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Biden rilascia i file top secret della CIA su JFK, ma ne trattiene 4.000

Quasi tutti i documenti nascosti per 60 anni dall'assassinio di Kennedy sono ora consultabili on-line

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
22 Novembre 1963: JFK and Jacqueline arrivano a Dallas

22 Novembre 1963: JFK and Jacqueline arrivano a Dallas

Time: 6 mins read

Tanti ma non tutti: il presidente Biden ha autorizzato il National Archives a rilasciare 12.879 documenti mai visti relativi all’assassinio dell’ex presidente John F. Kennedy, ma l’ordine della Casa Bianca lascia ancora “classified” circa il 30% di questo ultimo gruppo di documenti che soprattutto la CIA non voleva che fossero ancora svelati.

Il rilascio arriva 59 anni dopo che il presidente fu ucciso a Dallas. Nel memorandum emesso giovedì dal presidente Joe Biden, si legge: “[La] profonda tragedia nazionale dell’assassinio del presidente Kennedy continua a risuonare nella storia americana e nei ricordi di tanti americani che erano vivi in ​​quel terribile giorno; nel frattempo, la necessità di proteggere i documenti relativi all’assassinio si è indebolita con il passare del tempo. È quindi fondamentale garantire che il governo degli Stati Uniti massimizzi la trasparenza divulgando tutte le informazioni nei documenti riguardanti l’assassinio, tranne quando le ragioni più forti possibili consigliano diversamente”.

E i documenti rimasti segreti? Quando si potranno consultare? Nel memorandum firmato giovedì, Biden ha affermato che fino al 1 maggio 2023, gli archivi nazionali e le agenzie competenti “esamineranno congiuntamente le rimanenti redazioni nei registri che non sono state divulgate pubblicamente”. Dopo tale processo di revisione, “tutte le informazioni trattenute dalla divulgazione pubblica che le agenzie non raccomandano per il rinvio continuo” saranno rilasciate entro il 30 giugno 2023.

Un documento della CIA appena rilasciato: riguarda la valutazione dell’agente George Joannides, scelto per fare da tramite per l’Agenzia d’Intelligence con la Commissione del Congresso che nel 1978-79 indagava sull’omicidio del presidente John Kennedy. Joannides non rivelerà ai legislatori il suo passato lavoro con gli anti-castristi che incontrarono Lee Harvey Oswald nell’estate del 1963

Abbiamo dato una prima occhiata ai documenti rilasciati. Ovviamente ci vorrà più tempo ma possiamo dire già che nei documenti della CIA finora appare poco di cui non si sapesse già, incluso che la CIA monitorava già prima dell’attentato a Kennedy la visita di Oswald all’ambasciata sovietica e quella cubana alla fine di settembre del 1963 a Mexico City.

A questo punto l’interesse non è più in questi ultimi documenti rilasciati ma cosa ci possa essere in quelli ancora rimasti “classified”. Tra quest’ultimi si sospetta che alcuni coprano il lavoro dell’agente della CIA George Joannides, che nel 1963 era capo del dipartimento di guerra psicologica della stazione di Miami della CIA. Operava in un programma segreto che si occupava di finanziare i cubani anti castristi, gli stessi  che  entrarono in contatto con Lee Harvey Oswald nell’estate del 1963, meno di quattro mesi prima che Kennedy venisse ucciso.

George Joannides

Questa è la pista scoperta oltre 30 anni fa e seguita soprattutto da Jefferson Morley, l’ex giornalista del Washington Post, ora vice presidente della Mary Ferrell Foundation, la fondazione con il più grande archivio dei documenti sugli omicidi di JFK, MLK  RFK, e che ha fatto causa all’amministrazione Biden per rendere pubblici tutti i documenti ancora tenuti nascosti.

Molti dei file su Joannides non sono mai stati inseriti nella collezione JFK degli archivi nazionali, secondo la causa della fondazione, quindi la parte più attesa dei documenti sospetti non è stata rilasciata il 15 dicembre. I funzionari della CIA intanto dicono di aver consegnato tutti i file in loro possesso su Joannides: “Riteniamo che tutti i documenti della CIA sostanzialmente correlati a Mr. Joannides siano stati rilasciati in precedenza, con solo modifiche minori, come i nomi e le posizioni dei dipendenti della CIA”, ha affermato l’agenzia in un comunicato stampa in cui afferma  di aver compiuto “enormi progressi” nel rilascio record. “Stiamo parlando di oltre 87.000 documenti originariamente inclusi nella raccolta del JFK Act. Ad oggi, la CIA ha completamente divulgato al pubblico più di 84.000 di questi senza alcuna revisione. Ciò equivale a circa il 95% di quei documenti, rilasciati integralmente”.

Uno dei documenti della CIA rilasciati giovedì: mostra la valutazione dell’agente George Joannides nell’ottobre del 1963. Allora si occupa di finanziare e consigliare gli studenti anti castristi di base a Miami e New Orleans.

Su l’agente Joannides, tra questi ultimi rilasciati, noi finora abbiamo trovato un solo file, in cui si trovano diverse pagine di “valutazione” della performance di Joannides negli anni. Si parte con l’ultimo, quello del 8 gennaio 1979, in cui si fanno i complimenti a come l’agente Joannides ha saputo portare a termine il suo lavoro di liason tra la CIA e la Commissione speciale del Congresso che allora indagava sull’omicidio di John Kennedy ( e di Martin Luther King). In quell’occasione, ecco che sia la CIA che Joannides, che sta per andare in pensione,  “dimenticano” di rivelare ai legislatori che chiedono di aiutarli a trovare i documenti dell’agenzia su Oswald e i suoi possibili rapporti con il regime di Castro (e gli anti-castristi), che proprio l’agente Joannides era stato 15 anni prima colui a fornire soldi e consigli agli studenti anti castristi! Gli stessi studenti cubani appartenenti a quel gruppo entrato in contatto con Oswald e che addirittura, a New Orleans, nell’estate del 1963, dopo una scazzottata con l’ex marine che si professava castrista, si sfidarono in un dibattito alla radio sul marxismo (Il Congresso non conoscerà per tutta la durata della sua indagine il background di Joannides, ben celato dai suoi superiori).

Ricordiamo che in base al JFK records act del 1992, tutti i documenti relativi all’assassinio avrebbero dovuto essere rilasciati entro il 2017. Dopo che Donald Trump ha ritardato la pubblicazione completa di tutti i record scaricando la patata bollente a Joe Biden, quest’ultimo nel 2021 ha ritardato il rilascio completo fino al 15 dicembre di quest’anno, per poi rinviare ancora per alcuni documenti. Nel memorandum che spiegava il rilascio di documenti e il rifiuto di altri, Biden ha ricordato il record act “consente il continuo rinvio della divulgazione di informazioni … solo quando il rinvio rimane necessario per proteggere da un danno identificabile alla difesa militare, alle operazioni di intelligence, l’applicazione della legge, o la condotta delle relazioni estere che è di tale gravità da superare l’interesse pubblico alla divulgazione.”

Ormai è chiaro: tra i documenti rimasti segreti ci potrebbero essere anche quelli che proverebbero i contatti che la CIA ebbe con Oswald prima del 22 novembre 1963.

Per questo sono “scottanti” i documenti che riguardano l’agente di origini greca (era nato ad Atene cresciuto a New York) George Joannides:  nel 1963 era lui che per la CIA finanziava e “consigliava” gli studenti del gruppo anti-Fidel Castro chiamato “Directorio Revolucionario Estudiantil” (Direttorio rivoluzionario degli studenti), gli stessi che la sera stessa dell’assassinio, chiamarono i giornalisti del New York Times per rivelare – quindi al mondo intero – che Oswald era un “castrista” e far capire chi fosse il “mandante” dell’assassinio del presidente USA…

Jefferson Morley è convinto che Joannides abbia condotto “covered operation” che coinvolgeva Oswald e alcuni esuli cubani tre mesi prima della tragedia di Dallas. Quei documenti, se spuntassero fuori,  confermerebbero che Oswald era un soggetto ben noto alla comunità dell’intelligence statunitense, un fatto che la CIA continua a negare, anche se i suoi incontri con gli esuli cubani finanziati dalla CIA sono accertati.

Is there a “smoking gun? Is there one piece of paper that proves a conspiracy? No. ….But there IS smoking gun proof that CIA had an operational interest in Oswald while JFK was alive. …. I described it at theNational Press Club last week.https://t.co/5xlMIteMUO

— Jefferson Morley (@jeffersonmorley) December 15, 2022

“C’è una ‘pistola fumante?’ C’è un pezzo di carta che prova una cospirazione? No …. Ma ci sono prove schiaccianti che la CIA aveva un interesse operativo in Oswald mentre JFK era vivo”, ha twittato Morley giovedì. In una conferenza stampa dopo la pubblicazione dei nuovi documenti, Morley si è chiesto se la CIA stesse agendo “in buona fede” negando al pubblico i documenti completi. I membri della fondazione hanno detto ai giornalisti che, a prima vista, molti documenti sembravano essere pubblicati con redazioni simili alle versioni precedenti. “È il controllo dei danni, lanciare un osso”, ha detto Morley. “Dopo questa farsa di continuare a non divulgare di fronte a una legge molto chiara, la CIA ha perso il beneficio del dubbio”.

Se poi si pensa che la CIA avesse già da tempo allacciato legami con la Mafia per farsi aiutare a far fuori Castro, ecco che diventa molto interessante capire dove porta la pista degli anti-castristi finanziati dalla CIA che incontrarono Lee Harvey Oswald.

Già, qualcosa di nuovo nei documenti rilasciati da Biden continueremo a cercarla, ma per avvicinarsi alla verità sull’omicidio del XX secolo bisognerà attendere i documenti della CIA rimasti “top secret”, sempre che esistano ancora…

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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