Ormai da diversi anni mi interesso alle challenge e ai loro aspetti più pericolosi. L’universo degli adolescenti è sempre più complicato da interpretare. I modelli di comunicazione influiscono sulla loro crescita e sulla loro costruzione identitaria e dunque sul sistema di valori che acquisiscono.
Durante questi anni, ho pubblicato i dati delle mie ricerche e mi sono confrontato con docenti delle scuole, studenti, in occasione di seminari, incontri. Ho così continuato a raccogliere elementi che hanno arricchito ed in molti casi mi hanno offerto una chiave di interpretazione ai numerosi fenomeni e alle tante devianze della rete.
Una generazione che appare completamente digitalizzata e che cerca approvazione sui social. Infatti, le mie indagini presentano quanto siano diffusi tre aspetti: la vetrinizzazione, l’iperconnessione e la polarizzazione. Questi effetti sono fortemente caratterizzanti delle modalità di interazione sociale di preadolescenti e adolescenti. L’emotività è centrale nella loro vita tanto che considerano la partecipazione ai social altamente sociale.
I social sono i luoghi di esteriorizzazione dell’io, dove si manifesta una sorta di dipendenza dai pari, la performatività ad ogni costo è la cifra dell’essere di questa generazione, ma non come atto creativo, piuttosto come strumento per dare vita ad un io performativo, appunto, con il preciso scopo di ottenere il gradimento del proprio pubblico.
Assistiamo alla proliferazione di fenomeni sempre più estremi e caratterizzati da comportamenti violenti e che riguardano in modo particolare il mondo degli adolescenti.
La digitalizzazione della società sembra offrire terreno fertile alla proliferazione di atteggiamenti sempre più estremi, che hanno un impatto sul sistema di valori e di relazioni ad essi connesse.
Questi fenomeni appaiono come diretta conseguenza dei processi di invidualizzazione legati ai cambiamenti insiti in quella che Ulrich Beck, sociologo e scrittore tedesco, definisce società del rischio. Basti pensare alle moltissime challenge in cui i giovani perdono la loro vita.
Ragazzi e ragazze che si sottopongono a sfide rischiose pur di ottenere consenso dai loro follower sui social network.
In queste ultime settimane, si sta discutendo moltissimo sulla nuova challenge, nata in Francia, che prende il nome del “gioco della virgola”.
Si sono registrati diversi ricoveri negli ospedali e altre gravi conseguenze. Purtroppo, non si tratta di uno scherzo divertente. L’Avvenire ha spiegato in cosa consiste questa sfida ovvero “una sequenza rapida di due colpi secchi, in direzione opposta, sulla nuca d’un compagno, spesso prendendolo di sorpresa”. Esiste anche la variante che prevede la possibilità di torcere la nuca del compagno nei due sensi.
Sembra che questa challenge si ispiri al “flip flap”, il dribbling compiuto da calciatori fuoriclasse, per confondere gli avversari.
Questa assurda sfida se praticata con violenza “può danneggiare non solo i muscoli e i legamenti del collo, ma anche le vertebre cervicali e il midollo spinale, un po’ come in certi gravi incidenti stradali capaci di provocare lesioni, lussazioni o persino fratture in una delle zone più vulnerabili del corpo”.
Su TikTok si sono diffusi diversi video che hanno ottenuto centinaia di migliaia di visualizzazioni. La polizia è intervenuta per mettere in guardia le famiglie. I provveditorati agli studi hanno avvisato i presidi di questo nuovo trend del momento. Il pericolo è che questa challenge potrebbe essere emulata da altri giovani.
Le scuole francesi vivono anche il dramma delle “false allerte anonime alla polizia sulla presenza d’ordigni esplosivi negli istituti”.
Bisogna riflettere su quale ruolo deve rivestire l’etica nella società digitalizzata, quali domande l’individuo è chiamato a porsi rispetto alla sua identità sociale e al suo ruolo nella comunità. Risulta urgente la battaglia per definire i valori e constatare l’inadeguatezza dei sistemi educativi, rispetto alla velocità con cui evolve il mondo.
Una società che tende a minimizzare i problemi non può supportare le nuove generazioni e questo è davvero inaccettabile.