Gli Stati Uniti d’America mostrano i muscoli. Suscitando una nuova ondata di proteste e polemiche. Il tema è quello del Muos (Mobile user objective system), il controverso impianto di comunicazione satellitare che la Marina USA ha costruito nella base di Nsicemi, in provincia di Caltanissetta, e bloccato dalla magistratura.
Secondo il Tribunale amministrativo regionale (Tar) la costruzione del Muos ha violato le leggi ambientali (sorge all’interno di una sughereta, un sito di interesse comunitario), così come mancano, secondo i giudici amministrativi, prove oggettive della sua innocuità per la salute umana. Ad indagare, oltre alla Procura di Caltagirone che ha disposto il sequestro del cantiere Muos dopo la sentenza dl Tar, è anche la Procura della Repubblica di Palermo che, nei giorni scorsi, ha rigettato la richiesta di archiviazione dell’inchiesta che coinvolge i funzionari della Regione Siciliana che hanno avallato l’opera.
La storia va avanti ormai da anni. E, se finora gli USA hanno giocato la carta della diplomazia per sedare una protesta imponente (“Una protesta così non si vedeva dal tempo dei Vespri Siciliani” ha detto il Presidente onorario della Corte dei Conti Siciliana, Antonio Sancetta nel corso di un convegno due anni fa), adesso hanno perso la pazienza e passanno all’attacco.
Lo fa la Console generale degli Stati Uniti a Napoli, Colombia Barrosse, che, in una intervista rilasciata al quotidiano LaSicilia, in buona sostanza, minimizza la portata della protesta riducendola all’opposizione di un “piccolo gruppo di persone che pensa di sfasciare tutto”. Ad “una speculazione dove ci sono agende politiche, antiamericanismo, antimilitarismo”.
Non solo. La rappresentante della Casa Bianca accusa anche gli attivisti No Muos di avere intimidito gli studenti di una scuola di Niscemi:
“Una scuola di Niscemi doveva fare una visita a Sigonella, dove ci sono militari americani ma anche italiani. Ebbene, – ha detto Colombia Barrose- un gruppo di questi attivisti No Muos sono andati a scuola a intimidire i ragazzi, i professori e il preside dicendo: “Non dovete andare”. E la scuola ha cancellato la visita. Questa non è differenza di opinione, ma intimidazione”.
E quando il giornalista le fa notare che sulla questione si è espressa la magistratura italiana, la Console esprime un punto di vista alquanto radicale, ovvero che la magistratura- secondo lei- andava tenuta fuori: “Voglio che sia chiaro che noi rispettiamo le leggi e le procedure italiane, oltre che il diritto di fare indagini e di tutelare la salute dei cittadini. Sin dall’inizio – ha dichiarato Barrose – il governo italiano non doveva considerare il Muos come un tema da trattare in corti giuridiche di livello regionale perché si tratta di una materia di interesse nazionale, oggetto di un trattato internazionale. Si devono garantire i patti, non si possono cambiare le regole del gioco”.
La Console, quindi, ha ribadito quanto da sempre sostenuto dagli USA. E cioè che il Muos non è dannoso per la salute: “Io su queste cose non posso dire bugie. Sono madre anch’io, mia figlia ha compiuto 15 anni due settimane fa. E se pensassi che a Niscemi ci fosse davvero un minimo problema per la salute come potrei andare dalle Mamme No Muos a dire bugie e poi tornare da mia figlia ed educarla ai principi dell’onestà e della lealtà”?
E poi ha ricordato che l’Italia è un partener storico degli USA: “Quella fra Italia e America non è un rapporto occasionale, come un uomo e una donna che s’incontrano una notte al bar. Il nostro è un rapporto storico, consolidato nel corso dei decenni. Non si gioca con questo, ma ci si comporta come chi vuole investire per far durare al meglio questo matrimonio. ll governo italiano dica che questi sono accordi nazionali per la sicurezza del Paese e con questi accordi non c’entra la Regione”.
Quindi si è detta fiduciosa rispetto alla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, che sul caso si esprimerà l’otto Luglio.
“Noi non ci poniamo domande al condizionale: siamo convinti che questa decisione sarà corretta. Renderà giustizia a tutto quanto concordato e soprattutto alla verità: il Muos è sicuro. Dopo il Cga c’è il Consiglio di Stato, ma è un gran problema. Si deve andare sempre al prossimo passo, al prossimo livello. Prima di rinunciare dovremo per forza percorrerli tutti”.
Al giornalista che le ha chiesto se il sistema del Muos può fare a meno di Niscem ha risposto che “senza il Muos di Niscemi tre quarti del globo sono comunque coperti. E allora potreste dirmi: okay, comunque ne resta fuori solo un quarto. Ma in quel quarto ci sono il Mediterraneo, in Nord Africa e il Medio Oriente. Una parte delicatissima per l’immigrazione e per il terrorismo che minaccia Roma e l’Italia”.
E ancora, sul timore dei Siciliani di potere diventare obiettivo dei terroristi ha aggiunto:
“Parliamo di ladri: il ladro va a rubare in una casa in cui c’è un cane da guardia o in una dove non c’è? Va dove non c’è. In questo senso, pur non minimizzando la preoccupazione di alcuni siciliani, se non ci fosse Sigonella io da siciliana mi sentirei più insicura”.
E sull’eventualità di un blocco definitivo al Muos, non è esclusa l’ipotesi della richiesta di risarcimento:
“Il Muos di Niscemi doveva partire in primavera del 2015, adesso ci sono stati degli interventi di manutenzione per non farlo andare in malora. Si deve calcolare l’attesa, i contratti stipulati e poi scaduti, i soldi spesi inutilmente, finora oltre 60 milioni. Ma poi – ha sottolineato la funzionaria USA -ci sarebbero anche i danni dovuti alla mancata attivazione e alla necessità di trovare un nuovo sito dove ricominciare tutto daccapo. È una cosa molto seria, speriamo di non dover mai arrivare alla richiesta di danni”.
Insomma, gli USA, sono davvero ‘arrabbiati’. La durezza delle parole di Colombia Barrose non lascia spazio a dubbi.
E suscita la reazione, altrettanto dura, degli attivisti No Muos. L’Associazione antimafie Rita Atria, ad esempio, promotrice di alcuni ricorsi sul Muos, in una lettera indirizzata al Parlamento italiano, passa al contrattacco definendo le dichiarazioni della Console “mistificazioni della realtà”. Non solo. Accusa Colombia Barrose di assoluta mancanza di rispetto per le istituzioni italiane – la magistratura in primis-per la Sovranità dello Stato, per la democrazia. L’ Associazione Antimafie paragona l’atteggiamento della Barrose ai “moniti del Sig. Luttwak e del Field Manual statunitense, ritrovati nella borsa di Licio Gelli, in cui si prospettavano “punizioni” per quei popoli considerati dagli statunitensi come sudditi poco disciplinati”.
Insomma, una replica a muso duro che non tradisce alcun timore reverenziale nei confronti degli USA.
Ecco il testo della missiva che la Fondazione ha inviato al Parlamento italiano:
“Nel caso Vi siano sfuggite le ribadiamo alla Vostra attenzione con aggiunta delle note critiche che non possiamo non fare sentendoci offesi nella dignità di Popolo Sovrano di questo Stato e per l’insopportabile aggressione che le parole della Console hanno consumato nei confronti delle Istituzioni Italiane: in primis il Parlamento, mai nominato nelle sue parole (forse perché vera espressione di un consenso popolare che vorrebbe un Paese assolutamente indipendente da ogni interesse e volontà di altrui governi) e successivamente la Magistratura ritenuta ostaggio di piccoli gruppi minoritari di contestatori in malafede, per finire con la Scuola ritenuta soggetta passivamente alle intimidazioni di “piccoli gruppi” di dissidenti.
La Console afferma che dopo un lungo lavoro con il governo centrale, regionale e locale (ma senza dire che mai la pratica MUOS è stata dibattuta nelle aule Parlamentari) per la certificazione del MUOS e per la stesura gli accordi relativi e necessari alla sua realizzazione “un piccolo gruppo di persone pensa di sfasciare tutto… E’ una speculazione che non ha fondamento logico né scientifico. Una speculazione dove ci sono agende politiche: antiamericanismo antimilitarismo”.
Questa insopportabile mistificazione di voler ridurre ad un “piccolo gruppo di persone” quella che è stata una progressiva mobilitazione popolare di uomini e donne, di ogni età ed estrazione sociale, man mano che cresceva la consapevolezza di ciò che rappresentava il MUOS e delle sue conseguenze sulla salute e sulla stabilità pacifica del territorio certificate da consulenti di un tribunale Amministrativo e da docenti universitari di indubbio prestigio internazionale, svilisce il non facile e gratuito impegno di tali Cittadini nella rivendicazione della propria Sovranità.
Ma vogliamo ribadirlo: Ebbene sì è vero siamo antimilitaristi. E se una cosa rivendichiamo è il diritto all’antimilitarismo inteso come scelta politica e culturale alternativa alla militarizzazione delle coscienze ed all’allargamento dei conflitti armati in dispregio della nostra Costituzione che prevede piuttosto le Forze Militari solo come un concetto ed uno strumento di Difesa e ripudia la guerra come mezzo di soluzione dei conflitti internazionali e come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, e non come accade attualmente come strumento e determinazione per la soluzione esclusivamente armata e possibilmente “preventiva” dei conflitti internazionali.
Questo non significa automaticamente essere “antiamericani” poiché sappiamo apprezzare le istanze di Democrazia, di Libertà ed Indipendenza che ci sono venute da quel Popolo nella storia anche recente. Ma diviene certamente un antagonismo alle pratiche governative statunitensi quando esse si orientano a divenire autoreferenziali e finalizzate all’esclusiva tutela dei propri interessi, e ad egemonizzare il controllo del mondo attraverso un dominio assoluto sui popoli e di condizionamento dei propri governi realizzato attraverso un apparato militare mastodontico e attraverso la pratica della corruzione politica. Ed essere etichettati come “piccolo gruppo di persone che strumentalizza” ci offende profondamente perché è un chiaro senso di mancanza di rispetto e di sfacciato antagonismo di rappresentanti governativi degli USA per la crescita di consapevolezza democratiche tra i Cittadini di un altro Paese Sovrano.
La Console arriva a definire “intimidazioni” la attività informativa dei rappresentanti No-MUOS in una scuola di Niscemi solo perché hanno sostenuto in quelle sedi le ragioni affinché la scuola non partecipasse ad una visita organizzata alla base di Sigonella. E c’è da ritenere invece che professori e dirigenti della scuola siano abbastanza adulti ed autonomi da saper valutare con indipendenza se una proposta sia praticabile e non si siano sentiti intimiditi dalle “minoranze di facinorosi” i quali non hanno certo occupato violentemente quella scuola – ma vi sono stati accolti – per rappresentare a docenti e studenti le proprie riserve su una visita già fissata ad una base militare, al fine invitare quei docenti e quegli studenti e studentesse a rinunciarvi.
Ma afferma la Console: “Questa non è differenza di opinione ma intimidazione”, e non è sfiorata dal dubbio che suoni piuttosto come un’intimidazione contro il nostro Paese quando afferma “La strategia americana non sarà soltanto attendista perché nella misura in cui gli ostacoli dovessero continuare ci sarà molta più attenzione e molto meno pazienza”.
A noi simili affermazioni ricordano piuttosto i moniti del Sig. Luttwak e del Field Manual statunitense, ritrovato nella borsa di Licio Gelli, in cui si prospettavano “punizioni” per quei popoli considerati dagli statunitensi come sudditi poco disciplinati, soggetti ai re clienti scelti dall’impero centrale, previsioni che ben opportunamente molti commentatori e storici autorevoli hanno ricondotto alla esecuzione delle tante stragi rimaste impunite sul nostro territorio.
Ciò che emerge dal contesto dell’intervento della Console è l’assoluto disprezzo per le Istituzioni Italiane come la Magistratura, laddove essa afferma che “altra cosa è manipolare il processo giuridico, sfruttando la paura della gente su una base non fattuale, non scientifica e non logica per poter arrivare ad un fine politico che non è positivo per la comunità regionale”.
Dunque la Console ritiene che i pronunciamenti della Magistratura abbiano assecondato “poche persone” che non avrebbero solo strumentalizzato una scuola ma anche la stessa Magistratura giocando su presupposti “non fattuali, non scientifici e non logici”, che la Magistratura avrebbe pedissequamente assecondati e fatti propri senza alcuna base di logica, di fattualità e scientificità. Poveri Giudici trattati alla stregua di poveri mentecatti in balia di minoranze astiose e politicamente antagoniste!
Tra le varie dimenticanze della Console non compare affatto la circostanza che nell’affidamento dei lavori non fossero state rispettate le norme antimafia a garanzia della esclusione delle attività criminali da contesti di appalti milionari, né che sia dovuta intervenire una Procura perché gli Statunitensi cessassero di operare a fronte delle decisione del TAR Regionale che aveva disposto la interruzione dei lavori. Ma Lei afferma “Abbiamo fatto le cose in regola, abbiamo seguito tutti gli standard”. Ma non dice quali siano questi standard, se quelli italiani o quelli imperiali.
Arriva ad affermare che a suo giudizio, pur rispettando le procedure italiane oltreché il diritto di fare indagini e di tutelare la salute della gente, “il Governo italiano non doveva considerare il Muos come un tema da trattare in corti giuridiche di livello regionale perché si tratta di una materia di interesse nazionale oggetto di un trattato internazionale. Si devono garantire i patti non si possono cambiare le regole del gioco”.
Dimostrando così una profonda ignoranza sul sistema italiano della giurisdizione e dimenticando che i trattati internazionali dovrebbero essere soggetti alla conoscenza, per la pubblica discussione ed approvazione, delle Assemblee parlamentari. Cosa che è stata sempre inibita al nostro Parlamento. Una esclusione che è stata sempre indebitamente pretesa dal referente statunitense da parte dei nostri Governi.
Ma è lo stesso errore di prospettiva e di cultura democratica per cui non molti anni fa il sig. Luttwak accusava il Governo italiano di comportarsi da prostituta per non dare esecuzione ad impegni personali di alcuni ministri di acquistare missili Pershing (esclusi invece dalla discussione parlamentare che aveva autorizzato solo missili Cruise) per cui egli minacciava e millantava di avere avviato una selezione in proprio – tramite il suo Istituto di ricerca statunitense – di imprenditori e politici italiani affidabili come interlocutori diretti del Governo statunitense. Per farne che se non per garantirsi nuovi “re-clienti” sui quali fare totale affidamento per assecondare gli interessi e le esclusive pretese del governo statunitense?
Risibili infine le affermazioni della Console per sostenere un ruolo ed un impiego pacifico del Muos laddove essa afferma che si tratterebbe di un sistema che rende possibile ad un medico sperduto in un deserto di essere rintracciato facilmente semplicemente comunicando “Sono qui. C’è un problema”. (Sarebbero stati dunque spesi 60 Milioni di dollari solo per questi scopi umanitari)? O non piuttosto per garantire la effettiva capacità di guida di droni armati pronti a sganciare ordigni su siti lontanissimi dagli operatori e incapaci di valutare le reali condizioni sul terreno, come è stato per il cooperante palermitano Giovanni Lo Porto ucciso come “danno collaterale” e senza neppure le scuse formali (se non quelle televisive) e le spiegazioni ufficiali di quanto accaduto. E senza che il nostro governo le abbia pretese.
Non riesce tuttavia a negare la Console che alla fin fine di un sistema militare di difesa ma anche di aggressione si tratti quando concludendo l’intervista afferma “Parliamo di ladri: un ladro va a rubare in una casa in cui c’è un cane da guardia o in cui non c’è?”. Vorremmo che voi poteste ricordare alla signora che nel 1980 la nostra casa era fornita da un ottimo “cane da guardia”: il tanto decantato sistema di difesa aerea, e che tuttavia è potuto accadere che pur con quella presenza di garanzia di sicurezza sia stato abbattuto un velivolo civile con 81 passeggeri a bordo (ricordata come la strage di Ustica). E che quel cane da guardia ha continuato a scodinzolare fiero del proprio ruolo ma ringhiando al padrone quando gli venisse chiesto conto del suo mancato intervento e del suo possibile coinvolgimento nella strage. Ognuno di noi e di Voi avesse davvero un cane che abbia avuto un simile comportamento lo avrebbe quantomeno allontanato.
A nostro giudizio non sono i sistemi d’arma e le guerre a garantire la pace e la sicurezza, ma solo l’impegno per una cultura di Pace e di Fedeltà Costituzionale.
Così non ci convincono le affermazioni della Console sul suo essere madre e dunque di non poter mentire alle madri del No-MUOS preoccupate per la salute dei propri figli (e non si capisce se anche queste madri, pur riconosciute dalla Console come interlocutrici degne di attenzione, facciano anch’esse parte dei “piccoli gruppi di persone che pensa di sfasciare tutto”)
“Se pensassi che a Niscemi ci fosse davvero un minimo problema per la salute (cosa ormai accertata da diversi collegi di Magistrati che hanno ritenuto non improbabile tale pericolosità, ndr) come potrei andare dalle Mamme No-Muos a dire bugie e poi tornare da mia figlia ed educarla ai principi dell’onestà e della lealtà? Come posso dire da madre ad un’altra madre che si preoccupa per la salute dei propri figli tutto va bene se non ne sono davvero sicura?”
Ricordiamo come si racconti che nei campi di sterminio nazista all’esterno del perimetro della morte vi fosse la casa del Comandante con le tendine ai vetri delle finestre ed i fiori sui davanzali e con i figli che correvano festosi ad abbracciare il loro papà alla sera al rientro da una massacrante giornata di sterminio di bambini, di donne e uomini, di giovani ed anziani rei solo di appartenere ad altre etnie, o per la loro diversità di genere sessuale. Senza voler dare della nazista alla signora Console insistiamo nel dire che le autoreferenzialità sulla bontà e correttezza dei propri comportamenti lascia spesso il tempo che trova a fronte delle smentite storiche sulla genuinità dei sentimenti e sulla globalità dei comportamenti di ciascuno.
Per tutto questo e per quant’altro potreste evidenziare autonomamente solo leggendo con un po’ di attenzione l’intervista della Console, con la presente Vi invitiamo a:
Promuovere un ordine del giorno Parlamentare in cui oltre a stigmatizzare con serietà e preoccupazione le affermazioni della Console, si impegni il Governo a presentare una formale protesta presso l’Ambasciatore Americano, per la rinnovata ed immotivata intrusione ed interferenza negli affari interni della nostra Repubblica da parte di un rappresentante diplomatico di quel Paese.
Invitare il Governo a promuovere un aperto dibattito Parlamentare sui trattati internazionali cui ci si ritenga vincolati pur senza alcuna approvazione parlamentare, per riaprire finalmente la questione dei protocolli sottoscritti e mai comunicati al Parlamento benché abbiano avuto non pochi effetti sulla popolazione italiana, non ultima la vicenda del Cermis. Affermava infatti il Procuratore di Trento di fronte alla Commissione Difesa che il famoso Trattato di Londra del 1954 era stato ormai rinegoziato da tutti i Paesi membri della Alleanza Atlantica ad esclusione dell’Italia che non ha mai neppure proceduto alla sua formale ratifica.
Tanto ci attendiamo da Voi in una ottica minimale di impegno serio di rappresentanza degli interessi di questo Popolo che ha invece ripetutamente subito violenza, fin dalla sua nascita costituzionale, alla sua scelta di Democrazia e Pluralismo e di opzione per la Pace. Pur consapevoli che alcuni di Voi per interessi di bassa lega, altri per ignoranza, altri ancora perché convinti di dover e voler rimanere sudditi e clienti proni alle volontà dell’impero, non intenderanno certamente aderire a questa proposta e piuttosto ne potrebbero derivare la volontà di creare l’occasione per una ratifica surrettizia della nostra sovranità limitata.
Ma sarebbe quantomeno e finalmente una forma di assunzione di responsabilità agli occhi del Popolo sovrano che è ancora destinatario di un regale diritto di scelta e di controllo sull’operato dei propri rappresentanti Parlamentari”.
Con rispetto Istituzionale
Il Direttivo nazionale
Associazione Antimafie “Rita Atria”