“Gli oceani sono una componente essenziale dell’ecosistema terrestre e le loro condizioni sono fondamentali per la sostenibilità del nostro pianeta”. Con queste parole, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha ufficialmente aperto la Giornata Mondiale degli Oceani, celebrata lunedì alle Nazioni Unite. L’importanza dello stato di salute degli oceani e, in generale, di tutte le distese di acqua, è riconosciuta a livello internazionale da diversi decenni: dopo varie idee e progetti su come garantire la salvaguardia degli oceani, durante il Summit della Terra del 1992, tenutosi a Rio de Janeiro, venne avanzata la proposta di istituire una Giornata da dedicare interamente alla loro salute, adottata poi dall’ONU in maniera ufficiale nel 2008.
Oltre il 70% della superficie del nostro pianeta è ricoperta d'acqua ma la capacità di questi ecosistemi di sostenere le attività degli esseri umani, spesso fortemente invasive, si sta riducendo sempre di più poiché l’inquinamento, l’acidificazione degli oceani e la pesca eccessiva minacciano la salute dei mari. In diverse occasioni associazioni come il WWF e le stesse Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme su questa problema, ma il più delle volte i vari governi nazionali non hanno preso misure sufficienti per affrontare la questione in maniera adeguata . Le innumerevoli funzioni cui gli oceani assolvono sono di assoluta importanza per la salute della Terra ed un loro deterioramento, come sta avvenendo in diverse zone, comporterebbe disastrose conseguenze per l’intero ecosistema globale: oltre al loro ruolo di regolatore climatico, necessario per la vita di tutti gli esseri viventi, si stima che due persone su cinque vivano in prossimità di distese d'acqua e che la sopravvivenza di tre persone su sette dipenda direttamente dalle risorse marine e costiere. Gli oceani, inoltre, assorbono un’importante percentuale delle emissioni di gas serra che, allo stesso tempo, ne aumentano l’acidità mettendo a repentaglio la biodiversità marina.

Il segretario generale ONU Ban Ki-moon
“Considerando il ruolo decisivo che gli oceani hanno per la salute del nostro pianeta e la prosperità di tutti noi, essi sono un elemento essenziale per il nostro sviluppo sostenibile – ha detto ancora il segretario generale delle Nazioni Unite – e il loro stato è fra gli obiettivi in corso di elaborazione per intraprendere la lotta globale contro la povertà nei prossimi 15 anni”.
La salvaguardia degli oceani è uno dei cardini più importanti per realizzare gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, programma sottoscritto da tutti gli Stati membri dell’ONU e che, secondo gli impegni presi, dovrebbe essere raggiunto proprio entro la fine di quest’anno.
Prima di congedarsi, il segretario generale ha concluso il suo discorso con un invito all'azione: “Questa Giornata è l’occasione giusta per rafforzare la nostra determinazione per proteggere gli oceani e le loro risorse. Durante quest’anno cruciale, dobbiamo utilizzare tutti i doni degli oceani per le generazioni future”. Secondo gli ultimi dati, poco meno del 4% degli oceani sarebbe tutelato in maniera adeguata nonostante essi abbiano anche un potenziale economico esorbitante: uno studio della VU University Amsterdam, infatti, ha rivelato che gli effetti positivi, in senso prettamente finanziario, derivati dalla realizzazione di un’area marina protetta, sarebbero tre volte superiori rispetto alla spesa totale, in virtù delle numerose attività lavorative e di pesca che si andrebbero a creare. Gli esseri umani sono i principali responsabili del riscaldamento climatico che, fra le conseguenze più gravi, sta portando ad un progressivo innalzamento dei livelli dei mari che minaccia direttamente molte città costiere e le comunità delle innumerevoli piccole isole sparse per il globo.
Dopo il discorso di Ban Ki-moon, è intervenuta anche Irina Bokova, direttrice generale dell’UNESCO, la quale ha subito sottolineato l’importanza dell’evento a pochi mesi dall’apertura della Conferenza di Parigi sul clima, la COP21, che segnerà un traguardo fondamentale per i negoziati del post 2020. “Attraverso la nostra Commissione oceanografica intergovernativa – ha affermato Bakova – stiamo conducendo studi sul rapporto tra oceani e clima, interpellando molti esperti per discutere le nuove scoperte e tendenze riguardo gli oceani e i conseguenti cambiamenti climatici”. Bakova ha poi detto di avere forti speranze che la cooperazione degli Stati contribuisca a sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza ricoperta dagli oceani la cui salute è vitale per la sopravvivenza e il futuro del pianeta.