La Russia ha ripetutamente violato i diritti umani e il diritto internazionale umanitario nel corso della sua aggressione militare contro l’Ucraina. A denunciarlo è stata l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), in un rapporto ufficiale pubblicato mercoledì dall’ONG con sede a Vienna.
In particolare, il report evidenzia numerosi attacchi compiuti dalle truppe di Mosca contro la popolazione civile, specialmente a Mariupol’ – la città portuale meridionale che da diverse settimane è sotto un asfissiante assedio russo. Mariupol’ costituisce infatti un obiettivo strategico in ragione della sua vicinanza a Crimea e Donbass.
Proprio a Mariupol’ i russi sono accusati di aver usato armi chimiche al fosforo, secondo le dichiarazioni (non verificabili indipendentemente) di alcuni combattenti del battaglione Azov rilanciate dal Governo ucraino.
La pubblicazione del documento OSCE segue di appena poche ore le clamorose dichiarazioni del presidente statunitense Joe Biden. Martedì sera l’inquilino della Casa Bianca ha incolpato di “genocidio” l’omologo russo Vladimir Putin, definito senza mezzi termini “un dittatore”, in una escalation verbale a malapena contenuta dai successivi tentativi di chiarimento da parte di alcuni funzionari della sua amministrazione.
“Nel suo insieme, il rapporto documenta il catalogo delle disumanità perpetrate dalle forze russe in Ucraina”, è stato il commento di Michael Carpenter, ambasciatore statunitense all’OSCE, che ha poi elencato alcuni dei crimini che sarebbero stati commessi dai militari di Mosca – tra cui stupri, saccheggi e deportazioni forzate di civili.
L’indagine della CPI a Bucha
Intanto, mercoledì, il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Khan si è recato di persona a Bucha, cittadina a nord-ovest di Kyiv dove la ritirata delle truppe russe ha fatto emergere numerosi cadaveri con le mani legate, alcuni dei quali seppelliti in fosse comuni.
“Dobbiamo penetrare la nebbia della guerra per conoscere la verità”, ha commentato Khan, che ha definito l’Ucraina una “scena del crimine”. “Siamo qui perché abbiamo ragionevoli motivi per credere che siano stati commessi crimini che rientrano nella giurisdizione del tribunale”, ha detto.
A inizio marzo la Corte penale internazionale aveva annunciato la “immediata apertura” di un’indagine sui presunti crimini di guerra commessi in Ucraina dal novembre 2013 in poi, qualificabili come crimini di guerra, crimini contro l’umanità o genocidio.
La posizione ufficiale del Governo di Kyiv e della Casa Bianca è che la Russia si stia macchiando di numerosi crimini di guerra in tutto il Paese, mentre il Cremlino ritiene che sia l’Ucraina ad essersi macchiata di “genocidio” dal 2014 in poi nelle regioni secessioniste filo-russe del Donbass.