Mai così tanti: il 2022 è già passato alla storia come l’anno del record assoluto di attraversamenti illegali al confine meridionale degli Stati Uniti. Sono infatti ben 2,38 milioni le persone che sono entrate clandestinamente negli USA nel periodo che va dal settembre 2021 al mese scorso, in gran parte provenienti da America centrale e Venezuela.
I dati pubblicati venerdì dalla U.S. Customs and Border Protection evidenziano come a settembre ci sia stato un vero e proprio boom dei flussi da Venezuela, Cuba e Nicaragua. Conseguenza sia dell’aggravarsi della situazione politico-economica delle dette nazioni latinoamericane, sia della porosa e controversa politica frontaliera della Casa Bianca sin dall’amministrazione Trump.
A settembre, le autorità stimano che 227.547 persone siano entrate illegalmente negli Stati Uniti dal confine con il Messico, in netto aumento (+18,5%) rispetto alle 192.001 dello scorso anno, e in crescita perfino rispetto all’agosto di quest’anno (+11,5%), quando il dato si era fermato a 204.087.
A livello annuale l’impennata è ancora più netta: il 2022 ha visto un aumento del 37% di ingressi rispetto al 2021 (1,73 milioni), ossia circa il doppio rispetto alla media registrata durante l’amministrazione di Donald Trump.

Riguardo alla composizione geografica del flusso, a settembre il numero di migranti provenienti da Venezuela, Cuba e Nicaragua (78.000) ha superato quello, tradizionalmente prevalente, di migranti (58.000) in arrivo dal Messico e dal “Triangolo del Nord” (Guatemala, Honduras ed El Salvador).
Il motivo risiede in quella che ormai, dal 2020, è divenuta la normativa di riferimento in materia di respingimento al confine. Si parla del Titolo 42, un regolamento che sostanzialmente annulla i diritti dei rifugiati ai sensi del diritto nazionale e internazionale con lo scopo di limitare la diffusione della COVID-19.
In ossequio al Titolo 42, i clandestini vengono subito deportati nei loro Stati d’origine, senza dar loro la possibilità di presentare una richiesta formale di asilo. Tuttavia, dal momento che Washington non è in grado di rispedire i migranti in Venezuela, Cuba o Nicaragua a causa dei dissidi diplomatici con i loro Governi, i cittadini di questi Stati riescono generalmente a rimanere in territorio statunitense.
Una ‘scappatoia’ che la Casa Bianca, però, vuole fermare al più presto. Dal 12 ottobre, infatti, l’amministrazione Biden ha stretto un accordo con le autorità messicane per deportare i migranti venezuelani appena a sud del confine. Al contempo, Washington consentirà ad appena 24.000 cittadini di Caracas di far ingresso (legalmente) negli States ogni anno, ammesso che abbiano uno sponsor che finanzi la loro richiesta e che non abbiano già illegalmente attraversato il confine.
A detta dei funzionari statunitensi, la misura avrebbe sortito un effetto strabiliante, riducendo di oltre l’85% il numero di ingressi dal Venezuela.
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