Giovedì 28 aprile si è conclusa a Ginevra la seconda tappa dei colloqui di pace per la Siria, senza però raggiungere i risultati tanto sperati. L’inviato speciale dell’Onu Staffan de Mistura si è comunque detto ottimista, a patto che la tregua nel Paese, tuttora in corso, venga “rivitalizzata”.
Mentre la precedente tappa di colloqui intra-siriani aveva ricevuto una certa spinta, riscontrando un chiaro impegno ad andare avanti con un modello accelerato di accesso agli aiuti umanitari nelle aree assediate, “questo round di colloqui è stato invece messo in ombra da un sostanziale e preoccupante deterioramento della cessazione delle ostilità”. “Questo non possiamo ignorarlo, così come non l’abbiamo ignorato finora”, ha dichiarato de Mistura. Il suo obiettivo è, infatti, quello di organizzare al più presto una nuova sessione di colloqui entro la fine di maggio. Basti pensare alle ultime notizie riguardanti l’ospedale bombardato nella zona di Aleppo, gestito da Medici Senza Frontiere. Tra le vittime anche bambini e personale medico. “In poche parole: nelle ultime 48 ore, abbiamo avuto una media di un siriano ucciso ogni 25 minuti. Un siriano ferito ogni 13 minuti”. A tale proposito, gli alti funzionari delle Nazioni Unite hanno espresso profonda preoccupazione per la situazione sul territorio siriano.

Di qui la necessità, secondo l’inviato dell’Onu, di “rivitalizzare” la tregua attraverso una cooperazione più stretta tra Russia e Stati Uniti, come unico modo per salvare la situazione e fare chiarezza sulle modalità di intervento (pacifico) in Siria, sebbene nel suo rapporto ONU avesse puntato il dito proprio contro le due super potenze: contro Washington, per aver supportato alcuni gruppi ribelli, e contro Mosca, storico alleato del regime siriano. “L’iniziativa del 27 febbraio scorso da parte della Federazione Russa e degli Stati Uniti è stata praticamente miracolosa poiché, nel giro di poche ore, abbiamo avuto un sensibile crollo delle violenze”, ha ricordato l’inviato speciale. Secondo quest’ultimo, da tale collaborazione dipenderebbe il mantenimento della tregua nel Paese, ma starebbe anche alla base della prossima sessione di trattative. Inoltre, essa rappresenterebbe un fondamentale passo avanti nella lotta contro l’Isis, permettendo di arginare il flusso di terroristi da e verso Iraq, Libia e Siria, oltre a sventare attentati.
Nella dichiarazione, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha fatto eco a de Mistura, invitando le parti in conflitto in Siria a rinnovare immediatamente il loro impegno per la cessazione delle ostilità. Ban Ki-moon ha inoltre incoraggiato la International Syria Support Group (ISSG), in particolare i suoi due co-presidenti, la Russia e gli Stati Uniti – tra cui le Nazioni Unite, la Lega araba, l’Unione Europea e altri sedici paesi – ad esercitare pressioni su tutte le parti interessate per fermare i combattimenti e per assicurare indagini credibili sugli incidenti, come l’attacco all’ospedale di Al Quds.
Durante i colloqui di Ginevra, inoltre, tutte le parti si sono trovate d’accordo su un punto, ovvero la necessità di un governo siriano di transizione che scriva una nuova costituzione: “È ormai chiaro che una transizione politica debba essere preceduta da un nuovo, e ripeto nuovo, credibile e inclusivo governo di transizione, che dovrà sostituire il presente governo”, ha concluso de Mistura.
Il Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari, Stephen O’Brien, intervenendo anche lui al Consiglio di Sicurezza, ha poi invitato i membri ad esplorare ogni possibile via per porre fine alla violenza in Siria, richiamando l’attenzione sul governo siriano che, stando alle ultime notizie, avrebbe dato nuovamente inizio ai bombardamenti aerei sul Governatorato di Darʿā per la prima volta dopo la cessazione delle ostilità. In una videoconferenza da Vienna, O’Brien ha ricordato che l’accesso umanitario non può essere un evento una tantum, in quanto gli attuali livelli di accesso lasciano ancora civili affamati e senza assistenza medica.
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