Quello che sta accadendo in Turchia lo sappiamo già da qualche giorno e forse non era così inaspettato. Migliaia di manifestanti si sono riversati pacificamente nelle strade per chiedere le dimissioni del Primo ministro Recep Tayyp Erdogan. La protesta è partita da piazza Taksim, per opporsi all’abbattimento di seicento alberi a Gezi Park, il polmone verde di Istanbul, dove il governo vorrebbe costruire un centro commerciale, una moschea e delle caserme. La manifestazione inizialmente di natura ecologista, si è trasformata in rivolta politica ed estesa velocemente in sessantasette città. La polizia ha reagito con violenza causando scontri, arresti, feriti, morti, polemiche, scioperi. Una situazione esplosiva che tiene in allarme la Comunità internazionale .
Quello che non sapevamo sino a qualche ora fa, è che in quelle piazze in cui sventolano le bandiere rosse con falci di luna e stelle a cinque punte, si leva a gran voce l’inno partigiano italiano: Bella Ciao. Il canto della Resistenza al nazi-fascismo, diventato la colonna sonora del movimento progressista che sta scuotendo fortemente la società turca. Al Gezi Park, giovani, donne, intellettuali come il premio Nobel Pamuk, contestano la svolta “strisciante” islamista del governo, diventata sempre più preoccupante per un Paese tradizionalmente laico dai tempi di Kemal Ataturk.
La Turchia è in rapida crescita economica, è una realtà moderna, giovane, con una popolazione totale di 75 milioni di abitanti, la metà dei quali ha meno di 29 anni. Recentemente è stata approvata una legge che limita il consumo di bevande alcoliche; i media sono sempre più “pressati” dal potere; è vietato baciarsi in pubblico (le chiamano “campagne di moralità”); è stata ripristinata la possibilità di indossare il velo negli uffici pubblici e nelle scuole; e la Turkish Airlines ha deciso di far indossare “nuove” divise (gonne sotto il ginocchio e taglio ampio) alle hostess della compagnia. Ma soprattutto, è sotto gli occhi di tutti la lotta senza precedenti contro l’uguaglianza di genere e l’autonomia delle donne (contraccezione e aborto).
Bella Ciao, Bella Ciao, Bella Ciao Ciao Ciao, il canto delle mondine della Pianura padana, “il fiore del partigiano morto per la libertà”, che sboccia libero e soffia fresco sul Bosforo per resistere a chi vuole far tornare indietro di secoli un paese straordinario, ponte millenario tra Oriente ed Occidente, tradizione e futuro.