Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
February 25, 2022
in
Primo Piano
February 25, 2022
0

Perché una vittoria di Putin in Ucraina è una sconfitta del popolo russo

Le truppe di Mosca sono a Kyiv, il trionfo militare sembra ormai questione di giorni. Ma a pagare il prezzo delle azioni del Cremlino sarà la gente comune

Gennaro MansibyGennaro Mansi
Perché una vittoria di Putin in Ucraina è una sconfitta del popolo russo

President of Russia Vladimir Putin at a meeting with permanent members of the Security Council (Kremlin.ru, CC BY 4.0, via Wikimedia Commons)

Time: 5 mins read

I russi sono a Kiev. Di nuovo, si potrebbe aggiungere, dato che proprio in quell’entità medievale nota come Rus’ di Kiev, centrata nell’odierna capitale ucraina, furono gettati i semi geopolitici del futuro Impero zarista. Una considerazione storica che peraltro stride enormemente con la narrazione ufficiale del presidente russo Vladimir Putin, che nel riconoscere le sedicenti repubbliche popolari di Doneck e Luhans’k si è voluto prendere beffa dell’intera tradizione storica ucraina – declassando di fatto il proprio vicino occidentale a entità eternamente satellite della Russia, realizzata in vitro dal ‘russissimo’ rivoluzionario Lenin.

L’obiettivo del Cremlino non sembra tanto rievocare il ‘glorioso’ passato sovietico e ricostituire le repubbliche sorelle, ma impedire nel più brutale e cinico dei modi che si completi l’avvicinamento dell’Ucraina all’Occidente – ossia all’UE e, anzitutto, alla NATO. Mosca si è insomma costruita una personalissima macchina del tempo per tornare al 2014, prima che a Kyiv scoppiasse la rivoluzione di Euromaidan e che la classe dirigente presieduta dal magnate filo-russo Viktor Janukovyč venisse destituita da un nuovo establishment fieramente occidentalista e anti-russo.

Nonostante le perdite umane e militari russe si stiano rivelando più notevoli di quanto preventivabile, a meno di clamorose sorprese sembrerebbe questione di giorni prima che l’artiglieria russa prenda la capitale Kyiv – al netto della strenua e sorprendentemente ostica resistenza dell’esercito ucraino rimpolpato da riservisti e volontari. Si iniziano però a rincorrere ipotesi su un’eventuale proposta di negoziato tra Putin e Zelens’kyj, indice del fatto che la prosecuzione delle ostilità forse non conviene troppo a entrambi: per l’ucraino, perché passerebbe alla storia come il presidente vittima della seconda Anschluss russa di Kyiv in un secolo; per il russo, perché se è vero che l’Occidente ha ripetuto allo sfinimento di non voler intervenire militarmente, è altrettanto innegabile che USA e UE stanno colpendo Mosca là dove fa male: l’economia, piede d’argilla del gigante militare sovietico (prima) e russo (poi).

Sberbank on Slavyansky Boulevard, Moscow (EvelRus, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

Le sanzioni implementate da Washington, ieri, e da Bruxelles, oggi, sferrano infatti un colpo formidabile al sistema bancario russo, di fatto segregandolo senza usare l’opzione ‘nucleare’ di cacciare Mosca dal sistema di comunicazione interbancaria SWIFT. In particolare, la Casa Bianca ha bersagliato le due principali banche russe – Sberbank e VTB – attraverso una chiusura immediata del loro accesso al mercato dei capitali statunitensi. Considerando che Sberbank è il principale erogatore nazionale di stipendi e pensioni, le conseguenze sulla popolazione si preannunciano problematiche.

Si potrebbe argomentare che la Russia abbia un debito bassissimo in relazione al PIL (21,39%) e che perciò possa pur sempre indebitarsi per sostenere i propri istituti finanziari. Ma per fare altro debito servono pur sempre creditori pronti a sottoscriverlo – e un altro aspetto delle sanzioni occidentali è l’impossibilità pratica per Mosca di finanziarsi sui mercati statunitensi ed europei.

Quella attualmente in corso in Ucraina non è quindi una guerra ‘calda’ (o hard war) tra Russia e Ucraina, ma anche un conflitto ‘freddo’ (o economico) tra Russia e UE-USA. La “mano invisibile” a trazione occidentale non ha infatti perdonato a Mosca l’attacco dell’Ucraina, facendo sprofondare il rublo negli abissi più reconditi: al momento in cui si scrive il cambio RUB-USD viaggia intorno a 83-1, ma giovedì mattina ha raggiunto il record storico di 89,20-1. Lo stesso dicasi per il cambio RUB-EUR.

A livello pratico, ciò si traduce in un peggioramento dell’inflazione, già all’8,73% (negli USA è al 7,5%), e in un fastidioso carovita per i russi ‘ordinari’ – che difficilmente trarranno benefici immediatamente concreti dall’impennata del prezzo di gas e petrolio.

Anti-war protest in Moscow on February 24, 2022 (Twitter @ajplus)

Storicamente, però, è proprio il carovita uno degli storici fattori trainanti dello scontento popolare, che potrebbe verosimilmente crescere nei prossimi mesi diventando ancor di più la spina del fianco del circolo putiniano. Un assaggio di ciò che potrebbe accadere è arrivato giovedì, quando migliaia di manifestanti hanno protestato pacificamente in alcune città russe, tra cui Mosca e San Pietroburgo, al grido di “net vojne!“: “no alla guerra” contro i ‘fratelli’ consanguinei slavi, no al massacro di vite umane. Come ormai consuetudine russa, c’è voluto davvero poco prima che le forze dell’ordine intervenissero per disperdere la cospicua folla e arrestarne i presunti agitatori.

Finora il movimento anti-corruzione capeggiato dall’attivista Aleksej Naval’nyj non è riuscito a fare breccia nell’elettorato medio al di fuori delle grandi città perché considerato un fenomeno borghese, ‘manettista’, insomma tutto critica e niente proposta. Che Putin usi un prestanome per comprare immobili di extra-lusso coi soldi dei contribuenti diventa tutto sommato ‘passabile’ se il 27 di ogni mese arrivano le pensioni e i benefits statali. Ma la storia recente russa insegna che il regime inizia a scricchiolare proprio quando è il russo medio ad avvertire in prima persona le conseguenze del malgoverno: non a caso le più grandi proteste dell’ultimo decennio in Russia si sono verificate per contestare l’aumento dell’età pensionabile. In tal caso, il costo economico potrebbe trasformarsi in costo sociale, e di lì a seguire in costo poliziesco – dato che le autarchie, in mancanza di prebende, sono solite reprimere il dissenso coi manganelli.

Costi economici – e umani – potrebbero quindi derivare da un’annessione tout court di pezzi di Ucraina, sia in caso di inglobamento di Luhans’k e Doneck, sia in caso di ‘germanizzazione’ del conflitto – ossia di spartizione in Ucraina occidentale e Ucraina centro-orientale. Beninteso, ipotesi del genere sono ancora poco più che fantapolitica. Ma il prestigio politico di aver ricomposto un pezzo del puzzle sovietico, unita all’aspetto di aver riportato sotto il proprio potere le ricche regioni orientali dell’Ucraina, potrebbe motivare Putin ad attaccare.

A premere troppo sull’acceleratore, però, la macchina rischia di andare a sbattere. E a pagarne le conseguenze potrebbe essere chi – come i russi ordinari – siede sul sedile affianco al guidatore.

E l’Italia?

L’Italia, analogamente al resto dei Paesi di UE e NATO (ma non solo), ha fermamente condannato l’aggressione russa per bocca tanto del presidente del Consiglio Mario Draghi che del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, oltre al resto delle comunità governativa e parlamentare.

Insieme agli altri 26 Stati dell’UE, Roma ha adottato un pacchetto di sanzioni che mirano a paralizzare il sistema bancario-finanzario russo, senza però farlo uscire da SWIFT: pare infatti che l’Italia, assieme alla Germania, sia tra i pochi contrari a questa ipotesi. Proprio Roma e Berlino saranno verosimilmente le nazioni europee occidentali più colpite dal ridotto flusso di affari con le imprese di Mosca, frutto tanto delle sanzioni europee quanto delle scontate controsanzioni russe. A soffrire, tra gli altri, l’industria e il commercio (specialmente nel settore alimentare e del lusso), ma in realtà l’intera economia se Mosca chiedesse a Gazprom di allentare il rubinetto del gas attraverso Jamal-Europe.

Prime Minister Draghi meeting with US President Joe Biden at Palazzo Chigi, 10/29/2021. Photo: (governo.it)

A livello militare, invece, mome più volte ribadito dalla NATO, nessun esercito occidentale (tantomeno quello italiano) metterà piede in Ucraina. Per due motivi elementari:

  1. Kiev non è membro della NATO e quindi non le si applica la clausola di difesa collettiva contemplata dall’art. 5 del Trattato NATO (la commitment clause), tale per cui un attacco contro un singolo membro equivale a un attacco all’intera NATO. Tra l’altro, pur volendo fare le cose in fretta, l’ingresso nell’Alleanza Atlantica è precluso a quegli Stati che abbiano dispute territoriali in corso, quale è appunto l’Ucraina (e questo a Mosca lo sanno perfettamente)
  2. Per i motivi di cui sopra, intervenire spontaneamente, senza un chiaro vincolo, a difesa dell’Ucraina significherebbe spalancare le porte a un conflitto europeo apocalittico che coinvolgerebbe quattro potenze nucleari, tra cui le due principali (USA e Russia). In pratica, far avverare lo spettro che ha incombuto sull’Europa per quasi mezzo secolo.
Share on FacebookShare on Twitter
Gennaro Mansi

Gennaro Mansi

Giornalista, si occupa principalmente di affari internazionali e di rapporti tra Occidente e Oriente A journalist with a background in comparative law, Gennaro mainly covers world affairs and West-East relations

DELLO STESSO AUTORE

Putin, ‘ci hanno costretto all’intervento in Ucraina’

Putin Demands NATO Halt, Sanctions Relief Before Ceasefire

byGennaro Mansi
Istanbul Talks Collapse as Russia Threatens New Land Grabs

Istanbul Talks Collapse as Russia Threatens New Land Grabs

byGennaro Mansi

A PROPOSITO DI...

Tags: DonbassDonetskguerra UcrainaJoe BidenKyivLuganskNatoOpinioni & PensieriRussiaUcrainaUEUSAVladimir PutinVolodymyr Zelensky
Previous Post

L’America si colora di giallo e azzurro: New York in marcia per l’Ucraina

Next Post

In Ucraina una città è stata rinominata New York: “Così i russi non la bombarderanno”

DELLO STESSO AUTORE

Istanbul, flop dei negoziati Russia-Ucraina. Mosca minaccia nuove annessioni

Istanbul, flop dei negoziati Russia-Ucraina. Mosca minaccia nuove annessioni

byGennaro Mansi
Istanbul Summit in Limbo as Putin Keeps World Guessing

Istanbul Summit in Limbo as Putin Keeps World Guessing

byGennaro Mansi

Latest News

Captato segnale radio nello spazio: viene da galassie fusesi 8 miliardi di anni fa

I tagli alla Nasa uccidono le missioni nello spazio profondo

byMaria Galeotti
Wafa, ‘giornalista e la sua famiglia uccisi a Gaza city’

Riconoscere lo Stato di Palestina: “La via della meta”. Ma chi fa lo stato?

byAngelo Lucarella

New York

Crypto Kidnapping of Italian Citizen in SoHo: Swiss Trader Surrenders

Crypto Kidnapping of Italian Citizen in SoHo: Swiss Trader Surrenders

byMaria Nelli
Crypto shock a SoHo: si chiude il cerchio sul sequestro del “turista” italiano

Crypto shock a SoHo: si chiude il cerchio sul sequestro del “turista” italiano

byMaria Nelli

Italiany

Italy on Madison, la facciata della sede dell’Italian Trade Agency trasformata per tre giorni in una casa italiana.

Erica Di Giovancarlo (ITA): “Italian lifestyle è un modo di vivere”

byMonica Straniero
Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Next Post
In Ucraina una città è stata rinominata New York: “Così i russi non la bombarderanno”

In Ucraina una città è stata rinominata New York: "Così i russi non la bombarderanno"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?