"Le negazioni dell’infanzia, dell’educazione e della libertà sotto ogni punto di vista sono i più grandi crimini contro l’umanità": questo è il messaggio, condiviso all’unisono da tutti e presenti e non solo, che gli attivisti dei diritti dei bambini ed in particolar modo Kailash Satyarthi, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2014, hanno ribadito con veemenza durante una visita al quartier generale delle Nazioni Unite di New York; nonostante, infatti, il tasso di alfabetizzazione ed il grado di avanzamento tecnologico nel mondo siano enormemente progrediti rispetto anche al recente passato, ancora oggi troppi bambini, soprattutto nelle zone più disagiate del pianeta, vedono negarsi i diritti più basilari.
Kailash Satyarthi, attivista indiano da decenni in prima linea nella difesa dei diritti dei bambini con la sua organizzazione Bachpan Bachao Andolan, si è detto ottimista circa lo slancio acquisito dalle lotte contro il lavoro e la schiavitù minorile anche grazie alla risonanza mediatica acquisita dalle sue idee dopo la sua vittoria del Nobel per la Pace avvenuta lo scorso anno: “Le prime ore dopo l’annuncio della mia vittoria del Premio Nobel per la Pace ad ottobre, il mondo ha concentrato molta della sua attenzione sulle gravi condizioni dei più sfruttati, i più trascurati bambini al mondo. Questo non era mai successo in tutta la mia vita. Improvvisamente le intere questioni della schiavitù, dell’educazione e del lavoro minorile, oltre al tema della violenza sui minori, sono emerse nelle discussioni globali”.
Secondo l’Organizzazione Internazionale ONU del Lavoro (ILO ), nel mondo il numero dei bambini impegnati illegalmente nell’ambito lavorativo è drasticamente sceso dallo spaventoso numero di 246 milioni del 2000 a quello comunque ancora molto preoccupante di 168 milioni, con oltre la metà di essi impiegati nel pericolosissimo compito di scovare mine.
Satyarthi, insignito al Nobel per la Pace con la celeberrima attivista pakistana Malala Yousafzai per il loro lavoro in difesa dei più piccoli portato avanti con tenacia e passione ammirevole, ha poi aggiunto: “Nulla è peggiore della negazione dei sogni dei bambini. Quando i bambini sono portati via dai genitori ed è a loro negata la frequentazione della scuola in favore di attività lavorative rischiose, come nelle fabbriche o peggio ancora nella disattivazione delle mine, tutto ciò è una macchia sulla faccia dell’umanità.”
Successivamente, Kailash Satyarthi ha elogiato l’enorme sforzo compiuto dalle organizzazione della società civile, dai governi e dalle agenzie ONU per lo sforzo nel perseguire tale nobile causa ma ha contemporaneamente sollecitato la comunità internazionale ad un ulteriore impegno per non sottovalutare l’importante compito intrapreso.
“Tutti i bambini sono nostri bambini e dobbiamo reagire. Non posso attendere per simili mansioni perché è la stessa infanzia che non può aspettare. Non possiamo auto definirci civilizzati se anche un singolo bambino sta vivendo nella schiavitù in qualsiasi parte del mondo”: ha poi concluso il vincitore del Nobel, lanciando un chiaro monito, quindi, a tutta la società civile.

Gordon Brown durante la conferenza stampa all’ONU
Anche l’ex Primo Ministro del Regno Unito Gordon Brown, ora Special Envoy for Global Education delle Nazioni Unite, in un altro intervento al Palazzo di Vetro dell'ONU si è allineato a quello di Kailash Satyarthi, schierandosi in difesa dei più piccoli: “E’ tempo per noi di porre fine alle vergognose violazioni che profanano i diritti di milioni di bambini. Oggi sto facendo un appello dal cuore alla coscienza del mondo affinchè tutti possano svegliarsi per capire la sofferenza di milioni di bambini nel mondo. I diritti dei bambini sono continuamente abusati ed invece essi dovrebbero avere la stessa protezione che i rifugi sicuri e gli ospedali hanno sotto la Convenzione di Ginevra”.
Denunciando le gravi situazioni vissute in nazioni come Pakistan, Nigeria e Sudan del Sud, visitate personalmente da Brown, il politico di origine scozzese ha infine asserito: “Non possiamo più attendere. Dobbiamo costruire una più forte ed innovativa partnership che colleghi affari, tecnologia, fondazioni e governi per realizzare scuole sicure”.