Brittney Griner, la star WNBA detenuta da 10 mesi in un carcere moscovita e condannata per spaccio di droga, è atterrata venerdì mattina sul suolo statunitense dopo essere stata rilasciata in uno scambio di prigionieri che coinvolge anche il trafficante d’armi Viktor But.
Un aereo privato è arrivato nelle prime ore di venerdì al San Antonio’s Kelly Field.
“È al sicuro, è su un aereo, sta tornando a casa dopo mesi di ingiusta detenzione in Russia, in circostanze intollerabili”, aveva preannunciato Biden ai giornalisti giovedì alla Casa Bianca. “Questo è un giorno per il quale abbiamo lavorato a lungo. Non abbiamo mai smesso di fare pressioni per il suo rilascio”. “Questi ultimi mesi sono stati un inferno per Brittney” e per la moglie, ha aggiunto il leader USA.
Moments ago I spoke to Brittney Griner.
She is safe.
She is on a plane.
She is on her way home. pic.twitter.com/FmHgfzrcDT— President Biden (@POTUS) December 8, 2022
Dopo aver ricevuto l’approvazione finale del presidente Biden la scorsa settimana, lo scambio si è concretizzato oggi negli Emirati Arabi Uniti.
La cestista texana, condannata a 9 anni di detenzione per traffico di stupefacenti dopo aver illegalmente trasportato un paio di capsule contenenti olio di cannabis all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca, era stata recentemente trasferita in una colonia penale.
A fare ritorno in Russia sarà invece Viktor But, soprannominato “il mercante della morte”. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del terzo millennio, But è stato infatti uno dei più famigerati e ricercati trafficanti internazionale di armi. Secondo la Casa Bianca, nella sua lunga lista di acquirenti figurerebbero anche al-Qaeda e i talebani afghani, oltre a guerriglieri africani e latinoamericani. Fino a giovedì, il supercriminale russo era stato “ospitato” nel carcere di Marion, in Illinois.
Il presidente Biden ha assicurato che non intende diminuire gli sforzi per ottenere anche la liberazione dell’altro cittadino americano detenuto in Russia, Paul Whelan, condannato nel 2018 a 16 anni di prigione con l’accusa di spionaggio. Lo scorso Aprile, peraltro, l’Amministrazione Biden aveva già ottenuto la liberazione dell’ex Marine Trevor Reed, che era in prigione dal 2019 per una zuffa con la polizia.
In cambio di Reed gli Usa avevano rimandato a casa Konstantin Yaroshenlo, condannato per traffico di droga nel 2011. Biden aveva promesso di lottare per liberare i cittadini americani in prigione in altri Paesi, e difatti ha ottenuto il ritorno in patria anche di detenuti dall’Afganistan e dal Venezuela.
Lo scambio di detenuti è un’antica tradizione dei Paesi Occidentali. Gli Usa tuttavia, così come altri alleati europei, rifiutano di trattare con i terroristi.
Nel frattempo, in Russia, la madre di Viktor Bout, Raisa Bout, ha ringraziato Putin e il ministero degli Esteri per aver riportato a casa suo figlio: “Lo scambio è stato possibile grazie al nostro presidente e gliene sono molto grata. Un profondo inchino al ministero degli Affari Esteri, guidato da Sergey Viktorovich Lavrov”. Gratitudine è stata espressa anche da Alla Bout, la moglie di Viktor Bout. “Siamo immensamente grati a tutti, non solo ai dipendenti del ministero degli Esteri e dell’ambasciata, e dei dipartimenti consolari in Thailandia, a New York, a Washington”.