In un breve discorso pronunciato mercoledì nell’auditorium del Congresso, la first lady ucraina Olena Zelenska ha chiesto a Washington di inviare più armi per consentire a Kyiv di difendersi dall’aggressione russa.
La moglie del presidente Volodymyr Zelensky, che ieri ha incontrato il presidente Biden e sua moglie Jill alla Casa Bianca, ha parlato nello stesso luogo in cui a metà marzo era intervenuto – da remoto – suo marito, che in quella occasione aveva invocato una no-fly zone sui cieli ucraini (mai concretizzatasi) e maggiore assistenza militare sotto forma di armi e munizioni.
Non troppo dissimile il tenore delle richieste avanzate dalla first lady mercoledì mattina. La scrittrice e architetta, convolata a nozze con il capo di Stato ucraino nel 2003, ha implorato i legislatori americani di proseguire nelle forniture di equipaggiamento militare – così da poter contrastare l’offensiva russa attualmente concentrata nel Donbass e nei territori meridionali.
“Di solito le first ladies si occupano di pace, ma le circostanze mi obbligano a parlare di guerra”, ha detto Zelenska, che aveva esordito mostrando le foto di alcune bambine e donne provenienti da tutto il Paese e che oggi non sono più in vita. Parte di quelle “generazioni di donne” e uomini decimate dai missili russi da Vinnycja a Severodonetsk.
“Non vi chiedo armi per provocare la guerra contro qualcuno”, ci tiene a chiarire, “ma per proteggere le nostre case”. Un concetto ripetuto anche quando la first lady ha sottolineato il diverso effetto che le armi dell’uno e dell’altro schieramento hanno per la popolazione civile ucraina: “La Russia uccide, l’America salva“.
In conclusione, Zelenska ha ricordato come, nei prossimi giorni, il Congresso andrà in ferie e non si riunirà fino a settembre. L’organo legislativo statunitense ha già stanziato 40 miliardi di dollari in aiuti – soprattutto militari – verso il Governo ucraino, ma la sospensione delle attività parlamentari potrebbe rallentarne l’arrivo alle truppe di Kyiv. “Capisco che andrete in ferie fino a settembre, ed è giusto, però molti genitori oggi in Ucraina si chiedono se anche i loro figli torneranno a scuola a settembre”. E molto dipende proprio dal continuo rifornimento americano.
La 44enne si è poi congedata con l’ormai consueto slogan “Slava Ukraini”” (Gloria all’Ucraina), tra lo scroscio di applausi dei parlamentari di Capitol Hill