Il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha intrattenuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin martedì mattina, in cui i due leaders si sono confrontati sulla crisi ucraina e sull’andamento delle relazioni bilaterali.
A comunicarlo è il servizio stampa di Palazzo Chigi in una nota ufficiale, in cui si legge che Draghi “ha sottolineato l’importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi”. A margine della conversazione, i due interlocutori avrebbero concordato un impegno comune “per una soluzione sostenibile e durevole della crisi”, spinti dalla necessità di ricostruire un clima di fiducia internazionale.
Secondo una nota del Cremlino, Putin avrebbe discusso in dettaglio con il suo collega italiano la posizione della Russia, che chiede garanzie di sicurezza giuridicamente vincolanti sul divieto di ingresso dell’Ucraina nella NATO e sull’indietreggiamento dell’Alleanza Atlantica dall’est Europa, espressione del “principio fondamentale dell’indivisibilità della sicurezza”.
Garanzie su cui però né gli Stati Uniti né la NATO (di cui l’Italia è uno dei principali membri) sembrano disposti a scendere a compromessi. E proprio per mantenere aperto il canale diplomatico, oggi pomeriggio si terrà un nuovo colloquio telefonico tra il segretario di Stato statunitense Antony Blinken e il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, già incontratisi venerdì 21 gennaio a Ginevra.

Draghi e Putin non hanno parlato però solo di Kiev: oggetti di discussione sono stati anche la risposta globale contro il Covid-19, la rielezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica – congratulata dal capo di Stato russo – e le relazioni bilaterali Roma-Mosca nei settori commerciale, economico ed energetico. Su quest’ultimo fronte, in particolare, il Cremlino ha confermato la sua disponibilità a “continuare a garantire forniture stabili di gas naturale russo all’Italia”.
Una delle principali preoccupazioni per i Paesi europei – Italia e Germania in primis – più dipendenti dalle forniture energetiche russe è proprio che lo scoppio di un eventuale conflitto con Kiev possa spingere Mosca a “chiudere i rubinetti” del gas, mettendo in una situazione assai scomoda il Vecchio Continente nel bel mezzo dell’inverno (una dipendenza che Washington sta cercando di compensare chiedendo ai suoi alleati in Medio Oriente e Asia di aumentare l’export di energia verso l’Europa).
Il presidente russo ha infine espresso soddisfazione per l’incontro in videoconferenza tenuto lo scorso mercoledì dal capo del Cremlino con alcuni importanti imprenditori italiani, la cui tempistica era stata criticata dall’UE nel bel mezzo della crisi tra Washington, Kiev e Mosca.