C’era grande attesa per il debutto del presidente Donald Trump al Palazzo di Vetro dell’ONU e la giornata che avrebbe dovuto dare forti segnali su quanto il capo della Casa Bianca considererà il suo impegno con le Nazioni Unite, è andata un po’ sotto le aspettative, almeno di quelle “mediatiche”.
La conferenza sulla riforme dell’ONU, una vertice voluto e organizzato dalla missione USA all’ONU guidata dall’ambasciatrice Nikki Halley, é stata la più veloce riunione “di alto livello” che si ricordi all’ONU negli ultimi anni. Trump ha parlato poco più di quattro minuti, il Segretario Generale Antonio Guterres, che è intervenuto dopo Trump (di solito il segretario generale dell’ONU all’interno del Palazzo di Vetro parla sempre per primo) ha parlato poco più di sei minuti. Dopo di loro, nessuno dei capi di governo o ministri (per l’Italia il ministro degli Esteri Angelino Alfano) è intervenuto. Quando al daily briefing abbiamo chiesto al portavoce Stephane Dujarric se fosse quello che il Segretario Generale si aspettava da questa conferenza, ci é stato replicato che Guterres era “very pleased”, molto soddisfatto.
Guterres e Trump in dieci minuti alla conferenza intitolata “Reforming the United Nations: Management, Security, and Development”, se la sono presa entrambi con la burocrazia, come fosse una bestia che rende l’Onu lenta e inefficace. Addirittura, quando è stato il turno del Segretario Generale Guterres, questi ha esordito dicendo “se c’é qualcosa che mi far star sveglio di notte, è il pensiero della burocrazia”, e di come questa rallenti e impedisca il processo decisionale dell’ONU.
Anche Trump sceglie di scagliarsi subito contro i burocrati dell’ONU, e parlando prima di Guterres, fa i complimenti al “Segretario Generale che ha fatto un lavoro fantastico”. Per Trump, le ragioni che hanno portato alla fondazione delle Nazioni Unite sono “obiettivi nobili”. È però sempre colpa della burocrazia se “negli ultimi anni, le Nazioni Unite non hanno raggiunto il loro pieno potenziale a causa della burocrazia e della cattiva amministrazione…”
“Dobbiamo trovare un modo affinché le Nazioni Unite possano fare meglio nello sviluppo, nella gestione delle crisi, nella pace e nella sicurezza”, ha aggiunto Trump. Insomma per il presidente USA, l’Onu “deve concentrarsi di più sulla gente e meno sulla burocrazia”. Trump dice a Guterres che gli USA garantiranno “il nostro sostegno al vostro lavoro” . Ma allo stesso tempo, il presidente del paese più ricco e potente della terra, dice al SG e a tutti i leader seduti in sala che “dobbiamo assicurarci che nessun paese sopporti una parte sproporzionata del peso, che sia militare o finanziario”. Il budget dell’ONU, ha ricordato Trump, é raddoppiato dal 2000, ma “noi non vediamo i risultati in linea con questi investimenti”.
Per Trump, l’ONU deve riguadagnare la fiducia della gente, e quindi per raggiungere ciò “l’ONU deve ritenere responsabili i suoi manager, proteggere chi li denuncia e focalizzarsi sui risultati piuttosto che sul processo”. Quindi Trump ha esortato gli altri paesi membri dell’ONU “di trovare il modo di prendere decisioni coraggiose alle Nazioni Unite con uno sguardo verso il cambiamento del solito business e liberandosi dei metodi del passato, che non stanno funzionando”.
L’intervento di Guterres è stato sulle linee di Trump. I due, che si sono scambiati ampi sorrisi, sembrano quindi in sintonia su questa necessità di riformare l’ONU. Ma sarà solo una questione tra i due? Gli altri Paesi non sono stati invitati a parlare, ma solo a firmare questa intesa. Neanche il Presidente dell’Assemblea Generale Miroslav Lajcák è stato invitato a parlare alla conferenza. Al suo portavoce, La Voce di New York ha chiesto come mai il presidente della 72esima Assemblea Generale non era stato invitato e se invece Lajcák si aspettava di intervenire alla conferenza. Risposta? “Il presidente non si auto invita alle conferenze”.