Il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, nei giorni scorsi, ha avanzato accuse pesantissime nei confronti del Brasile. Secondo gli esperti del Comitato, la polizia sarebbe responsabile di migliaia di morti tra cui molti bambini e adolescenti. Ma la cosa più grave è che ciò sarebbe stato fatto per liberare alcune aree per effettuare i lavori in vista dei Giochi Olimpici del 2016.
Non è la prima volta che le autorità brasiliane ricorrono a metodi estremi. Come confermato dall’esperto dell’ONU, Gehad Madi: “Abbiamo già visto episodi simili durante i Mondiali del 2014 e ora chiediamo che il fenomeno venga subito corretto per evitare che si ripeta”. Una dichiarazione rafforzata dalle dichiarazioni di Sara Oviedo che, dopo aver confermato che non si tratta di una novità, ha aggiunto: “Si tratta di un modo di migliorare l’aspetto del proprio territorio per poter ricevere manifestazioni internazionali”.
In realtà, a lanciare l’allarme su ciò che avviene in Brasile, era stata Amnesty International, che pochi mesi fa ha pubblicato un rapporto in cui accusava le forze dell’ordine brasiliane di essere numerose uccisioni illegali (il 16 per cento degli omicidi negli ultimi cinque anni nella città sarebbe stato compiuto da poliziotti). Negli ultimi anni le vittime sono quasi sempre persone di colore (in quasi l’ottanta per cento dei casi) e più della metà del totale delle persone uccise erano giovani tra i 15 e 24 anni. Eppure, secondo Amnesty International, su questi casi raramente erano state aperte delle inchieste. L’ufficio del procuratore di Rio de Janeiro ha riferito che, tra il 2010 e il 2015, sono stati processati 587 poliziotti. Ma la realtà è che quasi mai si è giunti alla condanna degli stessi poliziotti.
I dati riportati da Amnesty International sono stati confermati dal rapporto dell’ONU: secondo le informazioni raccolte dal Comitato (anche grazie ad alcuni quotidiani come Estado de S.Paulo), le forze dell’ordine sarebbero direttamente coinvolte nell’“elevato numero di esecuzioni sommarie di bambini”. E il maggior numero di questi omicidi avverrebbe a Rio de Janeiro, dove “esiste un’ondata di ‘pulizia’ che mira alle Olimpiadi per presentare al mondo una città senza questi problemi”, ha dichiarato la vice-presidente del Comitato delle Nazioni Unite, Renate Winter.
Nell’ultimo decennio sono state più di 8 mila e 400 le vittime della polizia. E questo solo nello stato di Rio del Janeiro, uno dei più piccoli del Brasile. Di queste, oltre 5 mila solo nella Capitale. E i casi di “resistenza seguita da morte”, come vengono classificati questi casi dalla polizia, mostrano un trend in preoccupante crescita: negli ultimi due anni sono aumentati di oltre il 30 per cento (cosa che secondo alcuni confermerebbe la “pulizia” della polizia in vista delle Olimpiadi del prossimo anno).
Una violenza inaudita e ingiustificata (né i mondiali di calcio, né le Olimpiadi valgono anche una sola vita umana) che colpisce principalmente i ‘meninos de rua‘ e quelli che vivono nelle ‘favelas’.
“Siamo seriamente preoccupati”, hanno dichiarato i membri del Comitato che hanno chiesto spiegazioni alle autorità locali. Nessuno, però, ha fatto niente di concreto.