Il futuro del mondo dipende da come ognuno di noi impiega le proprie energie. Perché lo sviluppo sostenibile diventi realtà, bisogna riconoscere il valore delle scelte energetiche dei paesi e il loro peso negli assetti politici ed economici mondiali.
Se n'è discusso alle Nazioni Unite, dal 18 al 21 maggio, al secondo Forum annuale sull'energia sostenibile per tutti, The Sustainable Energy For All Forum (SE4All). Il Forum segue l'iniziativa SE4All lanciata nel 2011 dal segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, con l'obiettivo di creare una collaborazione con diversi stakeholder, tra governi, settore privato, società civile, banche ed istituzioni nazionali come la Banca Mondiale. Il Forum è stato affiancato dalla proclamazione del decennio 2014-2024 come Decade dell'energia Sostenibile per tutti.
In occasione del Forum, mercoledì 20 maggio, è stato presentato al Palazzo di Vetro il report Sustainable Energy for All 2014, nella cui introduzione si leggono le parole di Ban Ki-moon che collegano il report all'iniziativa del 2011: “Le opportunità dell'energia sostenibile sono profonde, dalle comunità più povere, agli investitori più ricchi […] Per questo bisogna continuare a supportare l'iniziativa SE4All e accogliere più partner e stakeholder”.
Il rapporto parte dalla situazione attuale per individuare obiettivi energetici in linea con i Millennium Development Goals, l'agenda post-2015, il processo di Financing for Development (FFD) e in preparazione della UN Climate Change Conference del 2015 (COP 21). Una delle questioni su cui lo studio si concentra in modo particolare è quella della povertà energetica, all'interno dello sforzo generale per eradicare la povertà. Più di un miliardo di persone nel mondo, si legge nel rapporto, non ha ancora accesso a fonti elettriche, e quasi tre miliardi usufruiscono ancora di metodi altamente pericolosi ed inquinanti per cucinare o per riscaldare la propria casa, come il carbone e il legno, specialmente nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo. Cambiare la situazione è uno degli obiettivi del programma Sustainable Energy For All.
E che il settore energetico possa offrire occasioni per uscire dalla povertà lo dimostra anche un altro importante report, dedicato a energie rinnovabili e impiego, presentato durante il Forum a Palazzo di Vetro: Renewable Energy and Jobs 2015 dell'International Renewable Energy Agency (IRENA).
Secondo il rapporto, 7,7 milioni di persone nel mondo sono state impiegate nelle energie rinnovabili (escludendo i grossi impianti idroelettrici) segnando un 18 per cento in più rispetto all'anno precedente e con il fotovoltaico che, da solo, ha raggiunto i 2,5 milioni di addetti, i biocombustibili che si attestano a 1,8 milioni di posti di lavoro e l'eolico che cresce del 23%. I dieci paesi con il maggior numero di impieghi nel settore dell'energia rinnovabile sono la Cina, con quasi 4 milioni di posti di lavoro nel settore, seguita da Brasile, Stati Uniti, India, Germania, Indonesia, Giappone, Francia, Bangladesh, e Colombia. Uno sguardo all'Europa rivela che Germania e Francia, rispettivamente con 371.000 e 176.000 lavoratori, coprono il grosso del settore, mentre il resto dei paesi europei arriva complessivamente a 653.000.
“L'energia rinnovabile è il maggiore campo che oggi recluta lavoratori” ha dichiarato Adnan Amin, direttore generale di IRENA, sottolineando che, continuando ad investire sulle rinnovabili, si generano benefici economici e sociali globali. In questo modo il lavoro nel settore continuerà ad espandersi, ha aggiunto Amin.
Quest'anno il secondo Forum SE4All annuale ha visto anche il lancio di una piattaforma di impegno da parte dei membri ed il primo meeting ministeriale sull'energia globale nella storia dell'ONU.
“Il 2015 è una pietra miliare per quanto riguarda un cambiamento progressivo per lo sviluppo sostenibile” ha affermato davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Jan Eliasson, vice segretario generale dell'ONU, all'apertura del meeting ministeriale.
Inserendo l'energia all'interno dei Sustainable Development Goals (SDGs) dell'agenda per lo sviluppo post-2015, la comunità internazionale, secondo quanto spiegato da Eliasson, dovrebbe apportare cambiamenti attraverso i settori e attraverso le società, e dovrebbe pianificare nuovi approcci per contrastare i livelli di produzione e consumo insostenibili nei settori dell'agricoltura, industria, infrastrutture e trasporti, mercati, fattorie, uffici e case.
“'L'energia sostenibile è il nesso tra la crescita economica, l'eguaglianza sociale e la protezione dell'ambiente. È inoltre centrale alla lotta al cambiamento climatico. Ed è indispensabile a condurre una vita dignitosa per tutti. […] Tutti noi oggi abbiamo una grande responsabilità. Le generazioni future ci condanneranno se non portiamo a termine i nostri doveri morali e storici'”, ha detto Eliasson.

Kandeh Yumkella parla davanti all’Assemblea Generale durante il Forum
Secondo il Forum SE4All, i fondi investiti in questa iniziativa hanno aiutato oltre 90 milioni di persone ad avere accesso all'energia sostenibile. L'obiettivo principale del progetto è quello di raggiungere l'accesso universale ai servizi di energia moderna, raddoppiare l'efficienza energetica e la quota globale di energia rinnovabile entro il 2030. Un target che, secondo i dati della Banca Mondiale, necessiterebbe di un investimento pari a 1.300 miliardi di dollari all'anno fino al 2030: quasi il triplo degli investimenti attuali che si aggirano intorno ai 400 miliardi di dollari. “I governi non hanno questo tipo di risorse – ha detto il rappresentante speciale del segretario generale per Sustainable Energy for All, Kandeh Yumkella – C'è bisogno di investimenti non solo nel Sud del mondo, ma anche nel Nord ricco”. Yumkella ha però spiegato anche che questi investimenti non sono da intendersi come contributi a perdere: “Questa non è carità. È una questione di mercati e investimenti. Per noi si tratta di un'opportunità da tre miliardi di dollari, più che di una sfida da tre miliardi di dollari”.
Secondo il report 2014 sull'energia sostenibile più di 102 paesi hanno aderito al progetto SE4All, 85 dei quali sono paesi in via di sviluppo. E, come ha spiegato al Forum il presidente dell'Assemblea Generale, Sam Kutesa, i paesi più poveri o quelli in via di sviluppo, tra i quali l'Africa e i piccoli stati delle isole, vivono difficoltà maggiori nell'ottenere accesso a queste energie. Perciò, ha detto Kutesa: “Bisogna creare una cooperazione internazionale nel campo della finanza, della tecnologia, dello sviluppo e capacity-building per aiutare questi paesi proprio a sostenere queste sfide”.
Nel corso del Forum è emerso che tante agenzie internazionali, organizzazioni e istituzioni sono pronte a contribuire. L'Unione Europea, tra il 2014 ed il 2020, concederà fondi per 3.5 miliardi di euro, i quali si aggiungeranno alle altre quote, per un ammontare complessivo di 30 miliardi, da investire per generare, trasmettere e ricevere elettricità.
Anche l'Italia farà la sua parte. Infatti l'ENEL ha promesso di investire 8.8 miliardi di euro tra il 2015 ed il 2019, per le energie rinnovabili, un 50 per cento in più rispetto al piano iniziale.