Gli ultimi 14 mila documenti “top secret” relativi all’assassinio di John F. Kennedy potrebbero finalmente essere rilasciati giovedì 15 dicembre a meno che il presidente Joe Biden ci ripensi sulla decisione di renderli disponibili al pubblico.
I file, principalmente della CIA e dell’FBI con le scottanti rivelazioni sul periodo prima, durante e dopo i colpi di fucile che il 22 novembre del 1963 a Dallas ferirono a morte il Presidente JFK sono rimasti rinchiusi negli archivi per 59 anni. Una legge del 1992, promulgata dal Congresso dopo le reazioni sull’opinione pubblica provocate dal film vincitore dell’ Oscar “JFK” di Oliver Stone, obbligava già da tempo le autorità a rendere accessibili tutti i documenti ancora “top secret”, ma finora i presidenti succedutesi alla Casa Bianca, incluso Donald Trump, avevano rilasciato solo parzialmente i documenti e alla fine accettato “i consigli” dell’FBI e della CIA di rinviare il rilascio di questa ultima selezione di file adducendo pressanti ragioni di “sicurezza nazionale”. Proprio Trump aveva ordinato, nel 2017, che la decisione finale sui documenti doveva essere presa nel 2021, buttando così la patata bollente al suo successore Joe Biden. L’anno scorso Biden ha ancora guadagnato tempo, ordinando una revisione dei file rimanenti, emettendo una nota che ritardava il rilascio dei documenti fino al 15 dicembre del 2022, a meno che le agenzie federali non lo convincessero a concedere loro ancora più tempo.

Riusciranno, l’FBI e la CIA, a convincere Biden che per la verità sulla morte di JFK e quindi rivelare per chi lavorasse il suo “presunto” assassino, Lee Harvey Oswald – a sua volta ucciso da Jack Ruby, legato alla mafia e poi morto in carcere – si dovrà ancora aspettare? Almeno la legge, ci dice che gli americani hanno il diritto di sapere cosa c’è dentro quei documenti “scottanti”.
Per mettere pressioni sulla Casa Bianca, a ottobre un avvocato di New York, Larry Schnapf, ha denunciato l’amministrazione Biden e gli archivi nazionali chiedendo il rilascio di tutti i documenti relativi a JFK inclusi i rapporti secondo cui diverse agenzie governative stavano cercando disperatamente di mantenerli riservati.
Tra questi documenti, ci sono i fascicoli chiave su Lee Harvey Oswald, l’”assassino” di Kennedy, e Jack Ruby, il manager degli strip club di Dallas che due giorni dopo l’assassinio di JFK, uccise l’ex marine ed ex espatriato in Unione Sovietica, sparandogli davanti alle telecamere collegate in diretta televisiva, dalla stazione della polizia di Dallas.
Cosa ci si aspetta di trovare in quelle carte che l’FBI e la CIA stanno ancora tentando di tenere “classified”?
Secondo Jefferson Morley della Mary Ferrell Foundation, l’autorevole istituzione che ricerca la verità sull’assassinio di JFK ( e di MLK e RFK), questi documenti potrebbero far luce anche su un programma segreto della CIA legato a Cuba e al tentativo di uccidere Fidel Castro, piano che prevedeva l’aiuto della mafia e che avrebbe avuto tra i suoi protagonisti anche Lee Harvey Oswald! Potrebbe quindi quello stesso piano CIA-Mafia essere stato dirottato sull’obiettivo JFK?.
La spiegazione “ufficiale” del governo USA, portata avanti dalle indagini della Warren Commission, ha sempre sostenuto che non si trattasse di una cospirazione ma che Oswald avesse fatto tutto da solo sparando col vecchio fucile italiano “carcano” dal deposito di libri dove lavorava da meno di tre settimane. Se invece uscisse fuori dai documenti quello che non pochi ricercatori sospettano, e cioè che Oswald quel fatidico giorno a Dallas fosse già nel libro paga di qualche organizzazione (la Cia? La Mafia? Gli anti-castristi?) e non fosse il solo a sparare (o lui non sparò per nulla?) ecco che la verità sull’omicidio del XX secolo sarebbe a portata di tutti. Non ci resta che attendere la scelta di Biden.