“Non possiamo raggiungere un mondo dignitoso per tutti fino a quando non elimineremo la disuguaglianza di genere in tutte le sue forme”, ha dichiarato Ban Ki-moon alla 58ßÁâ sessione della CSW, che ha aperto lunedì presso la sede delle Nazioni Unite a New York e che si concluderà il 21 marzo. Fino ad allora, più di 135 eventi organizzati dall’ONU e dalle sue agenzie, fondi e programmi, si terranno presso il Palazzo di Vetro, accanto alle riunioni ufficiali della Commissione sulla Condizione delle Donne. Secondo l’agenzia UN Women, saranno ospitati vicino alla sede delle Nazioni Unite, circa 300 eventi paralleli, organizzati appositamente dalla comunità delle ONG.
Più di 6.000 rappresentanti provenienti dai 193 Stati membri, dalle Nazioni Unite e dalle Organizzazioni Non Governative (ONG) si troveranno insieme per discutere le sfide e i successi nell'attuazione – in vista della loro scadenza prevista per il 2015 – degli otto obiettivi anti-povertà conosciuti come gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). Il documento di discussione finale contribuirà alla formazione di un futuro programma di sviluppo, con alcuni partecipanti che spingono soprattutto per un obiettivo indipendente proprio, per usare una frasario tecnico ONU, sul “women empowerment” (ovvero dare più potere alle donne) nel periodo post- 2015.
L'incontro di quest'anno della Commissione arriva in vista del 20° anniversario della Conferenza Mondiale sulle Donne, tenutasi a Pechino nel 1995. La Dichiarazione di Pechino e la Piattaforma d'azione, adottata all'unanimità da 189 paesi in occasione della suddetta conferenza, sono considerate la chiave per un documento di politica globale in materia di parità di genere, che affronta aree critiche come le donne e la povertà, la violenza contro le donne e i diritti umani delle donne.
Per le prossime due settimane, i partecipanti alla CSW discuteranno anche sull'accesso delle donne e delle ragazze all'istruzione, alla formazione, alla scienza e alla tecnologia, nonché sulla parità nella piena occupazione e in un lavoro dignitoso.

UN Photo/Paulo Filgueiras
“Molte ragazze sono a scuola, ma ci sono ancora disparità di genere a tutti i livelli d’istruzione”, ha detto il Segretario Generale dell’ONU, sottolineando che i divari di genere sono particolarmente forti fra le popolazioni rurali, le persone con disabilità, le popolazioni indigene e altri gruppi emarginati.
Ban Ki-moon ha poi annunciato che le Nazioni Unite sono anche impegnate ad aiutare i governi nel fornire servizi in ambito istruttivo, igienico sanitario e sessuale di qualità poiché troppe donne e ragazze adolescenti ancora sono tagliate fuori da questi servizi di base.
“I decessi infantili sono in calo significativo, ma troppi bambini continuano ancora a morire inutilmente prima dei cinque anni – ha poi aggiunto Ban – Il numero di donne in gravidanza che muoiono ogni anno per il parto è diminuito di quasi la metà, ma sono ancora troppe quelle che muoiono ogni giorno per cause legate alla gravidanza”.
Da menzionare ancora una volta è l’iniziativa Every Woman Every Child, lanciata da Ban Ki-moon nel 2010 e che mira a salvare la vita a 16 milioni di donne e bambini entro il 2015, attraverso la mobilitazione di governi, il settore privato e la società civile per fronteggiare le principali sfide sanitarie che affrontano le donne e i bambini di tutto il mondo.
Ban Ki-moon ha preso atto della necessità di fornire adeguati servizi igienico-sanitari e di porre fine alla defecazione all'aperto, uno dei traguardi posti dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs). Più di 2,5 miliardi di persone non possono usufruire dei vantaggi offerti da servizi igienici adeguati, e quasi la metà di quelle persone sono costrette a defecare all'aperto, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite. A tal fine, dei servizi igienici adeguati potrebbero ridurre significativamente i problemi di salute e d'inquinamento ambientale, ha sottolineato Ban Ki-moon, oltre a migliorare anche la sicurezza personale delle donne e delle ragazze che sono spesso a rischio di abusi sessuali per mancanza di un bagno pulito e sicuro.
Nel discorso di apertura della CSW di lunedì, Ban Ki-moon ha esortato – come già aveva fatto alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, lanciando la campagna He for She – a tutti gli uomini e i ragazzi di sostenere i diritti delle loro madri, sorelle e figlie.
“Gli uomini e i ragazzi rivestono un ruolo fondamentale”, ha detto il Segretario Generale, ricordando che egli ha istituito inoltre una rete di uomini leader per pronunciarsi contro la violenza sulle donne proprio come parte complementare della campagna UNiTE to End Violence Against Women, che lavora con le donne e gli uomini al fine di aumentare la consapevolezza e cambiarne atteggiamenti, usi e costumi.

Phumzile Mlambo-Ngcuka, Executive Director UN Women. UN Photo/Paulo Filgueiras
Nelle sue osservazioni, la direttrice esecutiva di UN Women, Phumzile Mlambo – Ngcuka ha affermato che i MDGs e la piattaforma d'azione di Pechino hanno entrambi l’obiettivo di rendere la vita migliore alle donne e alle ragazze. “Dobbiamo allineare i nostri sforzi post- 2015 con questo scopo. Per ottenere dei risultati più positivi in futuro, dobbiamo cercare di pianificare quest’ultimo avendo a mente la sostenibilità e un maggiore impatto”. Mlambo – Ngcuka ha poi sottolineato che la lotta per l'emancipazione della donna ha più di 100 anni e che c'è una forza intergenerazionale che vuole vedere un senso di urgenza e di determinazione per questa causa senza dover aspettare un'altra generazione.
La Direttrice di UN Women ha infine concluso dicendo: “Possiamo e dobbiamo fare meglio, perché la parità per le donne rappresenta un progresso per tutti! Dobbiamo fare oggi meglio di ieri e domani meglio di oggi”.
Passando all’ambasciatore Samantha Power, Rappresentante Permanente degli USA all’ONU, anche quest’ultima ha voluto lanciare un forte appello alla comunità internazionale. Samantha Power, ha voluto subito concentrarsi sul fatto che “le parole contano, ma non sono nulla se non sono supportante da azioni concrete e tangibili, […] ciascuno di noi, ciascuno dei nostri governi deve agire per assicurare che la metà dei cittadini di queste Nazioni Unite, un giorno abbiano le stesse possibilità di servire, di lavorare, di vivere, di crescere e di prosperare”.
L’Ambasciatore USA, ha poi rivolto la sua attenzione al tema degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio su cui ha chiarito che, benché ci siano stati grandi passi avanti, ci sono ancora aree dove il divario inerente la parità di genere è davvero profondo come ad esempio nell’istruzione secondaria o nell’alfabetizzazione. “Una donna in un paese povero ha quindici volte più probabilità di morire di parto rispetto alla sua controparte in un paese più ricco. Questo è del tutto sbagliato […]un conto in banca non dovrebbe mai fare la differenza tra la morte e la vita”, ha aggiunto la Power prima di concludere riconfermando il pieno e concreto sostegno degli Stati Uniti all’emancipazione delle donne, alla parità di accesso alle attività economiche produttive, all’eliminazione di ogni forma di violenza sessuale e di genere e alla partecipazione politica ad ogni livello.

L’ambasciatore italiano all’ONU, Sebastiano Cardi
Anche l’Italia, attraverso il suo rappresentante permanente all’ONU, l’ambasciatore Sebastiano Cardi ha condiviso – parlando dell’integrare una prospettiva di genere nella gestione dei conflitti e nel peacekeeping – con la Commissione alcune parole ispiratrici di una grande donna e leader birmana Aung San Suu Kyi : “L' istruzione e l’empowerment delle donne (ovvero il dare loro più potere) in tutto il mondo, non può non tradursi in una vita più attenta, tollerante, giusta e pacifica per tutti”. Evocando l’importanza della risoluzione 1325 approvata il 31 ottobre del 2000 dal Consiglio di Sicurezza, inerente Donne, Pace e Sicurezza, l’ambasciatore Cardi ha voluto sottolineare che le donne impiegate nelle aree di crisi, nella gestione dei conflitti e nelle missioni di peacekeeping hanno un enorme impatto sull'ambiente locale oltre al fatto di sostenere il ruolo delle donne nella costruzione della pace e nella tutela dei diritti delle donne. Oggi, le donne costituiscono solo il 2,8 % del personale militare e il 10 % di quello di polizia nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite. E' quindi una priorità indispensabile quella di reclutare più donne nel mantenimento della pace e tendere verso la parità di genere. L’Italia bisogna ricordare, ha sempre considerato la questione delle donne, pace e sicurezza una priorità chiave della sua agenda internazionale, ed è stata anche tra i co-sponsor della risoluzione 2122 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Infine, Cardi ha voluto concludere il suo intervento ricordando che, in questo campo, l'Italia si distingue grazie al ruolo principale del suo UN Center of Excellence for Stability Police Units (CoESPU) di Vicenza , che sta organizzando corsi di formazione specifici per il personale di polizia sulla prevenzione e le indagine inerenti la violenza sessuale e di genere.
Infine vogliamo ricordare che l’Italia, attraverso la sua Rappresentanza Permanente all’ONU, martedì 11 ha organizzato un evento collaterale alla CSW con la partecipazione dell’ambasciatore Cardi e del sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Teresa Bellanova inerente il tema Empowering youth for the elimination of female genital mutilation: the role of governments and civil society. I prossimi side event organizzati dall’Italia sono previsti in data 17 e 18 marzo, rispettivamente sulle seguenti tematiche, Libya's Forgotten Women Speak up e Women's Professional Participation in Afghanistan's Justice.