Il 16 marzo, con una risoluzione approvata all'unanimità dai 15 membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, è stato deciso che la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) resterà nel paese fino al 17 marzo 2016 per guidare e coordinare gli sforzi civili internazionali per il processo di pace. Il Consiglio ha preso in considerazione il completamento del processo di transizione in Afghanistan e l'inizio del “decennio della trasformazione” del paese (2015-2024).
Ricordiamo che UNAMA è una missione politica delle Nazioni Unite, creata su richiesta del governo afghano per assistere quest’ultimo e la sua popolazione nel gettare le basi per una pace e sviluppo sostenibili. La missione venne istituita il 28 marzo 2002 dal Consiglio di Sicurezza con la risoluzione 1401 ed ha il suo quartier generale a Kabul.
Nella sua briefing al Consiglio, Nicholas Haysom, rappresentante speciale del segretario generale dell’ONU e a capo di UNAMA, ha posto l’accento su una serie di “sviluppi significativi” che avevano portato a una rinnovata speranza per un processo attivo di pace, tra cui la formazione di un governo di unità nazionale, insieme alla creazione di un dialogo costruttivo tra Afghanistan e Pakistan.
Haysom ha così voluto ribadire ai 15 membri del CdS che “questi sviluppi positivi testimoniano gli sforzi del presidente afghano Ashraf Ghani e del suo capo del governo Abdullah Abdullah”, aggiungendo: “La loro leadership di collaborazione rimarrà essenziale per eventuali colloqui di pace in corso, per attuare riforme elettorali complete, e per la realizzazione delle modifiche necessarie per rinvigorire l'economia”. Il capo di UNAMA ha anche esortato i leader politici a finalizzare al più presto la nomina degli alti funzionari governativi e a intensificare gli sforzi per rafforzare lo stato di diritto e la lotta contro la corruzione. Inoltre egli ha anche sottolineato l’importanza delle recenti notizie riguardanti possibili colloqui di pace tra il governo e i talebani.
Sempre nel suo intervento, Haysom ha dichiarato: “Attualmente c’è un allineamento di circostanze che potrebbero essere favorevoli nel creare un livello di fiducia che permetterebbe alle parti di trovare un punto in comune […] sperando che entrambi comprendano che la pace è l'unica soluzione possibile per l'Afghanistan, e che una vittoria militare non è invece ottimale per la durata di patto sociale nazionale”.
Il processo di pace è stato destinato a rimanere “fragile e vulnerabile” ha avvertito Haysom, chiedendo un sostegno internazionale e regionale coerente e coordinato mentre si punta al continuo dialogo tra UNAMA e i talebani sull'accesso umanitario e sui diritti umani, in particolare la protezione dei civili. Una parte fondamentale dell'accordo politico che ha portato alla formazione del governo di unità nazionale è stato l'impegno di istituire una Commissione per la riforma elettorale, accogliendo così l'impegno del Presidente Ghani sulle riforme globali, che a suo dire era essenziale per ristabilire la fede del popolo afghano nel processo democratico e nella stabilità politica.
Infine, concludendo il suo intervento, il rappresentante speciale ha voluto riaffermare le sue preoccupazioni riguardo le vittime civili ammonendo che nelle strutture di detenzione del governo sono ancora presenti livelli persistentemente elevati di torture e maltrattamenti verso i loro detenuti, sebbene le recenti operazioni militari nelle province di Helmand e Kunar, hanno dimostrato che le forze afghane nazionali di sicurezza (ANSF) hanno migliorato la loro capacità progettuale e operativa. Ciò rappresenta uno sviluppo incoraggiante proprio perché le forze dell’ANSF sono in grado adesso di effettuare operazioni su larga scala senza assistenza diretta da parte delle forze militari internazionali, anche se secondo Haysom, dovremmo aspettarci di vedere una intensificazione dei combattimenti nella prossima stagione poiché i ribelli cercheranno di testare le capacità delle forze dell’ANSF a farcela da sole”.
Tra i vari interventi dopo quello di Hayson, quello di Samantha Power, rappresentante permanente della missione USA all’ONU, la quale complimentandosi per i recenti sviluppi ha subito posto l’accento però sull’importanza dell’attuare riforme necessarie al più presto rispettando gli standard internazionali e dando una priorità alla riforma elettorale. La numero uno della missione USA, ha poi voluto sottolineare con dati alla mano l'impatto della violenza sulla società afghana, soprattutto su alcuni dei suoi membri più vulnerabili. Rispetto al 2013, le vittime civili sono aumentate del 22% nel 2014. Le morti civili invece sono aumentate del 25%. Il numero di vittime donne è aumentato del 21%, mentre quello dei bambini è del 40%, con ben 714 bambini uccisi nel 2014. UNAMA attribuisce circa il 75% di tutte le vittime civili ai talebani e ai gruppi affiliati. Prima di concludere il suo intervento, Samantha Power ha voluto rimarcare che durante la Giornata Internazionale delle Donne, è stato possibile ascoltare moltissime storie interessanti provenienti da tutto il mondo, tra cui l'Afghanistan – un paese in cui, sotto il regime talebano, le donne non potevano camminare al di fuori, senza un parente maschio e un burqa. Proprio in tale occasione, la scorsa settimana, le donne della nazionale afghana di ciclismo non erano solo a piedi fuori, ma stavano correndo giù per le strade del paese sulle loro biciclette, affrontando minacce e insulti da parte degli uomini, pere portare avanti con coraggio i propri ideali.
A rappresentare l’Italia vi era il vice rappresentante permanente, l’Ambasciatore Inigo Lambertini, il quale ha esordito nel suo intervento esprimendo il sostegno dell’Italia al rinnovo del mandato della Missione UNAMA, soprattutto per la sua azione svolta e il suo contributo fondamentale nel coordinare le azioni della comunità internazionale a sostegno dell'Afghanistan verso l'obiettivo comune di raggiungere la pace e lo sviluppo sostenibile. L’ambasciatore ha poi dovuto sottolineare che in Afghanistan rimangono ancora sfide considerevoli da affrontare, in particolare la situazione della sicurezza. “Non possiamo, infatti, ignorare la gravità della situazione che emerge dal rapporto preparato da UNAMA, in collaborazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, sulla protezione dei civili nei conflitti armati” ha affermato l’Amb. Lambertini, aggiungendo: “Il rapporto indica un aumento del 22% di vittime civili in Afghanistan nel 2014 rispetto all'anno precedente. Sono cifre molto inquietanti che rendono imperativo raggiungere la pace nel Paese”.
Infine l’Amb. Lambertini ha ricordato che la stretta collaborazione tra i Paesi dell'area è decisiva per raggiungere la pace e la stabilità non solo in Afghanistan, ma in tutta la regione e che l’'Italia è al fianco del governo di unità nazionale e alla sua leadership, prestando sostegno e sforzi per garantire la pace, la sicurezza e la prosperità per il paese e la sua gente.