Il Segretario di Stato degli Stati Uniti, John Kerry, e il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, hanno ufficialmente raggiunto un importante accordo nel quale si è concordata un’interruzione delle ostilità in Siria. L’intesa, raggiunta durante la giornata di ieri e preceduta anche da una telefonata tra Obama e Putin, ha stabilito l’inizio del cessate il fuoco a partire da sabato 27 febbraio ma non coinvolgerà tutte le parti presenti nell’area in questione: vengono escluse e continueranno ad essere combattute, infatti, le organizzazioni terroristiche come l’ISIS e il Fronte Al Nusra ed i gruppi ribelli che non riconosceranno la validità dell’accordo stipulato tra Stati Uniti e Russia. Esso prevede anche una collaborazione più stretta tra i due Paesi per ottimizzare i futuri attacchi da muovere contro le milizie dello Stato Islamico.
II concordato, annunciato anche da Al Jazeera e da altre emittenti locali, è frutto di un lungo periodo contrassegnato da un fitto scambi di opinioni, a volte fortemente contrastanti, tra le due parti per affrontare nel miglior modo possibile l’intricata situazione in Siria; un periodo, inoltre, nel quale la Russia continua ad avere forti attriti con il governo turco, come dimostrano le recenti vicende delle operazioni militari, adottate o solamente auspicate, in Siria.
Gli aspri contrasti tra Ankara e Mosca continuano a preoccupare la comunità internazionale e pochi giorni fa il presidente francese Hollande, durante un’intervista rilasciata ad una radio francese, ha annunciato che c’è il rischio di una guerra tra Russia e Turchia.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha accolto con grande soddisfazione il raggiungimento dell’accordo fra Kerry e Lavrov ma, allo stesso tempo, ha mostrato anche una certa cautela: “Se verrà rispettato pienamente, questo accordo potrebbe rivelarsi come un significativo passo verso l’attuazione della risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza che – ha spiegato Ban Ki-moon – ha dato all’ONU il ruolo di guidare le diverse parti contrapposte verso una transizione politica, uno stop delle ostilità, una nuova costituzione ed elezioni”.
L’attuale Segretario Generale ha ricordato come questo patto rappresenti un fondamentale segnale di speranza per la popolazione siriana, dopo cinque anni di sanguinose guerre che hanno destabilizzato il Paese e provocato quasi mezzo milione di vittime, e ha auspicato che tutti i membri del Gruppo Internazionale di supporto per la Siria ( ISSG ), fra i quali spiccano l’Unione Europea, la Lega Araba e le stesse Nazioni Unite, cooperino al meglio per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Ban Ki-moon, attraverso il suo portavoce, ha inoltre affermato che “c’è ancora molto lavoro da fare per assicurare la realizzazione dell’accordo e la comunità internazionale, l’ISSG e i partiti siriani devono dimostrare la loro ferrea volontà in questa decisione.”. Prima di concludere il suo intervento, il Segretario Generale ha condannato gli attentati, rivendicati dall’ISIS, avvenuti domenica a Damasco e Homs, nei quali sono rimaste uccise 155 persone; anche l’inviato speciale delle Nazioni Unite in Siria, Staffan De Mistura, si è detto scosso per questi gravi attacchi.
Il nostro Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, pur mostrandosi abbastanza prudente, attraverso il suo profilo Twitter ha accolto molto favorevolmente l’accordo preso, scrivendo che “la cessazione delle ostilità finalmente possibile in base a proposta Usa-Russia. Italia fa la sua parte, tutti devono collaborare”.
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