Quando ormai si avvicina il 10° mese di guerra in Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato mercoledì che l’invasione “continuerà ancora per un po'”, mettendo inoltre in guardia dal rischio “crescente” di una guerra nucleare con l’Occidente.
Durante una riunione del Consiglio russo per i diritti umani tenutasi al Cremlino, il leader russo ha dichiarato che Mosca combatterà utilizzando “tutti i mezzi disponibili a nostra disposizione” – in quella che, ha ribadito, è una “operazione militare speciale” piuttosto che una guerra.
“In relazione alla natura prolungata dell’operazione militare speciale e ai suoi risultati, ovviamente ci vorrà un po’ di tempo, forse”, ha detto agli esperti, aggiungendo però di non avere al momento intenzione di richiamare altre truppe al confine. Putin sostiene che solo 77.000 dei 300.000 soldati arruolati nell’ambito della mobilitazione parziale si troverebbe al fronte; mentre il resto sarebbe dispiegato nelle forze di difesa o ancora in fase di addestramento.
Il capo di Stato russo si è però rifiutato di escludere categoricamente il ricorso all’arma nucleare, che rimane a suo dire una possibilità remota ma non da escludere del tutto. “Per quanto riguarda l’idea che la Russia non userebbe tali armi per prima in nessuna circostanza, significa che nemmeno noi saremmo in grado di usarle per secondi – perché la possibilità di farlo in caso di attacco sul nostro territorio sarebbe molto limitata”, ha detto.
“Tuttavia”, ha subito aggiunto, “la nostra strategia riguardo l’uso delle armi di distruzione di massa si basa sul cosiddetto attacco di rappresaglia”, ha detto. “Cioè, quando veniamo colpiti, colpiremo in risposta”. Su questo punto Putin ha nuovamente puntato il dito contro gli Stati Uniti e i suoi alleati, colpevoli a suo dire di aver posizionato un gran numero di missili nucleari sul suolo europeo, al contrario della Russia, che però – sostiene Putin – “proteggerà i suoi alleati con tutti i mezzi a sua disposizione, se necessario”.