Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Onu
July 10, 2014
in
Onu
July 10, 2014
0

Se Eyal, Gilad, Naftali e Mohammed potessero ancora parlare…

Ilaria LiberatorebyIlaria Liberatore
Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon pronuncia il suo appello al Consiglio di Sicurezza riunito per crisi Israele-Gaza (UN Photo/Evan Schneider)

Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon pronuncia il suo appello al Consiglio di Sicurezza riunito per crisi Israele-Gaza (UN Photo/Evan Schneider)

Time: 4 mins read

 

Non c’è tregua, tra Israele e Gaza, da quando, il 12 giugno, sono stati rapiti e assassinati tre ragazzini israeliani, Eyal, Gilad e Naftali, e da quando, per vendetta, il giovane palestinese Mohammed Abu Khdeir è stato bruciato vivo. Da allora, Hamas ha sparato su Israele 365 razzi (“uno ogni 10 minuti”, riporta l’ambasciatore israeliano Ron Prosor) e Israele ha risposto con più di 500 incursioni aeree su Gaza, che hanno provocato 88 morti e 339 feriti. Solo ieri 150 case sono state distrutte o seriamente danneggiate, con quasi 900 sfollati.

Per far fronte all’emergenza israelo-palestinese, oggi al Palazzo di Vetro è stato indetto un urgente Consiglio di sicurezza. L'incontro, durato tutta la giornata, si è concluso con un nulla di fatto: tutto ciò che l’israeliano Ron Prosor, e l’Osservatore permanente per la Palestina Riyad Mansour sono riusciti a portare a casa, è una dichiarazione nel quale il Segretario Generale Ban Ki-moon ha sottolineato l'importanza de “la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono”. Sono i civili, infatti, quelli che “stanno pagando il prezzo del proseguimento del conflitto. “Oggi affrontiamo il rischio di un’escalation totale in Israele e Gaza, con la minaccia sempre più concreta di un’offensiva via terra, prevenibile solo se Hamas smette di sparare razzi” ha aggiunto il Segretario Generale. “È ora più urgente di prima provare a trovare un terreno comune per il ritorno alla calma e per un accordo di cessate il fuoco […] L’uso eccessivo della forza e la messa in pericolo delle vite dei civili sono intollerabili. È inaccettabile che dei cittadini da entrambe le parti possano vivere permenentemente con la paura di un attacco aereo”.

https://link.brightcove.com/services/player/bcpid1722935254001/?bctid=3667943670001&autoStart=false&secureConnections=true&width=480&height=270

Ban Ki-moon ha poi dichiarato di essere impegnato con i leader di altri paesi, tra cui il re dell’Arabia Saudita, l’emiro del Quatar, il presidente egiziano, i capi della Lega degli Stati Arabi e l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, il Segretario di Stato degli Stati Uniti, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea e altri leader regionali e mondiali. Il Segretario Generale ha, inoltre parlato con il primo ministro Netanyahu e col presidente Abbas, invitando “entrambe le parti a esercitare il massimo della compostezza, mostrare l’arte di governare e considerare i rischi di un’ulteriore escalation”.

Ron Prosor

Ron Prosor

Non è facile trovare la soluzione a un conflitto che, da 66 anni, presenta una spirale sempre più vorticosa di sopruso, resistenza, violenza e vendetta. E non sorprende che il punto di arrivo della giornata sia stato questo, considerando anche le posizioni irremovibili dei due ambasciatori. Israele, secondo Ron Prosor, ha lanciato l’operazione di autodifesa “Protective Edge”, “come reazione a questi attacchi, per difendere i nostri cittadini, e per assicurare loro una vita che non sia costantemente minacciata”. “Siamo determinati a dare a Israele la sicurezza e la difesa che merita”, ha aggiunto. “Chiederci di essere moderati mentre le nostre città sono sotto attacco costante è come chiedere ai vigili del fuoco di domare un inferno con dei secchielli d’acqua”. Il suo omologo Riyad Mansour, del resto, ha puntato il dito contro l’“illegale, disumana occupazione israeliana”, che è “ingiustificabile sotto tutti i punti di vista” e che “contravviene a tutti i principi della legge internazionale, della decenza umana e della coscienza morale. Si tratta di un’occupazione, […] di un’agenda di espansione razzista e aggressiva e di una mancanza di rispetto per la santità della vita e dei diritti del popolo palestinese”. E, quando Prosor sostiene che “Israele sta prendendo tutte le misure possibili per evitare il coinvolgimento di civili innocenti”, mentre “Hamas convince i civili a rimanere nelle loro abitazioni e fare da scudi umani”, Mansour gli risponde che, invece, è l’esercito israeliano a “bombardare consapevolmente e intenzionalmente aree densamente popolate”, aggiungendo di rifiutare l’appello all’autodifesa di Israele, che “nonostante i divieti delle leggi internazionali, effettua deliberatamente rappresaglie e punizioni collettive contro il popolo palestinese, con ritorsioni e vendette dichiarate e richiamate direttamente dallo stesso Primo Ministro, per l’uccisione dei tre coloni israeliani, che la leadership palestinese ha condannato chiaramente”.

Riyad H. Mansour

Riyad H. Mansour

 Se Prosor, nel suo discorso, ripropone il vecchio frame dello stato-padre che si prende cura dei suoi figli indifesi costi quel che costi, Mansour predilige quello delle vittime innocenti (ma poi nega questo status ai tre ragazzi israeliani uccisi, definendoli “coloni”). In entrambi i discorsi le parole “bambini”, “famiglia”, “casa”, sono piazzate a regola d’arte per sensibilizzare chi ascolta. La retorica, però, non serve a molto, soprattutto quando fa emergere la voglia di combattere (o resistere, o difendere) fino alla morte, piuttosto che l’impegno a risolvere le divergenze e a trovare una soluzione pacifica che permetta ad entrambi i popoli di convivere. L’unica certezza, in questo circo diplomatico che sembra quasi lontano dalla realtà, è che se Eyal, Gilad, Naftali e Mohammed, insieme a tutte le altre vittime di questo assurdo conflitto potessero ancora parlare, griderebbero “non nel nostro nome”.

 

Share on FacebookShare on Twitter
Ilaria Liberatore

Ilaria Liberatore

DELLO STESSO AUTORE

Milano Film Festival, il cinema indipendente conquista la “Madunina”

byIlaria Liberatore

Il cielo senza confini di Guido Mattioni

byIlaria Liberatore

A PROPOSITO DI...

Tags: Ban Ki-moonconflitto israelo palestineseGazaHamasIsraeleOnu
Previous Post

Italian Food in New York / The Chef Who Speaks the Language of Taste, with a Romagnolo Accent

Next Post

Lasciando Dawson in canoa come in un deja vu

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

L’America in marcia per Gaza. Le voci della protesta alla Casa Bianca

byIlaria Liberatore

Le ferite invisibili della guerra sui bambini di Gaza

byIlaria Liberatore

Latest News

Il sindaco di New York dorme con i migranti sul Brooklyn Cruise Terminal

Il sindaco di New York dorme con i migranti sul Brooklyn Cruise Terminal

byLa Voce di New York
Enrico Fagone: un direttore d’orchestra italiano ai Grammy Awards

Enrico Fagone: un direttore d’orchestra italiano ai Grammy Awards

byLuciana Capretti

New York

Il Governo USA fa causa a Google per abuso di posizione dominante

Google licenzia 12.000 dipendenti: a New York i lavoratori manifestano

byLa Voce di New York
New York: l’affitto dei coinquilini è salito del 20% in un anno

New York: l’affitto dei coinquilini è salito del 20% in un anno

byRiccardo Ravasini

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post

Il pericolo del "Berlusconi Light"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Expat
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the and the .

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?