President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • Login
VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily Newspaper in the US

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Onu
December 24, 2015
in
Onu
December 24, 2015
0

Consiglio di Sicurezza ONU apre all’intervento dell’Italia in Libia

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
La riunione del Consiglio di Sicurezza che ha votato la risoluzione 2259 per la stabilizzazione della Libia

La riunione del Consiglio di Sicurezza che ha votato la risoluzione 2259 per la stabilizzazione della Libia

Time: 4 mins read

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 2259 che dovrà servire come strumento legale per dar forza alla stabilizzazione della Libia sconvolta dalla guerra civile. Il tanto atteso passaggio ONU è potuto arrivare solo dopo l’accordo politico firmato a Skhirat in Marocco, tra le principali fazioni libiche, raggiunto solo dopo oltre un anno di difficilissimi negoziati. Mercoledì il Consiglio di Sicurezza, presieduto dall’ambasciatrice Samantha Power, ha approvato all’unanimità la risoluzione, dando quindi legittimità all’accordo firmato il 17 dicembre, che aveva istituito un Consiglio di Presidenza con l’impellente incarico di formare a Tripoli un governo di unità nazionale entro 30 giorni e di mettere in pratica le necessarie misure di sicurezza per la stabilizzazione del Paese e il ritorno quindi nella capitale Tripoli ancora in mano a svariate bande armate.

Samantha Power

L’ambasciatrice USA Samatha Power, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, al momento del voto della risoluzione sulla Libia

La settimana scorsa, a New York, il ministro degli Esteri  italiano Paolo Gentiloni, in un incontro con i giornalisti corrispondenti dall’ONU, aveva ribadito il ruolo dell’Italia nella trattativa che aveva finalmente siglato l’accordo a Skhirat. La Conferenza di due settimane prima tenuta a Roma e in cui aveva partecipato anche il Segretario di Stato John Kerry era stata determinante. Quindi al Palazzo di Vetro, sempre pochi giorni fa, Gentiloni aveva avvertito che in tempi rapidissimi si approvasse una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che garantisse una “cornice di legalità” per il sostegno internazionale alla stabilizzazione della Libia. Cioè, il nuovo governo libico che dovrà nascere e che ora viene legittimato dall’ONU, dovrà lavorare immediatamente alle necessità della Libia, e per questo fin dalla sua nascita esso potrà chiedere supporto economico, umanitario e di sicurezza ai paesi che hanno tutto l’interesse affinché questo avvenga nei tempi più brevi. Quindi in prima fila l’Italia, che con Gran Bretagna e Francia, viene ormai considerata, se necessario, pronta ad un intervento militare in aiuto della stabilizzazione e, soprattutto, in funzione anti espansionismo dello Stato islamico (ISIS o Daesh).

https://link.brightcove.com/services/player/bcpid1722935254001/?bctid=4673651584001&autoStart=false&secureConnections=true&width=480&height=270

Comunque, resta il fatto che anche dopo il passaggio della risoluzione al Consiglio di Sicurezza, la situazione rimane complicatissima perché non tutte le fazioni libiche hanno firmato l’accordo di Shirakt. “La porta è aperta e la mano dell’amicizia tesa”, ha detto l’ambasciatore britannico Matthew Rycroft, che ha presentato in Consiglio di Sicurezza la risoluzione da votare. Alla riunione e poi ad un incontro con i giornalisti, ha partecipato anche l’inviato speciale dell’ONU in Libia, il tedesco Martin Kobler, che ha poi riaffermato quanto la strada sia in salita ma che non ci siano alternative. In un successivo messaggio, Kobler ha detto che “siamo ad una settimana da quando è stato firmato l’accordo politico per la Libia che rimette il paese di nuovo sul sentiero che porta alla costruzione di un moderno stato democratico. Incoraggio tutti i libici ad unirsi per sostenere queste nuove e inclusive istituzioni”.

Martin Kobler

Martin Kobler, inviato speciale ONU per la Libia, parla ai giornalisti dopo il voto della risoluzione 2259

Kobler, ha anche ricordato che al suo fianco ha il generale italiano Paolo Serra, consigliere militare della missione UNSMIL che sta trattando con esercito e polizia regolare libici ma anche con le milizie per consentire al nuovo governo e alla missione ONU di rientrare nella capitale Tripoli ancora divisa tra fazioni armate.  Quando durante la conferenza stampa gli è stato chiesto se Serra rappresenta l’ONU o l’Italia in Libia, Kobler sorridendo ha detto che “ognuno di noi che lavora per l’ONU mantiene un legame con il paese di appartenenza”.

Nella risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza non ci sono riferimenti espliciti al Capitolo Sette, che autorizza l’uso della forza. Ma la risoluzione offre un mandato ai Paesi che intendano farlo, ad “assistere il governo di unità nazionale”, sollecitandone aiuti “se richiesti”, e su questi si intende anche militari soprattutto di fronte a minacce del’ ISIS.

Gentiloni

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, durante l’incontro con i giornalisti della settimana scorsa alla missione italiana all’ONU

Durante lo stake out con i giornalisti successivo al voto della risoluzione, La VOCE di New York ha chiesto all’ambasciatore britannico Matthew Rycroft se la risoluzione 2259 autorizzasse il suo paese, come anche l’Italia, ad un intervento militare in Libia in aiuto del nuovo governo soprattutto in funzione anti ISIS, o se si dovesse attendere per questo un ulteriore risoluzione. “Ha detto bene, c’e’ un serio pericolo ISIS in Libia” ha risposto l’ambasciatore britannico, che poi ha tolto ogni dubbio: “Se ci sarà la richiesta da parte del nuovo governo, noi saremo pronti ad intervenire”, senza aspettare quindi una nuovo risoluzione del Consiglio di Sicurezza (vedi video sotto).

https://link.brightcove.com/services/player/bcpid1722935254001/?bctid=4673624928001&autoStart=false&secureConnections=true&width=480&height=270

Quando avevamo fatto la stessa domanda all’ambasciatore italiano Sebastiano Cardi, subito dopo il passaggio della risoluzione,  il diplomatico italiano ci era apparso più prudente, dicendo che per questi scenari “fosse troppo presto” parlarne e che per un eventuale intervento militare sarebbe stato probabile un altro passaggio “al Consiglio di Sicurezza” .

Dabbashi

L’ambasciatore libico Ibrahim Dabbashi poco prima del suo intervento al Consiglio di Sicurezza

Intanto l’ambasciatore della Libia all’Onu Ibrahim Dabbashi (che al Palazzo di Vetro rappresenta il governo di Tobruk, quello finora formalmente riconosciuto) ha tuttavia messo il piede sul freno: “Non vogliamo bombardamenti adesso”, ha dichiarato il diplomatico alla Reuters prima della riunione del Consiglio di SIcurezza, ma ha ribadito la revoca dell’embargo delle armi perché “l’Isis possiamo combatterla da soli”.

Share on FacebookShare on Twitter
Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e dirigo La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

DELLO STESSO AUTORE

Più di 100 milioni di profughi nel mondo: i drammatici dati dell’UNHCR di Grandi

Più di 100 milioni di profughi nel mondo: i drammatici dati dell’UNHCR di Grandi

byStefano Vaccara
Maggio-Luglio 1992, la guerra Mafia-Stato con un solo vincitore: Matteo 

Maggio-Luglio 1992, la guerra Mafia-Stato con un solo vincitore: Matteo 

byStefano Vaccara

A PROPOSITO DI...

Tags: Consiglio di SicurezzaLibiaNazioni UniteOnuPaolo GentiloniPaolo Serra
Previous Post

Tutta la musica da New York: i 10 migliori album del 2015

Next Post

Nonostante le paure, il 2016 anno di svolta per un futuro sostenibile anche per gli italiani all’estero

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Il “metodo” Draghi-Europa per la pace in Ucraina

Il “metodo” Draghi-Europa per la pace in Ucraina

byStefano Vaccara
Il turismo italiano si rilancia con gli ambasciatori della ristorazione e sport

Il turismo italiano si rilancia con gli ambasciatori della ristorazione e sport

byStefano Vaccara

Latest News

I mosaici del Friuli in mostra all’Istituto italiano di cultura a New York

I mosaici del Friuli in mostra all’Istituto italiano di cultura a New York

byMichele Valle Perini
‘Stranger things’ avrà uno spin-off e una piece teatrale

‘Stranger things’ avrà uno spin-off e una piece teatrale

byAnsa

New York

I mosaici del Friuli in mostra all’Istituto italiano di cultura a New York

I mosaici del Friuli in mostra all’Istituto italiano di cultura a New York

byMichele Valle Perini
Commissione 6 gennaio, venerdì tocca all’avvocato di Trump Pat Cipollone

Commissione 6 gennaio, venerdì tocca all’avvocato di Trump Pat Cipollone

byMarco Giustiniani

Italiany

Brittney Griner scrive a Joe Biden: “Per favore, riportami a casa”

Brittney Griner scrive a Joe Biden: “Per favore, riportami a casa”

byLa Voce di New York
Robert Sorrentino vola da New York a Napoli e scopre di essere un principe

Robert Sorrentino vola da New York a Napoli e scopre di essere un principe

byLa Voce di New York
Next Post

Il morto istituzionale Stefano Cucchi e la polemica della sorella Ilaria

La Voce di New York

President: Giampaolo Pioli   |   Editor in Chief: Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In