La Corea del Nord ha minacciato di usare le armi nucleari per far pagare agli Stati Uniti e alla Corea del Sud “il prezzo più orribile della storia”, in segno di protesta contro le esercitazioni militari attualmente in corso tra Seul e Washington, e che Pyongyang ritiene una prova di invasione.
Per dare sostanza ai suoi moniti, mercoledì il regime di Kim Jong-un ha lanciato un centinaio di colpi di artiglieria e almeno 17 missili balistici nel Mar del Giappone, uno dei quali (partito dall’area di Wonsan) si è schiantato vicinissimo alle acque territoriali sudcoreane, attraversando la linea di confine settentrionale per la prima volta negli ultimi 70 anni.
Un fatto gravissimo per il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, che ha definito l’episodio come “un’invasione territoriale di fatto”. Di conseguenza, l’aviazione sudcoreana ha risposto lanciando tre missili aria-superficie di precisione nelle acque a nord del confine marittimo tra le due Coree alla stessa distanza dal confine nemico rispetto a quello lanciato da Pyongyang (26 chilometri).
Pak Jong-chon, stretto collaboratore di Kim Jong-un, ha definito i missili lanciati dal Nord come “avvertimenti” in risposta alle manovre “aggressive e provocatorie” di Seul e Washington, che lunedì hanno iniziato esercitazioni congiunte coinvolgenti circa 240 aerei da guerra oltre alla portaerei a propulsione nucleare USS Ronald Reagan.