Quella dell’Ebola è una battaglia che si annuncia sempre più drammatica. Ad oggi sono morte 3560 persone in Liberia e Africa Occidentale e oltre 4000 sono i casi di coloro che sono infetti tra Guinea, Nigeria e Sierra Leone. Secondo le Nazioni Unite la situazione è destinata a peggiorare: la paura che l’Ebola possa estendersi oltre il territorio dell'Africa occidentale sta diventando reale. Le parole pronunciate ieri dall’Ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu e Presidente del Consiglio di Sicurezza Samantha Power non lasciano alcun dubbio.
“È fondamentale – ha detto – che i membri del Consiglio discutano dell’epidemia, diano una risposta internazionale e condivisa e uniscano le forze contro l’Ebola”.
Power ha, inoltre, annunciato che giovedì 18 settembre si terrà al Palazzo di Vetro un Consiglio di sicurezza d’emergenza dedicato esclusivamente a questo problema.
L’ambasciatrice è intervenuta durante una conferenza d’emergenza delle Nazioni Unite indetta per discutere dell’impatto devastante che l’Ebola sta avendo in Africa occidentale e in Liberia, in cui i 15 paesi del Consiglio di Sicurezza hanno deciso all’unanimità di adottare un mandato per continuare la battaglia contro l’epidemia fino al 31 dicembre del 2014.
“Senza un’immediata risposta internazionale, ci troviamo di fronte a una potenziale crisi sanitaria pubblica, – ha continuato la rappresentante degli Usa all’Onu – e questo potrebbe significare più morti di quanti ce ne siano già stati o addirittura far scomparire un’intera generazione in Africa occidentale”.
La missione delle Nazioni Unite in Liberia (UNMIL) ha chiesto un rafforzamento dell’intervento internazionale e che non ci siano cambiamenti nella distribuzione degli operatori umanitari.
Per garantire continuità e forza all’azione della missione in Liberia, il Consiglio ha deciso di estendere il mandato del UNMIL fino al 30 settembre 2015, rispondendo così alla proposta avanzata dal Segretario Generale dell’Onu. Ban Ki-moon ha chiamato in raccolta tutti gli stati e le organizzazioni per intervenire rapidamente in aiuto dei governi delle nazioni colpite. La situazione è diventata così difficile da gestire che la stessa Rappresentante dell’UNMIL ha definito l’Ebola “la peste del giorno dopo”.
Oggi si apre ufficialmente la 69esima Assemblea Generale dell’Onu, i cui lavori cominceranno il prossimo 24 settembre. Tuttavia, nulla si sa ancora delle misure adottate per prevenire e gestire l’arrivo al Palazzo di Vetro di numerosi diplomatici e rappresentanti dei paesi colpiti dal virus. Forse la riunione speciale di giovedì chiarirà alcuni dubbi sulla gestione della prossima Assemblea Generale, un groviglio di persone e culture provenienti da tutto il mondo, anche dai paesi vittime di Ebola.

La ministra della Salute Beatrice Lorenzin alla riunione dell’UE su Ebola
Sulla necessità di bloccare il virus è intervenuta dall’Italia anche la Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, a margine di una riunione a Bruxelles sull’Ebola, parallela a quella dell’Onu: “C'è la necessità di coordinare a livello mondiale una serie di interventi nei Paesi colpiti, – ha detto – in particolare Liberia, Sierra Leone e Nigeria, con una possibile estensione al Senegal. Bisogna assolutamente bloccare l'epidemia, che non deve camminare. Serve uno sforzo comune di tutti i Paesi del mondo”.
Dopo che negli ultimi 3 giorni più di 600 migranti sono giunti sulle coste italiane, la Ministra ha rassicurato che "non c'è nessun rischio Ebola. Si tratta di un virus limitato ad alcuni territori e che non ha nulla a che fare con questi tragici viaggi della speranza".