Giornata importante presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Nella maestosa UN Trusteeship Council Chamber si è svolto l’evento intitolato Bambini, Sport e Sviluppo, coordinato dalle Rappresentanze permanenti dell’Italia e della Jamaica, rispettivamente presiedute dagli amabsciatori Sebastiano Cardi e Courtenay Rattray.
Apertosi proprio con l’intervento dei due rappresentanti, il convegno è stato arricchito dai contributi di diversi personaggi autorevoli del mondo politico e sportivo: Francesco Aureli, rappresentante della ONG Save the Children, Marta Santos Pais, figura da sempre in prima linea contro la violenza sui bambini e Susan Bissel, delegata di spicco dell’UNICEF; successivamente, ci sono stati i discorsi di Yoka Brandt, altra personalità dell’UNICEF, Wilfried Lemke, consigliere speciale dell’ONU per lo Sport e, soprattutto, Amina Mohammed, consigliera speciale della Segreteria Generale per la pianificazione dello sviluppo post-2015. Per concludere la serata, le parole di Massimo Moratti e Javier Zanetti, rispettivamente ex presidente ed ex capitano dell’ FC Internazionale, nonché rappresentanti di Inter Campus, hanno testimoniato come lo sport e le massime personalità legate ad esso, possano, in maniera concreta, essere un aiuto per i bambini meno fortunati del nostro pianeta, ai quali l’infanzia è negata da sanguinose guerre e miseria.
La conferenza è coincisa con il 25° anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e con l’ormai imminente fine del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’UE.

L’ambasciatore d’Italia all’ONU Sebastiano Cardi con la maglia dell’Inter
L'ambasciatore Sebastiano Cardi (tra l’altro di provata fede interista..), avviando il convegno, ha affermato: “Lo sport è promotore di amicizia e fair play, rispetto per gli altri e insegna al bambino ad affrontare le sfide della vita e a sviluppare la propria autostima”. Lo sport, secondo il pensiero di Cardi, è quindi un’efficace arma per combattere i pregiudizi che affliggono la nostra società ed un fondamentale mezzo di integrazione e di accettazione di tutto ciò che viene considerato “diverso” o non all’altezza degli standard che la società contemporanea ci impone: pertanto, esso è utile per tutti quei bambini disabili o appartenenti a minoranze che potrebbero essere discriminati per tali ragioni. A questo riguardo l’Italia ha un ruolo importante a livello mondiale e promuove, anche grazie a recenti iniziative, lo sport fin dalle scuole elementari.
Lo sport è un linguaggio universale di pace e tolleranza, integrazione e mai esclusione, utile soprattutto per le generazioni future per crescere in una realtà più comprensiva: all’unisono, è questo il messaggio che tutti i partecipanti presenti all’evento hanno voluto trasmettere. Troppo spesso, le eccessive aspettative e l’insostenibile pressione sui bambini distrugge la loro vita e fa sfumare un’infanzia che dovrebbe, invece, essere un diritto universale.
I diversi Inter Campus sparsi per il mondo hanno proprio questo obiettivo: dare un aiuto concreto ai bambini che vivono in situazioni sociali più disagiate. Presenti in 29 paesi, essi annoverano 200 istruttori, meticolosamente scelti e, spesso, con un’ottimo grado di istruzione, come ha puntualizzato Massimo Moratti: “La società Inter — ha detto l’ex patron nerazzurro — è in prima linea nell’andare in giro per il pianeta per far sentire importanti i bambini..”. A febbraio di quest’anno, ha ricordato Moratti, è stato creato anche un Inter Campus a New York, nel Bronx. Prima di passare la parola al campione argentino Zanetti, l’ex massimo dirigente interista, che ha assistito alla nascita di questo progetto nel 1997, ha precisato: “Mi auguro che l’Inter [ora presieduta dall’indonesiano Erick Thohir, n.d.a.] possa continuare questa attività anche in futuro, perché esce dall’ambito sportivo ed entra nell’ambito sociale.. ”.

Javier Zanetti ieri al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite
L’ex capitano nerazzurro, simbolo universale di correttezza sportiva e lealtà, in un breve intervento, ha sostanzialmente confermato la volontà di protezione nei confronti di questi bambini, i quali, grazie ad una maglietta di una squadra di calcio, si sentono più vicini ai loro beniamini ma si sentono anche più rispettati in famiglia. Zanetti è, inoltre, il fondatore di un’altra organizzazione a favore dei bambini più poveri, la Fondazione Pupi, a testimonianza del grande impegno nel campo sociale del campione argentino.
La conferenza si è chiusa su un obiettivo per il futuro, data anche la presenza di Amina Mohammed: nei prossimi anni le risorse dell'ONU dovranno puntare sulle nuove generazioni, educandole al rispetto reciproco ed alla pace; in tutto ciò, l’attività sportiva dovrà confermare, come spesso avvenuto in passato, il suo fondamentale ruolo di magistra vitae.