Con 100 favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti, l'Assemblea generale dell’ONU ha invitato tutti gli Stati, le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate a non riconoscere alcuna alterazione geografica dello stato della Repubblica Autonoma di Crimea e della città di Sebastopoli sulla base del referendum dello scorso 16 Marzo “e di astenersi da qualsiasi azione o negoziazione che potrebbe essere interpretata come un riconoscimento di tale alterazione” tra cui eventuali tentativi di modificare i confini dell'Ucraina attraverso "la minaccia, l'uso della forza o altri mezzi illeciti". Una particolarità del testo è saltata subito all’occhio: il documento di due pagine risultato dal voto dell'Assemblea Generale non identifica mai per nome il paese "aggressore", la Russia.
L’odierna azione dell'Assemblea, fa seguito a mesi di continue tensioni in Ucraina, innescate dalla decisione del governo – presa lo scorso novembre – di non firmare un accordo sulla più ampia integrazione europea. La tensione con la Russia era salita a seguito delle violente manifestazioni di piazza di fine gennaio e la rimozione da parte del Parlamento del presidente Viktor Yanukovich. Poi l'ingresso delle truppe russe in Crimea e in seguito il referendum per la secessione della penisola dall'Ucraina. La dichiarazione d'indipendenza della Crimea, riconosciuta negli ultimi giorni dalla Russia, era poi risultata in una mobilitazione da parte di Kiev.
Di fronte a questa escalation, nelle ultime tre settimane, l'ONU ha continuato a premere per una soluzione diplomatica alla crisi. Il Segretario Generale Ban Ki-moon, il suo vice Jan Eliasson e altri alti funzionari hanno visitato la regione, cercando di mediare tra le parti.
Ben sette le sessioni convocate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Ucraina, fino a un'ottava riunione durante la quale la Russia – uno dei 5 membri permanenti – ha bloccato l'azione votando contro un progetto di risoluzione che avrebbe esortato i paesi a non riconoscere i risultati scaturiti dal referendum in Crimea.
Il testo non vincolante adottato dall'Assemblea giovedì, conteneva un linguaggio simile, sottolineando che il referendum tenutosi in Crimea non ha alcuna validità e non può costituire la base per qualsiasi alterazione dello status della Crimea e della città di Sebastopoli.
Durante il dibattito, il ministro degli esteri ucraino, Andriy Deshchytsia, ha dichiarato che le azioni della Russia “sono una diretta violazione della Carta delle Nazioni Unite.” La Russia ha invece risposto che la Crimea non avrebbe dovuto far parte dell’Ucraina in ogni caso e a tal fine si è appellata a un altro principio cardine delle Nazioni Unite: il diritto all'autodeterminazione. Affermazione immediatamente contestata da Samantha Power, rappresentante permanente degli Stati Uniti all’ONU, nel dibattito che ha preceduto la votazione. “La coercizione non può essere uno strumento dell'autodeterminazione — ha sostenuto la Power — Il caos che ne seguirebbe è un mondo che nessuno di noi può permettersi”.
Uno degli argomenti più convincenti è venuto fuori nell’intervento del rappresentante permanente della Costa Rica all’ONU. I piccoli stati hanno solo il potere del diritto internazionale “per difendere la [nostra] sovranità”, ha affermato Eduardo Ulibarri. La risoluzione proposta dall’Ucraina, ha detto, “contribuirebbe a riaffermare quel potere”. Pur senza valore esecutivo, la risoluzione ha un forte significato simbolico.
Intanto proprio giovedì, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato lo stanziamento di un miliardo di dollari per un pacchetto di aiuti all'Ucraina, insieme a sanzioni contro russi e ucraini che hanno fornito supporto per l'annessione della Crimea da parte della Russia.
Obama ha detto che spera che la Russia si incammini verso la “porta della diplomazia”, specificando che l'annessione della Crimea, comporterà da parte degli Stati Uniti e dell'Unione Europea un aumento delle sanzioni verso la Russia.
Dal lato ucraino invece arriva la notizia bomba della possibile corsa per le presidenziali di maggio – dopo due anni passati in carcere – di Yulia Tymoshenko, come ha dichiarato lei stessa oggi in un intervista alla CNN.
In conclusione, la risoluzione dell'Assemblea di oggi ha fatto esplicito riferimento al primato della Carta delle Nazioni Unite per preservare l'integrità e l'unità territoriale di tutti gli Stati membri dell'ONU, ricordando anche il Memorandum 1994, sulle garanzie di sicurezza in connessione con l’adesione dell'Ucraina al trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari, il trattato del 1997 di amicizia, cooperazione e partenariato tra Ucraina e Russia, e altri accordi bilaterali tra i due paesi.