Tre ex agenti di polizia di Minneapolis sono stati condannati per aver violato i diritti civili di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso nel maggio del 2020 dal poliziotto Derek Chauvin nel corso di un arresto.
La corte statale del Minnesota ha infatti ritenuto che gli agenti Tou Thao, Alexander Kueng e Thomas Lane abbiano colpevolmente privato Floyd del suo diritto alle cure mediche mentre il loro collega omicida, l’ufficiale Derek Chauvin, teneva il proprio ginocchio fisso sul collo della vittima (già ammanettata) per 9 minuti e mezzo.
Secondo la ricostruzione sposata dal tribunale, corroborata da un ormai celebre reperto video, l’agente Kueng si è inginocchiato sulla schiena di Floyd, mentre Lane gli teneva ferme le gambe e Thao intimava ai passanti di allontanarsi dalla scena dell’arresto. Per Thao e Lane è stata inoltre formulata l’accusa di omissione di soccorso nei confronti dell’agonizzante Floyd prima che morisse soffocato.

Le pene detentive per la violazione dei diritti civili da cui consegua un decesso possono teoricamente consistere anche nell’ergastolo, ma più stesso ci si limita a qualche anno in carcere. Prima che la corte quantifichi però la pena, gli ex ufficiali rimarranno liberi su cauzione.
A nulla è servita l’arringa difensiva, che ha argomentato sulla presunta inesperienza e mancanza di addestramento da parte degli agenti nell’affrontare quel tipo di situazione. Fuori dal tribunale era tra l’altro presente un manipolo di manifestanti in attesa del verdetto, in un numero significativamente minore rispetto alle migliaia di persone che nel 2020 protestarono a Minneapolis e in tutti gli Stati Uniti contro la violenza della polizia nei confronti dei neri.
La condanna di Tou Thao (di etnia Hmong), Alexander Kueng (nero) e Thomas Lane (bianco) è stata ben accolta dal fratello di George, Philonise Floyd, che però ha affermato: “Non ci potrà mai essere giustizia perché non potrò mai riavere George”.