Detto, fatto. Con una velocità inusuale per il Senato è passato nel corso della notte il pacchetto di aiuti economici da 3 mila e 500 miliardi di dollari per finanziare iniziative sociali, ambientali, scolastiche e della salute pubblica. Un altro successo di Biden dopo che ieri pomeriggio aveva ottenuto con l’appoggio di 19 senatori repubblicani l’approvazione del piano per il rammodernamento delle infrastrutture. Ora tutti e due i piani devono essere approvati dalla Camera dei Rappresentanti.
Alla Camera Alta composta da 50 senatori repubblicani e 50 democratici il voto determinante viene dato dal presidente del Senato che istituzionalmente è il vicepresidente. Ieri sera non c’è stato bisogno dell’intervento di Kamala Harris perché il piano è stato approvato con 50 voti favorevoli contro i 49 dei repubblicani per l’assenza del senatore del South Dakota Mike Rounds. Il voto finale c’è stato alle 4 di questa mattina.
Questo gigantesco pacchetto di aiuti economici ha sorpassato l’opposizione del filibuster, che impone la maggioranza qualificata (il voto di 60 senatori) per il passaggio delle leggi ordinarie, perché è stato presentato come legge finanziaria e di bilancio per la quale invece basta la maggioranza semplice usando il sistema del “reconciliation bill”.
Ora entrambi i provvedimenti sono alla Camera dei Rappresentanti. L’ala progressista del partito democratico era insorta dopo i tagli imposti dai repubblicani al primo pacchetto di aiuti e minacciava di boicottare il voto se la parte degli aiuti sociali e ambientali non fosse stata reintrodotta nella legge di bilancio. I tagli erano stati fatti per ottenere il consenso bipartitico per i finanziamenti per le infrastrutture. Il presidente del Budget Committee del Senato, Bernie Sanders, ha affermato che il pacchetto affronterà “le esigenze a lungo trascurate delle famiglie che lavorano e non solo dell’1% della popolazione e dei ricchi che contribuiscono alle campagne elettorali”. Questo, ha aggiunto, “ripristinerà la fede degli americani nella convinzione che possiamo avere un governo che funzioni per tutti noi e non solo per pochi”.

I Repubblicani hanno duramente criticato il provvedimento che secondo loro finanza una spesa pubblica senza precedenti e che potrebbe avere effetti gravi sulle finanze del Paese e della sua economia. “Vogliono fingere che sia business as usual, sono liberali che fanno cose liberali usando le scappatoie del Senato – ha affermato il leader della minoranza repubblicana Mitch McConnell – Non facciamo questo errore. Questa sconsiderata tassazione e queste spese folli volute dai democratici non hanno precedenti”. I repubblicani sono infuriati perché nel provvedimento non c’è la richiesta di aumento del debito pubblico il che comporta che i fondi per finanziarli saranno trovati con l’aumento delle tasse. Temono che l’inflazione, dopo i dati rilasciati oggi che evidenziano come prezzi al consumo negli Usa a luglio siano saliti dello 0,5% rispetto al mese precedente, torni a salire. A dispetto dei loro timori Wall Street ha reagito in modo positivo.
Alla Camera che in questi giorni ha interrotto i lavori parlamentari il leader della maggioranza democratica Steny Hoyer ha inviato una lettera a tutti i colleghi di tornare al lavoro il 23 agosto per cominciare la complicata discussione delle due leggi.

L’ex presidente Donald Trump ha immediatamente condannato sia l’aumento della spesa pubblica che i senatori repubblicani che hanno votato con i democratici per il passaggio della proposta. “Non capirò mai perché Mitch McConnell abbia approvato il piano” ha detto l’ex presidente. Con lui anche Marco Rubio, il senatore della Florida che ha criticato il modo in cui la discussione al Senato per il piano sulle infrastrutture è stato condotto. “Non c’è stata discussione, era già stato tutto deciso”.