Il 2015 é iniziato da poco e, come consuetudine, alle Nazioni Unite il Segretario Generale Ban Ki-moon ha voluto delineare i suoi obiettivi principali per il nuovo anno.
Ban ha chiarito le sue tre priorità primarie di fronte all'Assemblea Generale dei paesi membri soffermandosi poi per un incontro con i cronisti al termine della riunione.
"Il 2015 é un anno di opportunità storiche – ha dichiarato il Segretario – Questa é la prima generazione che ha la possibilità concreta di sconfiggere definitivamente la povertà nel mondo e l'ultima che può salvare l'umanità dai rischi di irrevocabili cambiamenti climatici e ambientali".
Parole urgenti quelle di Ban Ki-moon sull'ambiente che ribadiscono la posizione delle Nazioni Unite sulla necessità di trovare nuovi mezzi di sviluppo sostenibile per "assicurare al mondo un futuro migliore".
Il secondo punto messo in rilievo e che, presumibilmente sarà al centro dell'attività internazionale dell'ONU quest'anno, é stato quello delle emergenze legate al dislocamento di un crescente numero di persone in fuga da zone di conflitto, emergenze sanitarie, violazioni dei diritti umani e povertà.
In questo senso, il Segretario Generale ha voluto enfatizzare la necessità, da parte della comunità internazionale di agire sul lato della prevenzione e di attaccare le cause dei problemi piuttosto che agire sulle emergenze stesse quando queste sono già esplose. Una "prevenzione" che va la di là dei normali sforzi diplomatici o umanitari nei quali sia l'ONU, che la stessa comunità internazionale sono normalmente impegnati.
Con le immagini degli attacchi terroristici in Francia ancora al centro della cronaca inoltre, non c'é da stupirsi se il terzo punto che il capo dell'ONU ha voluto porre in cima alla sua agenda per il 2015 ha a che fare con la tolleranza tra i popoli.
"In troppi luoghi in questo periodo – ha detto Ban Ki-moon – abbiamo assistito ad atti di terrorismo, di estremismo di una brutalità inaudita e un inquietante aumento della tensione tra diverse comunità e all'interno di gruppi sociali. Affrontare queste discordie e trovare delle soluzioni che risolvano questi problemi una volta per tutte invece che moltiplicarli, rappresenta probabilmente la sfida più importante che la comunità internazionale si troverà davanti nel ventunesimo secolo".
A conferma della centralità della cronaca nelle considerazioni del Segretario Generale, Ban Ki-moon ha voluto ricordare l'orrore delle immagini giunte ieri da Parigi soffermandosi in particolare sull'esecuzione del poliziotto ferito da parte dei due attentatori.
"Adesso sappiamo che il nome di quell'agente di polizia era Ahmed Merabet e che lui stesso era un musulmano – ha dichiarato Ban – e la sua morte é un esempio delle situazioni di fronte alle quali ci troviamo oggigiorno: questi contrasti non devono essere interpretati come guerre di religione ma come un assalto nei confronti del nostro senso di umanità concepite per terrorizzare e per incitare alla violenza. Rispondere a questi atti di terrore con l'odio e con la marginalizzazione di alcuni gruppi garantisce solo la continuazione di questa spirale di violenza che é esattamente ciò che i terroristi vogliono. Non dobbiamo cadere in questa trappola".
Una volta chiariti i suoi più importanti obiettivi generali per il nuovo anno, il Segretario Generale ha poi voluto discutere un caso particolare: quello della Nigeria, un paese alla vigilia delle elezioni politiche che si terranno il mese prossimo e che continua a vivere sotto la minaccia di un'altra organizzazione terroristica: Boko Haram.
"Boko Haram continua la sua azione distruttiva – ha fatto notare Ban Ki-moon – uccidendo indiscriminatamente cristiani e musulmani; sequestrando donne e bambini e radendo al suolo chiese e moschee. Il caos provocato da questa organizzazione si sta rapidamente diffondendo in tutta la regione e inizia a minacciare paesi vicini come il Cameroon".
Il Segretario ha concluso quindi il suo discorso con un appello ai leader di Boki Haram affinché cessino ogni forma di ostilità e rilascino le centinaia di persone rapite finora.