”. Con questa dichiarazione, il principe giordano Zeid Ra’ad Al Hussein, da settembre 2014 Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, esplicitava alla platea di ospiti del gala della Peace, Justice and Security Foundation (2016) il manifesto programmatico del proprio mandato. Una vocazione, quella di “speak out”, di “parlare” – senza giri di parole e riguardo a questioni estremamente controverse – ampiamente confermata anche durante la conferenza presso la United Nations Correspondents Association (UNCA), tenutasi praticamente al termine del primo, e si apprende anche ultimo, mandato del principe giordano alla guida dell’OHCHR. L’evento è stato condotto dal presidente dell’UNCA Sherwin Bryce-Pease.

Durante il gala di due anni fa, Al Hussein lasciò tutti a bocca aperta criticando esplicitamente gli esponenti dei principali partiti populisti mondiali – Wilders, Trump, Orban, Zeman, Hofer, Fico, Le Pen, Farage -, ed equiparando in certo qual modo la loro retorica a quella dei terroristi di Daesh. “I populisti usano mezze verità e un’ipersemplificazione – i due bisturi dell’arco della propaganda, e qui internet e i social media sono i binari perfetti per loro, riducendo i loro messaggi in piccoli blocchi: sound-bytes, tweet”, tuonò da quel podio. “Non si aspettavano un discorso come quello”, ha confessato a posteriori il Commissario durante l’incontro con la stampa. “Ma bisognava dire qualcosa”. La fonte d’ispirazione di quelle dichiarazioni fu il “grottesco” (parole sue) manifesto in undici punti dell’olandese Geert Wilders: “Non ripeterò quello che ha detto, ma ci sono molti che lo faranno, e si prevede che il suo partito andrà bene alle elezioni di marzo”. Quella previsione si rivelò corretta.

Durante l’incontro con i corrispondenti alle Nazioni Unite, a quella lista, Al Hussein ha aggiunto, en passant, anche il vicepremier italiano Matteo Salvini. Ma le parole di fuoco le ha riservate soprattutto a Trump. Nel periodo in cui l’attuale Presidente era ancora un candidato, ha raccontato Al Hussein, “sono stato intervistato da diverse testate”. In quel caso, le sue critiche non erano finalizzate a “interferire con il processo elettorale”, ma erano motivate dal fatto che le uscite del futuro Commander-in-Chief avevano conseguenze potenzialmente tanto pervasive che “parlare”, “speak out”, diveniva necessario. “Ho continuato a parlare anche dopo”, ha proseguito il Commissario, “e ho espresso preoccupazione non solo per gli attacchi contro i media, ma anche per ciò che a mio avviso si avvicinava all’incitamento all’odio”. Il principale timore, ha fatto capire Al Hussein, era (ed è) che i frequenti e appuntiti strali lanciati da Trump alla stampa potessero risultare in una limitazione della libertà di espressione. Non solo. Si ha come la sensazione, ha dichiarato il principe giordano, che non si sappia che direzione stia prendendo, in tema di diritti umani, uno dei principali leader del mondo. E ha ricordato che il rispetto dei diritti umani è sancito da leggi e trattati: “Sono vincolanti, non è qualcosa di relativo”, ha affermato.

La sala piena di corrispondenti dalle Nazioni Unite per ascoltare Zaid Ra’ad Al Hussein, mentre Sherwin Bryce-Pease poneva le prime domande (Foto di Melissa Kent)

Più cauta, la risposta riservata dal Commissario a noi della Voce, che gli abbiamo chiesto conto della questione migratoria e di quanto sta accadendo in Libia. Lo scorso novembre, infatti – è bene ricordarlo -, proprio Al Hussein definì “inumano” l’accordo che l’allora governo Gentiloni strinse con Tripoli, per impedire le partenze dei migranti dal Paese nordafricano. Una finalità perseguita, e in questo caso sbandierata fieramente, anche dall’attuale Esecutivo, nonostante il puntuale monito di allora dell’Alto Commissario per i Diritti Umani. C’è stato forse qualcuno, abbiamo allora chiesto noi, che, dall’ONU, non è stato abbastanza chiaro nel condannare certe politiche verso i migranti? Al Hussein l’ha presa alla lontana: “Il 95% della popolazione mondiale non si sta spostando. Quando si guarda alle migrazioni, i numeri sono relativamente modesti, a confronto dell’ampiezza delle isterie e delle reazioni. Il vero problema mi sembra la xenofobia”, ha puntualizzato: “Allora, una sola persona [straniera – ndr] diventa troppo”. Il Commissario ha quindi ricordato la sua visita a Tripoli dello scorso ottobre, che lo ha profondamente colpito. “Non posso dire perché altri ufficiali delle Nazioni Unite non parlino”, ha poi detto. “Parlare non è facile: se lo fosse, molte altre persone lo farebbero”, ha constatato. “Non ho rimpianti, ho detto quel che ho detto, e quando ho sbagliato l’ho ammesso”, ha chiosato.

Ancora una volta: “speak out”, “parlare”, anche di argomenti scomodi. “Preferisco aver fatto un errore parlando, piuttosto che pentirmi di non averlo fatto”, ha dichiarato Al Hussein in un altro momento della conferenza. E quando qualcuno gli ha chiesto conto delle eventuali “pressioni” ricevute da Governi e Stati, il Commissario ha risposto che le maggior pressione, in questo caso positiva, l’ha percepita dalla società civile, che spesso ha apprezzato la sua franchezza.

Qualcun altro, però, potrebbe non averla apprezzata allo stesso modo. Non è un caso che la sua decisione di non correre per un altro mandato – pratica consolidata per le alte cariche ONU – abbia suscitato un certo stupore. È possibile che quel suo modo di fare senza filtri, e le sue prese di posizione non popolari su molti temi, abbiano provocato qualche mal di pancia? Di certo, al Palazzo di Vetro si sono formate due scuole di pensiero: c’è chi lo considera un Commissario coraggioso, e chi, al contrario, piuttosto inefficace e controproducente proprio per quella sua autenticità senza filtri. Di certo, non sarà piaciuta a tutti neppure la sua constatazione secondo cui “le Nazioni Unite sono sintomatiche del più ampio quadro globale. Sono semplicemente grandi o patetiche come lo stato prevalente della scena politica del tempo”. Dell’ONU ha anche dichiarato che “troppo spesso, non ha altro che parole, risoluzioni, dichiarazioni. A volte mi chiedo: qual è lo scopo?”. Ma ciò che più lo ha messo nell’occhio del ciclone è stata la sua indefessa critica a ciò che ha definito un “nazionalismo aggressivo, macho, sciovinista”. Qualcuno lo ha addirittura accusato di antisemitismo per i timori espressi sulle condizioni dei palestinesi di Gaza. Ma lui – principe arabo il cui eroe è Ben Ferencz, accusatore dei nazisti nel processo di Norimberga – ha vigorosamente respinto tutte le accuse.

“Dopo attenta riflessione, ho deciso di non candidarmi per un secondo mandato di quattro anni”, aveva spiegato, in una breve nota, nell’annunciare la sua decisione. “Per farlo, nell’attuale contesto geopolitico, potrebbe essere necessario inginocchiarsi in supplica; silenziare una dichiarazione di advocacy; diminuire l’indipendenza e l’integrità della mia voce, che è la vostra voce”. Forse, in queste poche righe e in mezzo a tanti sottintesi, si annida la verità sulla sua decisione. Ma nei corridoi del Palazzo di Vetro c’è anche chi parla di pressioni, in questo senso, “giordane, saudite e americane”. Quel che è certo è che pochi potenti lo rimpiangeranno. Il senso del suo mandato, però, l’ha riassunto in una e-mail indirizzata al suo staff, citata dal New York Times: “Ci sono molti mesi davanti a noi: mesi di lotte, forse, e persino dolore – perché, sebbene l’anno passato sia stato arduo per molti di noi, è stato terribile per molte delle persone per le quali lavoriamo”.

Share on FacebookShare on Twitter
La Voce di New York

La Voce di New York

DELLO STESSO AUTORE

“Cynthia in Blunderland”, or How New York City Lost Control of Its Jails

Muore un detenuto a Rikers Island: il primo del 2023 dopo un anno di decessi record

byLa Voce di New York
Pervez Musharraf, Pakistan’s Leader on 9/11, America’s Staunch Ally, Dead at 79

Pervez Musharraf, Pakistan’s Leader on 9/11, America’s Staunch Ally, Dead at 79

byLa Voce di New York

A PROPOSITO DI...

Tags: Al Husseindiritti umaniDonald TrumpLibiaMatteo SalvinimigrantiOnuUNCAZeid Ra'ad Al Hussein
Previous Post

L’ebola torna a flagellare il Congo: 20 decessi in 4 giorni a causa del virus

Next Post

Lo Yemen resta fermo al bivio tra guerra e pace

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Brooklyn: poliziotto colpito con un proiettile alla testa mente comprava un’auto

Brooklyn: poliziotto colpito con un proiettile alla testa mente comprava un’auto

byLa Voce di New York
Il sindaco di New York dorme con i migranti sul Brooklyn Cruise Terminal

Il sindaco di New York dorme con i migranti sul Brooklyn Cruise Terminal

byLa Voce di New York

Latest News

Chiusa la guerra in Ucraina occorrerà dare ordine al sistema internazionale: a quali condizioni?

Chiusa la guerra in Ucraina occorrerà dare ordine al sistema internazionale: a quali condizioni?

byLuigi Troiani
“Cynthia in Blunderland”, or How New York City Lost Control of Its Jails

Muore un detenuto a Rikers Island: il primo del 2023 dopo un anno di decessi record

byLa Voce di New York

New York

Il Governo USA fa causa a Google per abuso di posizione dominante

Google licenzia 12.000 dipendenti: a New York i lavoratori manifestano

byLa Voce di New York
New York: l’affitto dei coinquilini è salito del 20% in un anno

New York: l’affitto dei coinquilini è salito del 20% in un anno

byRiccardo Ravasini

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post
Lo Yemen resta fermo al bivio tra guerra e pace

Lo Yemen resta fermo al bivio tra guerra e pace

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the and the .

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?