Mentre la situazione nello Yemen si aggrava giorno dopo giorno ed è ormai chiaro e da diverso tempo che il conflitto in atto non interessa solo i paesi della penisola arabica e dell’area mediorientale ma anche tutta la comunità internazionale, i massimi esponenti delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie hanno preso coscienza della critica condizione di precarietà nella quale tutta la popolazione civile yemenita, e non solo, vive ormai da parecchi mesi. La tensione tra l’Iran e l’Arabia Saudita, i maggiori sostenitori rispettivamente della corrente sciita e sunnita dell’islamismo in Yemen e in costante lotta per l’affermazione delle due contrapposte fazioni che si contendono il paese, è ulteriormente salita negli ultimi giorni dopo l’invio da parte di Teheran di due navi da guerra nel golfo di Aden, dove erano già presenti le unità di mare dell’Arabia Saudita e dei suoi alleati. Gli Stati Uniti, a loro volta, proprio in questi giorni hanno raggiunto significativi accordi sul nucleare con la nazione iraniana e, quasi allo stesso tempo, supportano lo sforzo bellico saudita; come spesso accade, quindi, essi si trovano in una condizione di forte difficoltà per quanto riguarda l’equilibrio a livello internazionale delle forze in questione mentre stanno tentando di concludere in maniera positiva una contorta situazione che, osservando l’andamento attuale, è quasi irrimediabilmente compromessa e sul punto di degenerare in maniera definitiva.
Nel frattempo l’OCHA, l’ufficio dell’ONU per il coordinamento degli affari umanitari, nella giornata di martedì ha diramato un comunicato nel quale affermava che un aereo con a bordo personale sanitario è atterrato nella capitale yemenita Sana’a e che entro la fine di questa settimana sono attesi altri due veivoli con forniture mediche.
Stéphane Dujarric, portavoce di Ban Ki-moon, ha detto a riguardo che “ nelle ultime 24 ore, sono arrivate circa 12 tonnellate di medicinali ad Aden direttamente da Al Hudaydah che sono state distribuite nei centri sanitari e negli ospedali”; Dujarric ha anche auspicato che l’arrivo di chirurghi nella penisola yemenita da Gibuti avvenga il prima possibile ed ha annunciato che rifornimenti di tipo alimentare sono stati consegnati ad oltre 300 famiglie di sfollati ad Hajjah.
I numeri che testimoniano le avversità vissute giornalmente in Yemen fanno emergere una realtà spaventosa: soltanto nelle ultime due settimane, oltre 540 persone sono state uccise, delle quali 311 erano civili e circa 77 erano bambini, mentre 513 sono i civili rimasti feriti e più di 100 mila persone sono stati evacuate.
Da Ginevra Cristophe Boulierac, parlando a nome dell’Unicef, ha ricordato che l’incremento della violenza nello Yemen ha fatto registrare l’esponenziale aumento dei bambini uccisi o feriti ed ha esortato tutti a proteggere i più deboli dalle angherie del conflitto, in linea con il diritto umanitario internazionale. “La guerra sta inasprendo la già precaria situazione dei bambini in uno dei paesi più poveri della regione, nel quale essi soffrono di gravi malnutrizioni e dove le violazioni dei diritti del bambino crescono sempre più in questi ultimi anni” ha asserito Boulierac il quale, allo stesso tempo, ha elogiato gli sforzi dell’UNICEF che sta cooperando con le altre organizzazioni internazionali per soccorrere migliaia di famiglie e che sta fornendo combustibile per il funzionamento delle rete idrica in varie aree, fra cui quella di Aden, dove i sistemi di distribuzione dell’acqua sono stati ripetutamente danneggiati durante i combattimenti. Nelle prossime settimane, però, lo stesso Boulierac ha ricordato che i servizi sanitari di base e i rifornimenti di acqua subiranno dei rallentamenti ed, inevitabilmente, essi porteranno disagi fra gli sfollati.
Anche l’OMS e la Croce Rossa internazionale hanno lanciato l’allarme riguardo il difficile periodo che sta vivendo lo Yemen, dichiarando che nel Paese la crisi umanitaria sta raggiungendo livelli spaventosi ed aumenta ad un ritmo vertiginoso il numero delle persone che hanno bisogno di aiuto; nonostante, poi, l’invio di numerosi aiuti umanitari, è tuttora complicato farne arrivare altri per difficoltà prettamente logistiche.
Il relatore speciale delle Nazioni Unite Chaloka Beyani, da Ginevra, ha lanciato un monito attraverso un comunicato stampa: “La comunità internazionale deve prepararsi ad uno scenario peggiore. Mentre gli sforzi per raggiungere una soluzione diplomatica sono essenziali, la realtà è estremamente desolante e la risposta umanitaria deve essere rafforzata, deve diventare una questione di primaria urgenza” ha dichiarato Beyani, aggiungendo che “la crisi vissuta ed i continui combattimenti, potrebbe portare un enorme spostamento di massa”; a proposito delle violazioni del diritto umanitario, il relatore speciale ha aspramente criticato tutti coloro che infrangono i diritti umani internazionali e ha invitato tutti a rendere possibile il lavoro di fondamentale aiuto delle organizzazioni umanitarie nei confronti dei civili locali. E’ corretto ricordare che i relatori speciali svolgono un ruolo importante di monitoraggio per il Consiglio dei diritti umani e non ricevono alcuno stipendio per il lavoro svolto, rimanendo inoltre indipendenti da qualsiasi influenza governativa.
Le preoccupazioni di Beyani, e non solo, sono state riprese dal Rappresentante Unicef in Yemen, Julien Harneis, che ha anche dato la notizia dell’uccisione di due bambini dopo un raid aereo sulla scuola Al Rasheedi. L’ultimo dramma, in ordine temporale, di una lunga serie di tragedie che hanno visto, troppo spesso, come vittime dei bambini innocenti. E, come tutti si augurano, Harneis ha ribadito che “bisogna proteggere i bambini dalla violenza e ciò include la protezione speciale delle scuole e degli ospedali, che devono essere sempre luoghi dove i bambini possano sentirsi al sicuro e non affrontare i rischi di morte.”: data l’impossibilità di far cessare il conflitto in maniera pacifica, almeno per il momento, sarebbe proprio questo l’enorme, ma bellissimo, sforzo che tutti dovrebbero compiere.
Qui sotto i video con la conferenza stampa del Segretario Generale Ban Ki-moon di giovedì 9 aprile tenuta al Palazzo di Vetro dell'ONU sulla drammatica situazione in Yemen e Syria