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March 26, 2015
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The Ark of Return: Il monumento sul crimine della schiavitù, Olocausto africano, inaugurato al Palazzo di Vetro dell’ONU

La Voce di New YorkbyLa Voce di New York
Time: 5 mins read

Nella giornata del 25 marzo, assieme alla presenza di numerose autorità e corrispondenti della stampa internazionale, è stata celebrata, presso la sede delle Nazioni Unite a New York, la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi.  In conformità con la risoluzione 69/16 del 21 novembre 2014, infatti, il Presidente della sessantanovesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sam Kahamba Kutesa, ha convocato una riunione plenaria sulla Giornata Internazionale, creata nel 2007 proprio dall’ONU, per onorare la memoria di tutti coloro che morirono a causa della schiavitù. Per oltre quattro secoli, circa 15 milioni di esseri umani sono stati vittime del barbaro commercio transatlantico di schiavi, una delle pagine più vergognose della nostra storia; qualcosa di aberrante per la civiltà occidentale che, purtroppo, nonostante sia stata combattuta ed abolita soprattutto nel corso del XIX secolo, ancora oggi, seppur sotto diverse forme e con differenti dinamiche rispetto al passato, persiste in alcune zone del mondo. 

La giornata è stata suddivisa in due momenti chiave: la conferenza all'AG dell'ONU, con interventi che hanno sottolineato l’importanza a livello mondiale degli effetti avuti sulla storia anche futura dell'umanità da un simile avvenimento, e contemporaneamente l’inaugurazione di un monumento permanente in ricordo delle vittime dello schiavismo, "The Ark of Return",  realizzato da Rodney Leon, l’architetto designer e artista statunitense di origine haitiana il cui progetto è stato scelto tra centinaia di altri artisti candidati. 

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Importante anche la conferenza stampa tenuta al Palazzo di Vetro con il senatore Arnold Joseph Nicholson, ministro degli Affari esteri e del Commercio estero della Giamaica, l'ambasciatore Courtenay Rattray, rappresentante permanente della Giamaica all’ONU e Presidente del Comitato Permanente del Memoriale, Irina Bokova, direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) – e che non pochi diplomatici già vedono come possibile futura candidata a Segretario Generale dell'ONU -, il Prof. Jean Crusol, eminente  economista e politico originario della Martinica, Serge Letchimy, connazionale di quest’ultimo e membro dell’Assemblea Nazionale francese. Con loro era presente anche l' architetto-artista Rodney Leon.  Durante il dibattito con i giornalisti  corrispondenti dell'ONU, si è anche discusso sulle richieste di eventuali risarcimenti circa i danni, morali e materiali, perpetrati dalla schiavitù ai danni delle nazioni che hanno direttamente subito e vissuto una simile esperienza. Il ministro degli Esteri della Giamaica Arnold Joseph Nicholson, ha detto ai giornalisti che tutto sarà ufficialmente discusso in appositi tribunali, ma anche fatto notare che la richiesta di risarcimento non consisterà necessariamente in una valutazione monetaria del crimine, ma potrebbe avere diversi aspetti, soprattutto morali con quindi una richiesta di aiuti in diverse forme per i paesi con la maggiore percentuale di discendenti degli schiavi.  La VOCE di New York, durante la conferenza stampa (qui al minuto 44:32), ha chiesto se anche l' Unione Europea avesse riconosciuto, come già fatto ufficialmente dalla Francia, che il commercio transatlantico degli schiavi di due secoli fa è un crimine contro l'umanità e se fosse stata fatta richiesta di risarcimento. E' stato risposto che la richiesta era stata fatta al Parlamento europeo circa cinque anni fa ma che da allora non si è discusso di nulla e alcun riconoscimento formale è avvenuto. Per quanto riguarda la sponsorizzazione dell'opera d'arte appena inaugurata, l'Unione Europea come istituzione non ha fornuito alcun contributo, ma sono stati molti tra i singoli stati europei a sostenere con dei fondi l'iniziativa, e tra questi anche l'Italia.  Arca                                                                                 

Nel corso dell’Assemblea Generale,  significativi gli interventi sia del già citato presidente dell'AG Sam Kahamba Kutesa, sia del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. In riferimento al commercio degli schiavi dall'Africa, è stato spesso usata la parola "Olocausto africano". 

Le cerimonie ed il ricordo, però, non devono solo rammentare le tragedie del passato ma anche quelle attuali, quelle che quasi giornalmente avvengono in diverse parti del mondo e a tal proposito è intervenuto proprio Ban Ki-moon, il quale, elogiando il significato del monumento relizzato da Rodney Leon, ha e dichiarato: “Incoraggiamo gli Stati membri ad introdurre lezioni in programmi scolastici sulle cause, le conseguenze e sulla storia della tratta transatlantica degli schiavi. Purtroppo, persistono forme di schiavitù contemporanee, sotto forma di lavoro forzato, sfruttamento sessuale e prigionia simile alla schiavitù”. 

Il tema di quest’anno della Giornata del 25 marzo, inoltre, era “Donne e schiavitù” per rendere omaggio alle tante donne schiave che hanno dovuto sopportare numerose avversità, non ultime quelle a sfondo sessuale, durante lo schiavismo. Il monumento ideato da Leon, intitolato “L’Arca del Ritorno”,  ha vinto il concorso per la realizzazione dell’opera in onore delle vittime dello schiavismo fra altre centinaia di candidati provenienti da ogni parte del globo: esso si propone di ricordare a tutti le immani tragedie causate dalla schiavitù e, contemporaneamente, esorta i visitatori ad accrescere le proprie consapevolezze riguardo gli attuali pericoli portati dal razzismo e dai pregiudizi che ancora oggi, troppo spesso, influenzano le reputazioni dei discendenti degli schiavi di secoli or sono. Uno dei discorsi più toccanti pronunciati durante la presentazione dell’opera nei giardini del Palazzo di Vetro, è stato quello di Portia Simpson-Miller, il Primo Ministro della Giamaica, che ha pronunciato parole cariche di significato e senso di appartenenza verso i propri ascendenti: “Il 25 marzo del 1807 venne proibito lo spostamento forzato dei nostri antenati (lo “Slave Trade Act” approvato dal Parlamento Inglese). Per noi la libertà è arrivata dopo un lungo viaggio e non ci è stata regalata, ma essa è stata guadagnata attraverso le lacrime ed il sudore. Sulle schiene degli schiavi è stata costruita l’economia del nuovo mondo”.

Il Primo Ministro giamaicano, parlando poi delle vicende del passato, si è proiettata anche ai nostri giorni lanciando un chiaro messaggio non solo alla platea presente, ma a tutta la società: “Il lavoro minorile e la tratta degli esseri umani devono essere fermati. Dovremmo utilizzare questo monumento per rifiutare in maniera netta tutte le forme di razzismo e discriminazione e continuare a combatterle ovunque nel mondo".

Il medesimo messaggio è stato confermato dalle parole di tutti i presenti ed in particolare dall’artista Rodney Leon, il quale ha compreso l’importanza che la sua opera ha nel panorama internazionale sull’educazione circa determinate tematiche: “E’ una nostra solenne responsabilità educare le future generazioni e prendere sul serio simili responsabilità. Questa ‘Arca di Ritorno’ resterà come un costante richiamo non solo per i leader internazionali, ma anche per tutti i restanti esseri umani per non dimenticare e per non ripetere gli errori commessi in passato”.

 

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