Tutto come previsto. L'inverno é il periodo in cui la stagione delle traversate va "in letargo" a causa del maltempo e i barconi carichi di immigranti che lasciano le coste africane alla volta dell'Italia si contano sulla punta delle dita. Proprio durante questo momento di pausa, l'ONU aveva opportunamente messo in guardia la comunità internazionale sul fatto che, con il ritorno della bella stagione, ci sarebbe stata un'impennata nel numero di imbarchi alla volta della penisola e, di conseguenza, nel numero di rifugiati che avrebbero perso la vita in mare nel tentativo di attraversare il canale di Sicilia.
Purtroppo le tragiche previsioni si sono puntualmente avverate, come confermano le notizie di questi giorni provenienti dalla Sicilia sul naufragio, a 120 chilometri a sud di Lampedusa, dell'ennesimo barcone carico di esuli e nel quale circa 400 persone risultano ancora disperse mentre 142 sarebbero state tratte in salvo dalla Guardia Costiera italiana.
L'allarme preventivo era stato suonato dalle Nazioni Unite, già nel dicembre scorso, in occasione del cambio di consegne tra l'operazione italiana Mare Nostrum e quella gestita dall'europea Frontex (chiamataTriton) che, a dispetto del suo carattere multinazionale, impegna un numero molto minore di uomini e mezzi per pattugliare le acque del Mediterraneo centrale. Un minore stanziamento logistico al quale corrisponde una corrispettiva diminuzione dei fondi messi a disposizione per finanziare l'operazione. Ed é proprio questo uno dei misteri nell'intera organizzazione di Frontex: come si fa a far fronte ad un'ondata di immigrazione in crescita esponenziale con un budget che corrisponde a circa un terzo di quello che l'Italia stanziava per Mare Nostrum? I numeri parlano da soli: 2.9 milioni di euro per Triton contro i 9 milioni di euro utilizzati per Mare Nostrum. I conti quindi non tornano. Ma non é tutto. Intervistata dalla BBC, la portavoce di Frontex, Izabella Cooper, ha addirittura dichiarato all'agenzia europea le circostanze dell'ultimo naufragio non risultano affatto. In altre parole, l'agenzia responsabile per la gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo Centrale non conferma neanche il tragico episodio che i giornali di tutto il mondo stanno riportando in queste ore.
Se Frontex non si sbilancia, l'ONU invece é stato molto perentorio nel ribadire l'inadeguatezza dell'operazione Triton rispetto a Mare Nostrum. Accennando all'ultimo disastro, l'Alto Commissario per i Rifugiati, Antonio Guterres ha ribadito: "Questo dimostra quanto sia importante avere un robusto meccanismo di soccorso nel Mediterraneo Centrale. Sfortunatamente, Mare Nostrum non é mai stata sostituita da un'altra operazione equivalente né da nuovi protocolli per l'assorbimento dei rifugiati sul territorio europeo".
Mercoledi, all'ONU le dichiarazioni di Antonio Guterres sono state riprese da Stephane Dujarric, il Portavoce del Segretario Generale Ban Ki-moon il quale ha aggiunto che alcune delle opzioni in esame al momento includono la possibilità di un risarcimento da parte dell'Unione Europea nei confronti delle compagnie di navigazione le cui navi continuano a soccorrere dalle acque del Mediterraneo centinaia di naufraghi negli ultimi anni. In aggiunta a questo, si starebbero anche studiando dei programmi-pilota per l'inserimento in Grecia e in Italia di rifugiati siriani che, in questo modo, riuscirebbero presumibilmente ad arrivare in Europa per vie legali aggirando i racket dei barconi.
Stephane Dujarric ha dichiarato che l'ultimo incidente a sud di Lampedusa (quello che a Frontex non risulta…) ha riportato drammaticamente la crisi mediterranea al centro dell'attenzione delle agenzie dell'ONU e in particolare dell'UNHCR che intende riprendere un ruolo di mediazione e di coordinamento con i governi al centro della crisi. La VOCE di New York gli ha chiesto chi siano gli interlocutori principali dell'ONU: l'Unione Europea o piuttosto i governi nazionali di quei paesi, come l'Italia e la Grecia, che si trovano in prima linea nella crisi. La sua risposta é stata che l'ONU non limita la sua azione e che non i contatti con un i vari governi non sono mutualmente esclusivi. "Ma é anche vero – ha aggiunto Dujarric – che l'Italia sta sostenendo il peso della crisi in misura molto superiore rispetto agli altri paesi". (Vedi video sotto dal minuto 22:10)
Vedremo quindi, se il rinnovato coinvolgimento delle Nazioni Unite riuscirà ad avere qualche effetto concreto in Europa.
Nel frattempo, mentre New York e Bruxelles discutono, a Lampedusa si muore.