Il presidente Joe Biden rilancia i rapporti di buon vicinato ed invita alla Casa Bianca il primo ministro canadese Justin Trudeau e il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador. Incontri bilaterali che si concludono con un incontro congiunto con la stampa. Si è parlato di lotta al coronavirus, di confini e sicurezza, ma anche di antiterrorismo e di rapporti commerciali. Ma l’attenzione del presidente e dei democratici è tutta concentrata sul rapporto che il Congressional Budget Office ha preparato per l’American Families Plan, il terzo capitolo del progetto della Casa Bianca Build Back Better che prevede investimenti per mille e 750 miliardi di dollari per sanità, istruzione, assistenza sociale, e protezione dell’ambiente. Il Congressional Budget Office ha controllato i piani di spesa. In dieci anni il debito federale verrebbe incrementato di 367 miliardi. Lo studio però non tiene conto di 207 miliardi che entrerebbero nelle casse federali migliorando i controlli da parte dell’Ufficio delle tasse, l’IRS. Se il progetto dovesse diventare legge, sarebbe uno dei più grandi investimenti pubblici degli ultimi decenni negli Stati Uniti e la seconda grande vittoria della Casa Bianca in pochi giorni.
Questa proposta è il frutto dei compromessi raggiunti per superare le divisioni all’interno del Partito Democratico su un disegno di legge precedente, che era molto più ambizioso (aveva un valore di 3.500 miliardi di dollari) ma che al tempo stesso era bloccato da mesi al Senato a causa dell’opposizione di alcuni senatori Democratici moderati.
Dei 1.750 miliardi, una parte verrebbe destinata a misure sociali come asili gratuiti, sgravi fiscali per famiglie con figli, edilizia a basso costo ed espansione dei programmi sanitari per le persone più povere e più anziane. Un’altra parte delle risorse verrebbe invece usata per grossi investimenti legati alla sostenibilità ambientale. Cancellate o ridimensionate dalla proposta alcune misure come il congedo parentale pagato, la tassazione sui redditi miliardari e le università pubbliche gratuite per i meno abbienti. Il senatore democratico Joe Manchin, titubante sul piano, ma non è il solo, ha legato il suo voto alla sostenibilità economica e da qui l’intervento del Congressional Budget Office. I Democratici hanno una maggioranza sottile alla Camera e sottilissima al Senato dove sono in perfetta parità e riescono a prevalere solo con il voto della vicepresidente. Basta quindi un solo dissidente per bloccare l’iter parlamentare.
Il Congressional Budget Office si era impegnato a rilasciare lo studio per domani, in coincidenza con l’inizio della settimana di chiusura dei lavori del Congresso per la festa di Thanksgiving, ma la speaker della Camera Nancy Pelosi ha chiesto di anticipare lo studio in modo che possa essere messo ai voti prima della settimana di chiusura.
Alla Camera la tensione tra democratici e repubblicani è alta dopo che ieri è stato censurato il congressman dell’Arizona Paul Gosar per le sue vignette offensive e violente postate in rete che prendevano di mira la parlamentare Alexandria Ocasio Cortez, che nel meme veniva decapitata, e il presidente Biden al quale venivano lanciate due spade. Il leader di minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy, uno dei seguaci più fedeli dell’ex presidente Donald Trump, continua a minacciare vendette contro i democratici continuando con la sua retorica carica di rancore e intimidazioni politiche in una escalation di pericolosa demagogia continuando ad alimentare la tensione al Congresso. Questo dopo che ieri l’ex presidente si è lanciato in uno dei suoi incontrollati sfoghi insultando ripetutamente Mitch McConnel, il leader di minoranza repubblicana del Senato, chiamandolo “stupido”, “incompetente” e “folle” sia per il passaggio del piano delle infrastrutture, approvato alla Camera anche con il voto di 13 repubblicani, sia per i contatti con i democratici per alzare il tetto della spesa federale.
Ieri sera il segretario al Tesoro, Janet Yellen ha lanciato l’allarme default per il governo federale a partire dal prossimo 15 dicembre in assenza di un innalzamento del tetto del debito. In una lettera ai leader del Congresso, Yellen ha detto di avere un “alto tasso di fiducia” nelle possibilità per il Tesoro di restare in regola con i pagamenti del debito fino a metà del prossimo mese, circa due settimane in più rispetto alla sua precedente previsione che fissava la scadenza al 3 dicembre. Ha avvertito, tuttavia, che gli Stati Uniti potrebbero rischiare l’insolvenza dopo aver trasferito 118 miliardi di dollari all’Highway Trust Fund in conformità con la recente legge bipartisan sulle infrastrutture.
Il passaggio alla Camera dell’American Families Plan sarebbe un bel regalo di compleanno per il presidente he sabato compirà 79 anni e potrebbe rilanciare un po’ la sua popolarità. In un sondaggio condotto da Politico il 50% degli americani non pensa che Biden sia in forma e il 48% dubita della sua lucidità mentale. Sondaggi negativi in un momento delicato del Paese ancora alle prese con la lotta al Covid, con i prezzi in costante aumento e con l’inflazione, ma soprattutto con il costo dei carburanti alle stelle. E anche se sono trascorsi solo pochi giorni dalla fine della Cop26 a Glasgow in cui il capo della Casa Bianca aveva promesso che gli Stati Uniti “guideranno con l’esempio” la lotta contro i cambiamenti climatici che l’Amministrazione ha lanciato un’asta record di licenze per le trivellazioni di gas e petrolio nel golfo del Messico, area già devastata da ripetute perdite di greggio. Uno schiaffo agli ambientalisti, che questa volta denunciano l’ipocrita tradimento degli impegni presi dal presidente americano davanti al mondo, oltre che nel suo paese. In campagna elettorale Biden aveva attaccato Big Oil promettendo che con lui alla Casa Bianca non ci sarebbero stati più sussidi per l’industria dell’energia fossile né trivellazioni nelle acque e nelle terre federali.
Biden si difende spiegando di essere stato costretto a bandire l’asta dopo che un giudice federale, accogliendo il ricorso di una decina di stati repubblicani, ha bocciato la moratoria delle vendite di licenze decretata dal presidente in attesa di una revisione complessiva.