Il trucco c’è e si vede. Oltretutto è anche “vecchiotto”, già usato da ben altri politici con impulsi dittatoriali: creare un governo ombra per smantellare le istituzioni. Nei paesi democratici le riforme si fanno in parlamento, nei regimi totalitari il parlamento viene accantonato e i “marescialli” del regime fanno le “correzioni”. Ed è quello che sta succedendo negli Stati Uniti.
L’incarico che il presidente Trump ha affidato ai suoi più fedeli collaboratori di “bonificare” le istituzioni cacciando dall’apparato pubblico i “non trumpiani”, è stato affidato ad Elon Musk, e ad Emil Bove. Due suoi “consulenti” non sottoposti ai protocolli di sicurezza, entrambi senza nessuna “accountability”, che hanno avuto accesso ai dati del Dipartimento del Tesoro e del Dipartimento della Giustizia. E loro, visto che le nomine dei ministri vanno un po’ per le lunghe, sono stati i primi ad usare l’ascia per allontanare quanti non condividono, o si oppongono, al “Trump-pensiero”. Una macroscopica violazione degli equilibri del potere, il “check and balance” che per secoli è stato il punto fermo della democrazia americana, in questo modo non è più rispettato.
Emil Bove, l’ex avvocato di Trump, nominato dal presidente viceministro della Giustizia, quindi anche lui senza il vaglio del Congresso, ha consegnato al dipartimento di Giustizia la lista dei 5mila agenti che hanno partecipato alle indagini sul 6 gennaio e sui Trump, sui due impeachment, sulle indagini del Russiagate svolte da Robert Muller, sui sequestri dei file “top secret” che Trump aveva portato via dalla Casa Bianca, e poi nascosto a Mar A Lago, rifiutandosi di restituirli.
Bove non ha neanche tentato di nascondere le sue intenzioni inviando il memorandum a tutti i dipendenti del Federal Bureau of Investigation intitolato “Terminations”, licenziamenti, per chi non riempiva i nomi della lista. Per la nuova amministrazione il giuramento alla fedeltà, coraggio e integrità nel rispetto della Costituzione che gli agenti hanno fatto quando sono stati assunti non basta.
Il potere esecutivo sta quindi cercando di controllare direttamente l’apparato amministrativo, prendendone il potere senza passare dal Congresso, usando una serie di ordini esecutivi poco chiari e costituzionalmente discutibili. Le decisioni di Trump sono tutte contenute nel Project 2025, che il presidente sostiene di non aver mai letto, ma di cui sta copiando tutte le mosse e il cui autore, Russell Vought, è stato preso da Trump per dirigere l’ Office of Management and Budget.
Trump si è mosso in due direzioni diverse. In primo luogo ha emesso decine di ordini esecutivi (37 sono i suggerimenti presi da Project 2025) creando un caos con delle disposizioni, molto spesso in contrasto con la Costituzione, come quello che voleva modificare lo ius soli per i figli degli immigrati illegali che, proprio oggi, è stato nuovamente respinto dai giudici federali.
In secondo luogo, dopo aver creato l’incertezza, ha fatto emettere decine di ordini contro i dipendenti del governo federale senza spiegare le finalità di queste decisioni. Prima ha minacciato di licenziare tutti i dipendenti federali che non torneranno a lavorare di persona entro il 6 febbraio, poi ha messo in aspettativa tutti gli impiegati che lavoravano nei dipartimenti di Diversità e Inclusione (DEI).
Nel frattempo Elon Musk, che avrebbe dovuto avere un ruolo di consulenza per il taglio degli sprechi, si è preso una centralità politica all’interno dell’amministrazione tanto che il neo-segretario al Tesoro, Scott Bessent, gli ha permesso l’accesso al sistema di pagamenti del governo federale. Il fatto che una persona non eletta e nemmeno membro formale dell’Amministrazione possa aver accesso a questo sistema è pericolosissimo perché arbitrariamente, di sua iniziativa, Musk può decidere di bloccare qualsiasi tipo di spesa governativa, come ha fatto con USAID, l’agenzia federale che si occupa degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, accusata di essere controllata da “marxisti radicali lunatici” e per questo deve essere smantellata.
Le agenzie federali hanno poi subito un attacco massiccio e anch’esso anticostituzionale: attraverso un altro ordine esecutivo Trump ha disposto il congelamento di tutti i fondi già votati e allocati dal Congresso. Una misura per ora bloccata dalla magistratura.
Vecchi trucchi “inventati” da Mussolini nel 1922 dopo che il suo governo ottenne la fiducia del Parlamento. Appena al potere il “Duce” avviò la “fascistizzazione” dello Stato, licenziando dai ruoli chiave dell’apparato statale i non fascisti. Hitler lo imitò pochi anni dopo, nel 1933. Anche lui al potere democraticamente, come fu nominato cancelliere prese il controllo delle istituzioni, licenziando e arrestando i funzionari pubblici che non seguivano le direttive dell’ideologia del nazionalsocialismo.
Negli anni la musica ha subito diverse intonazioni, ma lo spartito è rimasto sempre lo stesso!