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August 10, 2021
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L’American Jobs Plan approvato dal Senato: sulla ristrutturazione degli USA vince Biden

Un piano da mille e duecento miliardi di $ votato anche da 19 senatori repubblicani che Trump non può controllare. Alla Camera ostacoli dalla sinistra

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 4 mins read

E’ la più grande vittoria politica di Biden dall’inizio del suo mandato. Il Senato ha approvato l’American Jobs Plan, il disegno di legge bipartisan sulle infrastrutture. Un piano da 1.200 miliardi di dollari ratificato con l’appoggio dei repubblicani, primo importante passo per l’imponente agenda per la modernizzazione del Paese, una delle principali priorità del presidente Joe Biden. Ora dovrà essere approvato anche dalla Camera dei Rappreesentanti, ma nella maggioranza c’è maretta.

Il voto del Senato 69-30 è una rara manifestazione di cooperazione bipartisan in una Washington ferocemente divisa. Diciannove senatori repubblicani, tra cui il leader della minoranza Mitch McConnell, e tutti i democratici hanno votato a favore. Un voto che evidenzia lo scisma all’interno del Grand Old Party tra i trumpiani e i repubblicani con l’ex presidente che fino a ieri sera ha fatto pressioni per respingerlo. Non c’è riuscito e per lui è un’altra pesante sconfitta. “Ha vinto il buonsenso” ha detto trionfante Biden che lo ha definito “l’investimento a lungo termine più significativo nelle nostre infrastrutture in quasi un secolo. Spero che il Congresso lo mandi alla mia scrivania velocemente per poter continuare il nostro lavoro di ricostruzione”. Ma non è così semplice.

Il provvedimento passa ora, in seconda battuta, alla Camera dei Rappresentanti. L’ala più a sinistra del partito democratico però è sul piede di guerra: per ottenere il sostegno dei repubblicani al Senato sono stati tagliati molti investimenti nel settore sociale e ambientale e i 96 congressman “progressisti” del partito hanno minacciato il boicottaggio. Per superare questo ostacolo è stato preparato con un escamotage politico il “Family Plan” un “pacchetto”, che è quasi il triplo del piano di spesa oggi approvato, che vede un impegno finanziario da 3 mila e 500 miliardi usando il sistema del “reconciliation”, il processo legislativo applicabile solo alle leggi finanziarie e di bilancio che al Senato permette il passaggio di una legge con la maggioranza semplice, in modo da sottrarlo all’ostruzionismo del filibuster.  Equilibrismi politici per cercare di compattare il partito democratico e avviare la lunga serie di investimenti per la ripresa economica e sociale promessi all’elettorato durante la campagna elettorale.

Il presidente Joe Biden con dietro la vicepresidente Kamala Harris e la speaker Nancy Pelosi

Il provvedimento approvato oggi al Senato passerà alla Camera e la Speaker democratica Nancy Pelosi per fare pressione ha messo il primo paletto annunciando che non lo metterà al voto fino a quando il Senato non passerà con il “reconciliation” tutta la parte sociale, ambientale, la spesa sanitaria e quella per l’istruzione. Un’operazione di alta chirurgia, questa più che una manovra politica perché non permette neanche un “distinguo” tra i senatori democratici.

Il piano per la modernizzazione delle infrastrutture ha una larghissima vastità di obiettivi: dalla ristrutturazione di strade autostrade e rete ferroviaria a quella elettrica, alla realizzazione di 500 mila stazioni di ricarica per auto elettriche, alla diminuzione delle emissioni di carbonio, alla creazione di altre forme di energia pulita, alla purificazione della rete idrica.

Negli Stati Uniti attualmente, secondo la Casa Bianca, dieci milioni di famiglie e 400 mila scuole non hanno acqua potabile. Il piano prevede un investimento da 55 miliardi di dollari per dotare le aree meno servite di condotte e depuratori.

Più di 30 milioni di americani vivono in aree non servite dal wi-fi, in particolare nelle zone interne degli Stati Uniti. Nel piano sono stanziati 65 miliardi per creare infrastrutture per l’alta velocità di internet, e abbattere i costi per le fasce più deboli. Attraverso il Digital Equity Act verrà creato un programma permanente che aiuterà le famiglie a basso reddito ad avere garantito l’accesso a internet.

Centinaia di aree nel Paese sono risultate ad alto inquinamento, a causa delle nuove regole abitative sorte dove c’erano fabbriche abbandonate. Zone industriali trasformate in poco tempo in un ammasso di caseggiati che ospitano la fascia più povera. Per depurare queste aree e bonificarle verranno stanziati 21 miliardi di dollari. Ci sarà la fine delle linee elettriche allo scoperto.

Dopo il caso del black out che, durante l’inverno, ha messo in ginocchio il Texas, l’amministrazione federale ha deciso di finanziare un progetto da 73 miliardi di dollari per la ristrutturazione delle centrali elettriche e la ragnatela distributiva. Finanziamenti anche per sviluppare cyber sicurezza e per ridurre l’incidenza di alluvioni e devastazioni ambientali. E poi 25 miliardi di dollari per ammodernare gli aeroporti, 17 miliardi destinati ai porti. Altri 110 miliardi per rendere più sicure 150 mila miglia di autostrade e 45 mila ponti.

Gli Stati Uniti sono tra i Paesi con il più alto numero di morti per incidente. Verranno stanziati 11 miliardi di dollari in programmi per la sicurezza, compreso un nuovo protocollo, “Safe Streets for All”, per indirizzare stati e amministrazioni locali a ridurre gli incidenti, in particolare quelli che coinvolgono pedoni e ciclisti. Il trasporta pubblico è uno dei settori, secondo la Casa Bianca, che più necessita di rinnovamento. Il problema riguarda 24 mila bus, 5 mila vagoni ferroviari, 200 stazioni, migliaia di chilometri di ferrovia. Verranno stanziati 39 miliardi per rendere più moderno il sistema di collegamenti e migliorare l’accesso per le persone anziane e i disabili.

La nuova Moynihan Train Hall di Penn Station, a New York (di Terry W. Sanders)

Il treno: cinquant’anni dopo la nascita di Amtrak, la maggiore compagnia di trasporti ferroviari, la compagnia andrà incontro a un restyling profondo finanziato con 66 miliardi di dollari per modernizzare il corridoio Nordest e alzare la qualità nella area del Mideast. Dodici miliardi di dollari andranno a finanziare partnership con i servizi intercity e l’alta velocità. Biden inoltre punta ad avere entro il 2030 metà delle auto in circolazione a emissione zero. L’obiettivo è superare la Cina, che in questo momento guida il mercato mondiale delle auto elettriche. Verrà stanziato un primo fondo da 7,5 miliardi di dollari per accelerare, da parte delle compagnie automobilistiche americane, la transizione verso la produzione di veicoli verdi. Il piano prevede anche la realizzazione di bus elettrici, con stanziamenti diversificati: 2,5 miliardi per quelli a zero emissione, 2,5 per quelli a bassa emissione, e 2,6 per i traghetti.

La Casa Bianca ha affermato che il piano sarà finanziato attraverso il reindirizzamento dei fondi di emergenza Covid non spesi, l’aumento delle commissioni aziendali e il rafforzamento dell’applicazione delle tasse sulle criptovalute a cui saranno aggiunti 256 miliardi di dollari al deficit federale.

“Con il voto di oggi, il Senato non ha solo dato inizio alla più grande modernizzazione delle infrastrutture da quando Eisenhower costruì l’Interstate System, ma ha anche compiuto un passo importante verso la correzione di un andamento decennale di sotto investimenti” afferma Janet Yellen segretaria al Tesoro dopo l’approvazione del piano infrastrutturale al Senato.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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